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Eventi | 13 aprile 2020, 07:14

Emergenza Coronavirus e mondo dello spettacolo, intervista al patron del Teatro Ariston Walter Vacchino: “Il Festival 2021? Si pensi anche a uno spostamento di un paio di mesi”

Intanto gli spettacoli previsti tra aprile e maggio sono stati reinseriti in calendario in autunno

Walter Vacchino con Amadeus

Walter Vacchino con Amadeus

Inizierei dalla conferenza stampa di Bill Gates del 2015 durante la quale ha descritto un possibile scenario come quello che poi si è verificato con il Coronavirus nel 2020. Com’è possibile che in un evento pubblico di tale portata se ne sia parlato e, poi, nulla sia stato fatto per fronteggiare evenienze di questo tipo?”. Parte da questo interrogativo la lunga riflessione che abbiamo voluto condividere con il patron del Teatro Ariston Walter Vacchino in merito alle conseguenze dell’emergenza Covid-19 sul monto dello spettacolo.

Il Festival è finito il 9 febbraio e il 23 è arrivata la prima normativa del Governo che indicava teatri chiusi e cinema aperti, ritenendola una follia abbiamo chiuso completamente la nostra attività - prosegue Vacchino - abbiamo virtualmente riaperto due settimane fa con ‘L’Ariston alle 5 della sera’, per mantenere una connessione con un palco come punto di incontro tra persone, un esperimento che sta andando avanti per realizzare connessioni con amici che, direttamente o indirettamente, hanno fatto parte di spettacoli o di iniziative con noi”.

Come sta vivendo l’emergenza? “Il tempo ha una sua spazialità legata alla condizione umana, qualche settimana è il nulla, ma per una civiltà come la nostra è un’era, tutto quello che ci sta capitando è un’era. Ci sono milioni di persone segregate che possono uscire di casa solo grazie alla tecnologia e alle connessioni. Tutto questo è legato a uno spazio temporale che è diverso da quello che avevamo prima e lo utilizziamo in maniera differente. Sono le due dimensioni, quella del tempo che si è dilatata e quella dello spazio che si è ristretto. E noi siamo in mezzo. Fino a quando questo sistema ha un proprio equilibrio e una propria armonia possiamo far fronte”.

Come vede il futuro nei prossimi mesi? C’è una priorità assoluta: la capacità della scienza di trovare l’antidoto per questo veleno che ci sta intossicando. Se riusciamo a far rientrare in una lotta più consona tra il corpo e il virus senza che abbia questi effetti devastanti, ecco che potremmo riassestare la nostra macchina. Ma penso che sarà una fase non brevissima e che in questa fase lo spettacolo e lo stare insieme dovranno sottostare a certe regole che permettano la fruizione dello spettacolo, ma con una platea che ancora non potrà essere aperta. Stare vicini sarà difficile per un aspetto psicologico. Questa è la mia priorità, aspettiamo una chiarezza sotto questo punto di vista, quando risarà un equilibrio tra il rischio calcolato e il piacere di tornare a incontrarci. Penso che a maggio ne sapremo qualcosa di più. Trovo un aspetto positivo: la Walt Disney pensa di riaprire a giugno”.

Come state lavorando sul piano dell’azienda Ariston? Stiamo riprogrammando gli spettacoli di aprile e maggio. Il 10 aprile era in programma lo show di Angelo Pintus che è stato rinviato al 23 ottobre con biglietti validi anche per quella data. Chi, invece, vorrà il rimborso potrà chiederlo tramite il nostro sito dal 15 in poi. Stessa cosa per il concerto di Paolo Conte, rinviato dal 30 aprile al 6 novembre. Anche gli spettacoli di maggio saranno riprogrammati in autunno. Penso che gli spettatori abbiano la speranza di vedere i loro beniamini più in là e le date ipotizzate potrebbero essere possibili. Il tempo che abbiamo davanti ci permetterà di reagire”.

E per i dipendenti? Attualmente stiamo chiedendo la cassa integrazione dal 1° aprile per il comparto spettacolo, fino ad oggi abbiamo provveduto come azienda, mentre per il bar dall’1 marzo. Vogliamo ragionare da famiglia con tutti i nostri collaboratori”.

Infine il capitolo Festival. Come guarda all’edizione 2021? Serve un’ampia riflessione. Se la data di inizio febbraio non permette di fare un Festival con luci, lustrini e tutto il resto, allora può essere che si pensi di spostarlo in avanti di uno o due mesi. Ovviamente se tutto questo permette di essere più tranquilli per tutti i protagonisti, dagli artisti agli addetti ai lavori e se la programmazione Rai lo può prevedere. L’altra ipotesi, quella più ottimistica, è che ai primi di febbraio la situazione sia tale da permettere, rispondendo a certe norme, di godersi lo spettacolo come in qualsiasi altro teatro. C’è un’ultima ipotesi che non voglio nemmeno tenere in considerazione…”.

Redazione

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