La concessione dei campi da tennis comunali di Ospedaletti torna al centro del dibattito politico, con un’interpellanza presentata dal gruppo di minoranza “Ospedaletti Insieme” e discussa nel consiglio comunale di questa sera. Al centro della questione, sollevata dalla consigliera e capogruppo di minoranza Valentina Lugarà, la modifica sostanziale dell’originario rapporto concessorio, in particolare lo scorporo del bar dal complesso tennistico, la gestione delle proroghe sui lavori e la rimodulazione del canone.
“Già in passato avevamo evidenziato criticità – ha sottolineato Lugarà – ma oggi assistiamo a una serie di atti che cambiano profondamente i termini della concessione approvata nel 2020. Il bar, inizialmente previsto come parte integrante del bando, viene ora escluso, mentre si è deciso di sospendere alcune sanzioni per ritardi nei lavori, di revocarne altre e di ridurre il canone. Ci chiediamo se siano state effettuate le opportune valutazioni tecnico-giuridiche prima di procedere in questa direzione. Senza dimenticare che si parla di pubblicare un nuovo bando solo per il bar: quali riflessioni sono state fatte a monte?”.
Nel corso del confronto, il sindaco Daniele Cimiotti ha ricostruito i passaggi che hanno portato l’amministrazione a rivedere l’accordo con il concessionario. “Al primo bando partecipò una sola ditta – ha spiegato – e si pensò di inserire il bar per garantirne un’apertura quotidiana e accessibile anche ai non soci. In realtà, chi lo gestiva era lo stesso maestro di tennis, e il bar rimaneva spesso chiuso. Dopo diversi solleciti e sanzioni, abbiamo verificato lo stato dell’impianto, riscontrando ulteriori problemi, anche nei campi. Da lì l’idea di togliere il bar dalla concessione, rivedere il canone e chiedere l’ultimazione dei lavori richiesti, alcuni dei quali sono comunque stati eseguiti”.
Sulla possibilità di risolvere il contratto in caso di nuovi inadempimenti, Cimiotti ha frenato: “Avviare un contenzioso non è semplice. Abbiamo due avvocati in consiglio che sanno bene quanto queste cause possano durare e costare. Per questo stiamo valutando l’ipotesi di ridurre la durata della concessione, da 10-12 anni a meno, per uscire da questa situazione prima possibile”.
La consigliera Lugarà ha però insistito sull’importanza di capire se le inadempienze siano frutto di difficoltà oggettive o di errori di progettazione iniziale. “Se il bando non era sostenibile, doveva essere rivisto prima – ha ribadito – altrimenti si rischia di compromettere la credibilità futura degli affidamenti pubblici”.
Anche il consigliere Giorgio Boeri ha chiesto chiarimenti sulle sanzioni: “Sono state ritirate tutte?”. Il sindaco ha replicato che alcune sono state applicate, altre sospese e che in caso di nuovi ritardi verranno reintrodotte.
Il nodo resta quindi aperto, tra richiami alla legalità, esigenze di trasparenza e necessità, da parte dell’amministrazione, di trovare un equilibrio tra tutela del bene pubblico e gestione pragmatica delle difficoltà. Con una certezza: il caso tennis continuerà a far discutere.














