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Eventi | 03 febbraio 2020, 17:50

Sanremo, sensazioni dalle prove all'Ariston: domina Rancore, frizzanti i Pinguini Tattici Nucleari

Le prime impressioni dopo le prove odierne dei cantanti in gara in vista della prima serata del Festival

Sanremo, sensazioni dalle prove all'Ariston: domina Rancore, frizzanti i Pinguini Tattici Nucleari

Grande energia sul palco dell'Ariston a poco più di 24 ore dalla serata inaugurale del Festival di Sanremo. Oggi i cantanti in gara si sono alternati per le prove generali con l'orchestra e il pubblico di addetti ai lavori. Domani la prima tranche dei 24 big, composta da Achille Aluro, Anastasio, Bugo e Morgan, Diodato, Elodie, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Marco Masini, Rita Pavone, Riki, Le Vibrazioni e Alberto Urso. 

Le prove sono iniziate alle 14 e proseguite per tutto il pomeriggio. Ecco le nostre impressioni sulla seconda parte della scaletta, in ordine alfabetico. 

Un vivace e scanzonato Piero Pelù ha subito inondato la platea con la sua vena rock inconfondibile, addolcita tuttavia da un testo affettuoso e sincero. "Gigante" è una lettera fuori dai denti scritta al nipote e a tutti i "piccoli" della terra. Un inno giocoso che ribalta per certi versi la celebre espressione di Bernardo di Chartres, "siamo nani sulle spalle dei giganti", spronando a crederci, sempre, a non sminuirsi né mortificarsi. 

E si respira già aria d'estate grazie al "Ringo Starr" dei Pinguini Tattici Nucleari, che sembra quasi un magico ritorno alle atmosfere festose di Lo Stato Sociale nel 2018. A far da padrone, sintonia e naturalezza, unite all'orgoglio di rivendicare un ruolo di secondo piano "in un mondo di John e di Paul" - con riferimento alle gerarchie di popolarità interne ai Beatles. Un pezzo vivace, immediatamente orecchiabile, arricchito da un'ottima presenza scenica che invoglia a tenere il tempo e battere le mani. Cifra stilistica dei giovanissimi bergamaschi, che non mancherà di catturare e coinvolgere il pubblico fin da subito. 

Ma la vera esplosione - a livello musicale, scenico e interpretativo - l'ha data Rancore, il talentuoso rapper romano classe '89 reduce dalla collaborazione con Daniele Silvestri lo scorso anno, con la canzone "Argento vivo" (Premio della Critica). Alla rabbia adolescenziale stavolta si sostituisce un testo raffinatissimo, estremamente colto ed ermetico: "Eden" è pregno di riferimenti alla mitologia, alla scienza, alla geopolitica e altro ancora, con al centro una mela e tutti i suoi significati. Rancore non sta mai fermo, ammicca, si dimena, scatta in avanti, sfugge, incita. Una vera bestia da palcoscenico, dominatore indiscusso e campione di versatilità. 

Suoni caraibici e messa in scena da vaudeville per Raphael Gualazzi, che ci trascina direttamente in Brasile con "Carioca". Un parola che non indica solo un caleidoscopio di colori e danze, ma una vera e propria filosofia di vita, in quel di Rio de Janeiro. Gualazzi vi si immerge del tutto, seduto al suo pianoforte ma contornato da un siparietto orchestrale degno delle migliori riviste di una volta. Come un sogno retrò e latino, destinato a sfumare nel ricordo. 

Ruggente e potentissima, Rita Pavone ha dimostrato la grinta di una leonessa che attacca e si difende, proprio come il testo di "Niente (Resilienza 74)" suggerisce. Un rock anni '70-'80 che urla senza riserve e non si piega, rivelando una nuova anima della ex showgirl "pel di carota", quasi settantacinquenne eppure grintosa come una trentenne. Rigorosamente in pantaloni. 

Manuela Marascio

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