Tra le osservazioni che sono state presentate in merito al progetto di riqualificazione del Porto Vecchio sono presenti anche quelle delle associazioni sportive dilettantistiche di pesca “Il Gabbiano”, “Il Timone” e “U Luvassu” che hanno presentato relazioni tecniche, firmate singolarmente dall’ingegnere Mauro Nalin, in cui sollevano forti perplessità.
Il documento, redatto nell’ambito della Conferenza dei Servizi indetta dal Comune, evidenzia numerose criticità: dalla riduzione delle aree in concessione alla carenza di spazi a terra, fino alla non conformità di canali e posti barca rispetto alle raccomandazioni tecniche internazionali (PIANC).
Secondo le associazioni, il nuovo layout progettuale ridurrebbe di oltre 90 metri le attuali lunghezze di ormeggio, con un totale di superfici in concessione sottostimate di circa 3.000 mq. “Una sottovalutazione che comprometterebbe l’operatività delle società e la sicurezza delle manovre all’interno del porto”, si legge nel documento.
Altro nodo riguarda i dragaggi: il progetto definitivo prevede un semplice livellamento dei fondali, ma per le associazioni “solo la rimozione dei sedimenti può garantire sicurezza ambientale e navigabilità”, evitando il rischio di dispersione di materiali accumulati dal secondo dopoguerra.
Le società sportive chiedono inoltre il mantenimento del rapporto concessorio diretto con il Comune di Sanremo, spazi adeguati per sedi e attrezzature, e soprattutto la continuità delle attività anche durante i lavori.
Non mancano osservazioni più generali evidenziate esclusivamente dall’Associazione Ii Timone : assenza di aree tecniche per la manutenzione, mancanza di banchine per unità istituzionali e tender, carenze nelle misure di Port Security e nella predisposizione per le emergenze.
"Per le associazioni, e in particolare per Il Timone - afferma il geometra Alessandro Albiosi, tecnico del Timone Appunto - ci sono state delle penalizzazioni dal nuovo layout di progetto per quanto riguarda la posizione, senza dimenticare la riduzione dei numeri dei posti barca. Non sono state rispettate le normative Pianc che prevedono una distanza tra un pontile e l'altro e un'area di manovra decisamente superiori rispetto al progetto. Una cosa che abbiamo evidenziato anche durante la riunione coi capigruppo del consiglio comunale. Come Associazione Il Timone evidenziamo altresì problematiche di carattere generale che interessano il futuro della Città di Sanremo e nella fattispecie la mancanza di uno scivolo di alaggio e varo per i mezzi di soccorso, un distributore di carburante, un cantiere che possa intervenire sulle questioni di sicurezza, ormeggi per la Guardia Costiera e della Marina Militare. Evidenzio inoltre il notevole aumento di posti barca a favore del proponente che nel progetto a base d’asta prevedeva posti barca fino alla metà del molo e sulla banchina lato baretti (per ormeggio barche a vela) mentre nell’ultimo layout/progetto sembra volere tutto il molo relegando le Associazioni ed i pescatori solamente sul lato est del porto limitandone notevolmente gli spazi . A tutto questo va aggiunta una questione molto importante che è quella estetica, aspetto fondamentale per la città di Sanremo in una zona (baretti e piazzale Vesco) che rappresenta l’affaccio del cittadino e turista sul porto. Evidenzio, come cittadino, che questo aspetto nell’ultimo progetto è fortemente penalizzato.
“Il Porto Vecchio non può essere trasformato sacrificando storia, identità e sicurezza – dichiara Albiosi – La riqualificazione deve garantire la permanenza delle attività che da decenni rappresentano il cuore pulsante della marineria sportiva sanremese. Evidenzio infine che questo project deve costituire un opera per il bene della Città ed in secondo luogo per il privato, e non viceversa”.














