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Politica | 16 agosto 2011, 11:06

Sanremo: Cascino (Idv) chiede l'affidamento del Casinò ad un biscazziere privato

Sanremo: Cascino (Idv) chiede l'affidamento del Casinò ad un biscazziere privato

Come nei mesi scorsi già la Lega Nord, per bocca del Presidente del Consiglio Comunale di Sanremo Marco Lupi, aveva preconizzato, oggi pure l’Italia dei Valori provinciale si augura che in tempi ragionevolmente brevi la gestione del Casinò Municipale di Sanremo venga affidata totalmente ad un biscazziere privato cioè ad una di quelle molteplici società il cui scopo d’impresa sia l’esercizio del gioco d’azzardo. “Tra i fini istituzionali -spiega Gabriele Cascino dell'Idv, di un Ente come il Comune di Sanremo certamente non figura quello di essere un biscazziere: perciò, riconoscendo comunque la grande importanza economica che la Casa da Gioco riveste per Sanremo e per tutto il comprensorio, sarebbe bene che il Comune, suo proprietario e titolare della licenza rilasciata per il suo funzionamento, lo affidi completamente ad un’impresa del settore così come le grandi compagnie di navigazione affidano alle stesse i loro casinò galleggianti.

Noi dell’Italia dei Valori – prosegue - diciamo basta alla gestione da parte di società che di privatistico hanno solamente la disciplina normativa cui devono soggiacere ma che, in quanto a capitale versato, sono in tutto e per tutto pubbliche con il rischio di trasformarsi in “ carrozzoni” all’ombra dei quali spesso e volentieri si celano gravi episodi di malcostume amministrativo che alla fine si traducono solamente in gravi pregiudizi economici per il Comune concessionario, cioè Sanremo, e per i suoi residenti. Siamo parimenti contrari, ovviamente, ad una gestione diretta della Casa da gioco da parte del Comune di Sanremo” Cascino, poi, indica pure a grandi linee quella che dovrebbe essere la politica gestionale del Comune matuziano, cioè dell’ente appaltante, nei confronti della società appaltatrice: “Il Comune dovrebbe quinquiennalmente fissare un canone d’affitto che nella sua quantificazione tenga conto sia dei bisogni istituzionali dell’Ente stesso sotto il profilo delle spese in conto capitale, le entrate derivanti dall’attività del Casinò dovrebbero infatti aiutare le finanze comunali nella parte concernente gli investimenti da attuarsi onde favorire lo sviluppo del territtorio, sia della durata della Concessione da accordare all’affittuario. Ovviamente nella determinazione del canone bisognerà essere elastici in quanto per la specificità dell’impresa esercitata, il rischio per l’appaltatore sarà massimo. In poche parole essendo del tutto aleatorie le entrate in un impresa che gestisce una Casa da Gioco non è difficile prevedere come le medesime possano fluttuare anche considerevolmente da un anno all’altro. Sin dalla sua rinascita - conclude Casino - a seguito della Licenza accordata dall’allora Duce degli italiani Benito Mussolini al Podestà matuziano Pietro Agosti nel 1927, e fino al 1969 la Casa da Gioco sanremese fu gestita da imprenditori privati del ramo, come la Casinò Municipale s.a. e la Sait del cavaliere De Santis o, nel secondo dopoguerra, l’Ata del Presidente dell’Inter Masseroni, prima, e dell’albergatore Bertolini, poi. Dall’inizio degli anni settanta il Casinò di Sanremo iniziò ad aessere gestito dalla cosa pubblica sia direttamente che per mezzo di società di natura privatistica, ma con capitali pubblici, attraversando continui scandali piccoli o grandi e portando spesso alla paralisi amministrativa del Comune matuziano. Ora, afferma l’Italia dei Valori, è giunto il momento di voltare definitivamente pagina, cacciare i politici, travestiti da manager, dal bianco palazzo di Corso degli Inglesi e relegare il Comune di Sanremo all’importante ruolo di mero controllore”.   

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