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Attualità | 14 ottobre 2025, 09:30

Il cantautore sanremese Maurizio Ferrandini presenta “La marcia degli automi” (Video)

Un singolo e un videoclip-cinema che scuotono l’anima collettiva: tra denuncia sociale e visione poetica

Il cantautore sanremese Maurizio Ferrandini  presenta “La marcia degli automi” (Video)

Con La marcia degli automi, Maurizio Ferrandini firma un’opera musicale e visiva di forte impatto emotivo e concettuale, capace di interrogare le dinamiche profonde della società contemporanea. Il brano, disponibile come singolo e accompagnato da un videoclip strutturato come un vero e proprio cortometraggio, si presenta come una riflessione lucida e visionaria sulla progressiva disumanizzazione dell’individuo moderno.

Ferrandini costruisce La marcia degli automi su una base ritmica percussiva che evoca il passo cadenzato e rumoroso di una massa in movimento, priva di direzione e identità. Il basso incisivo, scolpito da sintetizzatori dal sapore retrò, amplifica il senso di meccanicità, mentre l’arrangiamento riesce a mantenere una tensione melodica che colpisce l’ascoltatore con forza e precisione.

Il testo, scandito da movimenti ripetitivi e schematici, diventa manifesto di una società che avanza e regredisce simultaneamente, prigioniera di un ciclo produttivo che soffoca il senso condiviso dell’esistenza. Ferrandini denuncia una condizione in cui cellulari, media e ritmi lavorativi frenetici annullano la capacità di sentire profondamente, trasformando l’uomo in ingranaggio.

A chiudere il brano, un assolo di chitarra firmato da Tony Bellardi, registrato con una tecnica innovativa che fonde la timbrica organica dello strumento con le sonorità elettroniche dei Moog. Il risultato è un momento di altissima intensità emotiva, una cesura lirica che prepara il terreno al finale.

Il videoclip de La marcia degli automi non si limita a illustrare il brano: lo espande, lo interpreta, lo trasforma in esperienza cinematografica. Ferrandini firma una regia ambiziosa, con scenografie curate nei minimi dettagli e soluzioni visive che oscillano tra realismo distopico e visioni oniriche. Le tecniche di ripresa avanzate e gli effetti di movimento evocano il grande cinema spettacolare, pur mantenendo una cifra estetica personale e riconoscibile.

Ogni sequenza è orchestrata con precisione, trasformando la marcia degli automi in una danza inquietante e ipnotica, dove l’individuo si dissolve nel collettivo, e la speranza si affaccia tra i frammenti di una società omologata.

Il singolo si inserisce nel progetto più ampio Quello che non c’è, un’opera rock che Ferrandini descrive come “un viaggio fra memoria e assenza”. L’Atto 1 del disco, dal tono etereo e preparatorio, esplora la perdita del passato e dei sogni d’infanzia non realizzati, suggerendo atmosfere vaghe e misteriose. La marcia degli automi funge da ponte tra la dimensione personale e la denuncia sociale, proponendo un’immagine contemporanea in cui il bambino interiore cerca ancora una via di ritorno.

Disponibile su tutte le piattaforme digitali e concepito per la sala e lo schermo, La marcia degli automi è un’opera che ambisce a parlare tanto all’occhio quanto all’orecchio. Un invito urgente e poetico a riconoscere la nostra umanità prima che il ritmo della marcia la inghiotta.

Redazione

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