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Eventi | 21 giugno 2025, 07:14

Triora, memoria viva di una storia antica: si conclude la Summer School sulla stregoneria (Foto)

Portone: “Una comunità che ha saputo fare i conti con il proprio passato”

Si è conclusa con successo a Triora, borgo ligure noto per la sua storia legata ai processi di stregoneria, la Scuola Estiva organizzata dal centro INQUIRE – International Centre for Research on Inquisitions dell’Università di Bologna. Dal 16 al 18 giugno, il Comune ha accolto un’intensa tre giorni di studio dedicata al tema “Magia, stregoneria e processi. Fonti, temi, problemi”. L’iniziativa ha riunito giovani studiosi provenienti da tutta Italia – laureandi magistrali, dottorandi e ricercatori post-doc – accomunati dall’interesse per la storia della persecuzione delle streghe tra Medioevo ed Età moderna.

La scuola si è proposta come un’occasione di confronto tra approcci e metodi di ricerca, in un dialogo interdisciplinare che ha messo al centro le fonti storiche e le questioni ancora aperte intorno a uno dei fenomeni più complessi e controversi del passato europeo.
Nel cuore di un luogo simbolico come Triora, teatro di celebri processi per stregoneria nel Cinquecento, il corso ha rappresentato un momento prezioso per rinnovare l’interesse scientifico e culturale su un tema che continua a suscitare domande e riflessioni.

Abbiamo intervistato Paolo Portone, curatore del Mes (Museo etno storico della Stregoneria di Triora) e il professore Vincenzo Lavenia dell’Università di Bologna.

Intervista a Paolo Portone

“Triora è stata teatro di uno dei più rilevanti processi per stregoneria avvenuti in Italia. La comunità locale ha scelto di non dimenticare, ma anzi di risalire ‘dal soffitto’ – come metaforicamente amano dire gli organizzatori – per recuperare quella memoria, rileggerla con attenzione e trasmetterla alle generazioni future.”

Con queste parole, il professor Portone ha commentato la conclusione della Summer School dedicata alla stregoneria, organizzata a Triora in collaborazione con l’Università di Bologna. Il borgo ligure, noto per la sua storia controversa e affascinante, è oggi sede del Museo etnostorico della stregoneria, inaugurato nel 2015 grazie al sostegno convinto delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni.

La scuola estiva rappresenta l’ultima tappa di un percorso culturale e scientifico avviato nel 2024 con un convegno internazionale, anch’esso promosso dall’ateneo bolognese. “Triora è ormai riconosciuta dalla comunità scientifica come un caso di studio emblematico – sottolinea Portone – grazie alla sua storia e al forte valore simbolico che oggi assume nel dibattito sulla memoria e l’identità.”

Tra i casi analizzati durante il corso, quello di Franchetta Borelli, una giovane del popolo accusata di stregoneria nel 1582, ha assunto un significato centrale. La sua vicenda è paradigmatica: finì sotto processo senza nemmeno sapere di esserlo, risucchiata nei meccanismi spietati dell’Inquisizione. Fu sottoposta a torture brutali, come quella del cavalletto, e rischiò la vita.

Ma in quegli stessi anni, qualcosa stava cambiando anche nei palazzi del potere. A Roma, le alte gerarchie cominciavano a diffidare dell’inquisitore Giulio Scribani, figura controversa e considerata sempre più come un elemento fuori controllo. Si avvertiva l’esigenza di riportare i processi entro una liturgia più “ortodossa”, meno sanguinaria. Franchetta riuscì così a salvarsi, simbolo di un passaggio storico cruciale.

“Questa esperienza formativa – conclude Portone – ha mostrato come una piccola comunità possa restituire valore alla propria storia e farne un patrimonio condiviso di riflessione e conoscenza.”

Intervista a Vincenzo Lavenia

“Questa seconda sessione del convegno, interamente dedicata ai giovani, ha rappresentato un momento prezioso per riflettere su una delle pagine più complesse della nostra storia.” Con queste parole il professor Vincenzo Lavenia, docente all’Università di Bologna, ha commentato la conclusione dell’iniziativa promossa a Triora nell’ambito delle attività finanziate dal PNRR del Comune.

Al centro del convegno, la stregoneria e le sue declinazioni nelle diverse epoche storiche, con un focus particolare sul XVI secolo e sul celebre caso Triora. “Ci troviamo – ha spiegato Lavenia – in una fase in cui la caccia alle streghe stava riprendendo vigore, dopo un lungo periodo di silenzio. Questa recrudescenza si manifestò soprattutto in aree periferiche e montane, come la vallata di Triora, distanti dai grandi centri del potere giudiziario che avrebbero potuto esercitare un maggiore controllo sul fenomeno.”

A Triora, come è noto, la situazione degenerò rapidamente: decine di ragazze furono coinvolte in un’ondata di accuse, sospetti e processi. Solo l’intervento della Congregazione del Sant’Uffizio da Roma riuscì a evitare un epilogo ancora più drammatico.

Ma al di là dei singoli episodi, il convegno ha offerto l’occasione per un’analisi più ampia. “Le cosiddette streghe di Triora – ha osservato Lavenia – erano con ogni probabilità donne che, in un contesto sociale fragile, esercitavano una forma di protagonismo all’interno della comunità. Un protagonismo che, filtrato dallo sguardo maschile di magistrati e teologi, veniva percepito come minaccioso e dunque bollato come stregoneria.”

Secondo il docente bolognese, fu proprio nel tardo Cinquecento che il sapere femminile cominciò ad essere sistematicamente associato a una dimensione demoniaca, aprendo la strada a persecuzioni su larga scala. “Triora – conclude – è riuscita non solo a conservare la memoria di quei fatti, ma a trasformarla in uno strumento di consapevolezza e cultura, offrendo ai visitatori un esempio straordinario di come si possa fare storia dal basso, partendo dalle voci dimenticate.”

Christian Flammia

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