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Politica | 04 novembre 2025, 08:32

Ventimiglia Futura all'attacco sulle rette degli asili nido comunali "Una città che penalizza le famiglie invece di sostenerle"

"Si parla di favorire le nascite e poi si impongono costi che scoraggerebbero chiunque dal mettere al mondo un figlio"

Ventimiglia Futura all'attacco sulle rette degli asili nido comunali "Una città che penalizza le famiglie invece di sostenerle"

Ventimiglia Futura denuncia con forza la scelta dell’amministrazione comunale di aumentare in modo vertiginoso le rette degli asili nido comunali: "Le famiglie con un reddito ISEE compreso tra 15 e 20 mila euro dovranno arrivare a pagare fino a 770 euro al mese per l’accesso al nido. Una cifra semplicemente sproporzionata, che rischia di escludere molte famiglie da un servizio essenziale e di trasformare un diritto in un privilegio per pochi. Un paradosso tutto ventimigliese: mentre a livello nazionale si moltiplicano i proclami sul sostegno alla natalità, all’infanzia e alla genitorialità, nella nostra città si compie l’esatto contrario".

"Si parla di favorire le nascite - prosegue Ventimiglia Futura - e poi si impongono costi che scoraggerebbero chiunque dal mettere al mondo un figlio. L’assessore Milena Raco ha motivato l’aumento con la necessità di reperire risorse per la manutenzione delle strutture. Ma scaricare i costi direttamente sulle famiglie è la scelta più semplice e, al tempo stesso, la più ingiusta. Un’amministrazione attenta e lungimirante dovrebbe trovare soluzioni alternative, attingendo a fondi regionali, nazionali o europei, non colpendo chi già sostiene il peso della crisi economica quotidiana. Eppure, Ventimiglia non è una città qualsiasi: è un territorio che soffre tassi altissimi di disoccupazione giovanile e abbandono scolastico, dove le famiglie resistono tra mille difficoltà pur di costruire qui il proprio futuro. Invece di sostenerle, questa scelta le penalizza ulteriormente, aumentando il divario sociale e rendendo sempre più difficile conciliare lavoro e famiglia".

Il movimento frontaliero evidenzia quanto accade in altre regioni italiane per rendersi conto della sproporzione:
- Piemonte: retta media di circa 350 euro al mese, con una quota a carico delle famiglie del 20%.
- Veneto: retta media di 351 euro, più un contributo una tantum fino a 1.000 euro l’anno, oltre al bonus INPS.
- Toscana: con la misura “Nidi gratis”, l’accesso ai servizi per la prima infanzia è gratuito per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro.

"E Ventimiglia? Qui - prosegue - si arriva a chiedere 770 euro al mese. Un record negativo che rischia di farci primeggiare solo per le rette più alte della Liguria, forse d’Italia. Dove sono finite, allora, le promesse di sostegno alla genitorialità e all’infanzia? Che senso ha parlare di “valorizzazione del territorio” se poi si mettono in difficoltà proprio le famiglie che lo tengono vivo? Un’amministrazione comunale responsabile dovrebbe considerare i servizi educativi per la prima infanzia non come un costo, ma come un investimento nel futuro della città. Aumentare le rette significa invece imboccare la strada opposta: escludere, dividere, scoraggiare. È davvero triste vedere una città come Ventimiglia, già fragile sotto tanti aspetti, scegliere di penalizzare chi prova con coraggio a costruire qui la propria vita e il proprio futuro".

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