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Attualità | 29 dicembre 2025, 07:04

Pane, non pietre: la riflessione del Vescovo, verità e misericordia nell’azione pastorale al termine dell’Anno Giubilare 2025

Il Vescovo Antonio Suetta invita la Chiesa a un’accoglienza che non rinuncia alla verità del Vangelo e al cammino di conversione

Pane, non pietre: la riflessione del Vescovo, verità e misericordia nell’azione pastorale al termine dell’Anno Giubilare 2025

Al termine dell’Anno Giubilare, il Vescovo Antonio Suetta propone una riflessione forte e articolata sul senso autentico dell’azione pastorale della Chiesa, mettendo in guardia dal rischio del pastoralismo, cioè di una prassi che, per desiderio di inclusione o timore di ferire, finisce per svuotare il Vangelo della sua verità. A partire dalla domanda evangelica di Gesù («Se un figlio chiede pane, gli darà una pietra?»), il Vescovo usa l’immagine del pane e delle pietre per distinguere tra ciò che realmente nutre e salva (la verità del Vangelo unita alla misericordia) e ciò che invece illude, appesantisce e allontana da Dio (l’accomodamento, il relativismo morale, il silenzio pastorale).

Mons. Suetta ribadisce che accoglienza non significa approvazione automatica: Gesù accoglie ogni persona, ma non giustifica il peccato. La vera carità cristiana non dice “va tutto bene”, bensì accompagna ciascuno verso la conversione e la libertà interiore. Separare misericordia e verità, secondo il Vescovo, porta a due estremi ugualmente dannosi: una misericordia ingannevole o una verità senza amore.

Nella parte centrale della lettera vengono affrontati alcuni ambiti concreti: le situazioni matrimoniali irregolari e le questioni legate all’omosessualità e alla realtà LGBT. In questi casi il Vescovo insiste sul fatto che la Chiesa deve accogliere ogni persona con rispetto e dignità, ma senza rinunciare ad annunciare il progetto di Dio sul matrimonio, sulla sessualità e sulla vita sacramentale. Tacere la chiamata alla conversione o benedire situazioni incompatibili con il Vangelo equivale, secondo lui, a offrire “pietre” invece del “pane” della verità. Emblematica è la testimonianza di Beatrice Fazi, che mostra come un “no” detto con carità possa diventare l’inizio di un autentico cammino di fede.

Il Vescovo richiama con forza la responsabilità di pastori, educatori e genitori, invitandoli al coraggio delle parole chiare, della correzione fraterna e dell’accompagnamento paziente, senza cedere alla paura o alla pigrizia pastorale. Solo una Chiesa che sa distinguere il bene dal male rispetta davvero la dignità delle persone.

Nella conclusione, mons. Suetta affida alla Chiesa diocesana una domanda decisiva: che cosa stiamo offrendo a chi ci viene incontro, pane o pietre? Il mondo, afferma, non chiede alla Chiesa facili slogan o conferme delle proprie ombre, ma luce, verità e speranza. Verità e misericordia devono camminare insieme, perché solo così la Chiesa può rimanere fedele al Vangelo ed essere autentica madre che nutre, non che illude.

(Sotto la lettera del Vescovo, scaricabile)

Files:
 Lettera Pastorale Pane non Pietre (3.4 MB)

Carlo Alessi

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