Bordighera inaugura una pietra d’inciampo in memoria del cittadino Ettore Renacci, deportato al campo di Fossoli e fucilato nel luglio 1944.
La cerimonia, organizzata dall’Amministrazione comunale con la Fondazione Fossoli e Aned Nazionale nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione, è avvenuta questa mattina in via Nazario Sauro, all'incrocio con via Vittorio Emanuele II, nei pressi dell’ultima residenza da uomo libero di Ettore Renacci.
Per l'occasione erano presenti l'Amministrazione comunale, autorità militari, la polizia locale, gli studenti delle medie e delle superiori della città, associazioni del territorio e i cittadini. Durante la cerimonia padre Faustino ha benedetto la pietra d’inciampo, si è tenuto l'onore ai caduti e poi sono intervenuti il presidente del consiglio comunale di Bordighera Stefano Gnutti, il consigliere provinciale Eliano Brizio, Anna Marina Peroglio Biasa, delegata Aned Imperia e provincia, e Isabella Giovanardi della Fondazione Fossoli.
"Il progetto è partito alcuni anni fa. Con l'amico Simone Falco e la professoressa Peroglio abbiamo pensato di onorare e ricordare un nostro concittadino, Ettore Renacci, che abitava qui, al numero 8" - fa sapere il presidente del consiglio comunale di Bordighera Stefano Gnutti - "Nel 1944 è stato arrestato, deportato e fucilato. Non era un delinquente, aveva solo la colpa di non pensarla come gli altri. Vi erano situazioni folli e assurde, effettivamente è stato un periodo cupo della nostra storia. E' importante e doveroso da parte delle istituzioni ricordare questi avvenimenti e renderli concreti. La concretezza sta nel mettere la pietra d'inciampo, donata dalla Fondazione Fossoli, dove viveva per rendere tangibile questo avvenimento terribile e farci ricordare. Non dobbiamo farlo cadere nell'oblio".
"Porto i saluti dell'onorevole Scajola, che oggi per impegni assunti in precedenza non può essere qua con noi" - dice il consigliere provinciale Eliano Brizio - "Per me è un dovere essere qua a ricordare una persona che ha perso la vita per darci la libertà che oggi abbiamo. All'epoca purtroppo chi non la pensava come determinata gente faceva la fine di Ettore Renacci. Credo che bisogna sempre ricordare questi momenti e nelle scuole è importante studiare tante materie e ricordare quello che è stato il passato. Se noi oggi siamo qua è anche grazie al passato".
"Un progetto particolare per i 67 martiri fucilati al poligono di tiro del Cibeno promosso dalla Fondazione Fossoli e Aned nazionale unitamente all'amministrazione comunale della città con cui, da un paio di anni, la nostra sezione ha instaurato una collaborazione proficua nel ricordo delle storie di deportazioni di questo territorio" - approfondisce Anna Marina Peroglio Biasa, delegata Aned Imperia e provincia - "Nel 2023 sono state poste la targa e l'albero nella scuola primaria Rodari in memoria dei deportati di Bordighera in collaborazione con l'Amministrazione comunale e l'Anpi. Ogni anno, il 27 gennaio, vengono coinvolte le scuole di questo territorio. Quest'anno nel giorno della memoria nelle classi dell'istituto Ruffini il sindaco è venuto personalmente per portare e fare vedere la pietra d'inciampo, che oggi è stata posizionata, agli studenti di terza media. Il 12 luglio del 1944, un commando di SS prelevò dal campo di polizia e transito di Fossoli 67 deportati e li fucilò nel poligono di tiro del Cibeno. Erano uomini di diverso orientamento ideale e politico accomunati dall'opposizione al nazifascismo che lottavano per una società più giusta e per la libertà dalle dittature. In occasione dell'80esimo anniversario della strage, il 7 luglio 2024, durante la cerimonia a Carpi è avvenuta la consegna simbolica delle pietre d'inciampo, dove il presidente di sezione si è recato a prenderle per poi consegnarle. L'iniziativa ha voluto restituire dignità e ricordare le vittime del fascismo e del nazismo attraverso una piccola pietra che riporta i dati essenziali del deportato. Vuole restituire alla comunità il suo nome e dimostrare che non è stato dimenticato. Nel campo di Fossoli ci capitò anche il 37enne Ettore Renacci, antifascista. Dopo l'8 settembre fu, infatti, attivo nel reclutare giovani, soprattutto militari sbandati anche provenienti dalla Francia. Faceva parte di un gruppo di antifascisti e così è stato arrestato, deportato e fucilato nel poligono di tiro del Cibeno. I motivi della strage non sono stati mai del tutto chiariti. E' stato definito l'atto più efferato commesso nell'Italia occupata dalle SS su persone internate in un campo di concentramento. Il riconoscimento delle salme fu difficoltoso perché su di esse fu sparsa calce viva. Le vittime furono tutti uomini provenienti da diverse regioni, dai 16 ai 64 anni. Da oggi con questa posa chi passerà di qui potrà camminare, casualmente, sopra a questa targhetta di ottone, senza inciampare davvero, per far fermare a riflettere e leggere il nome di una persona uccisa ingiustamente, un modo per riportalo a casa".
"Invito tutti, soprattutto i giovani, a vedere che cosa è stato Fossoli, che adesso è molto cambiato rispetto a quel periodo ma che porta ancora i segni di quanti sono passati e di tutti quelli che ci hanno permesso oggi di essere liberi. E' un luogo di memoria che va onorato" - dichiara Isabella Giovanardi della Fondazione Fossoli - "L'obiettivo del progetto è quello di ridare una casa e una memoria a quanti si sono sacrificati per la nostra libertà e di trasmettere la memoria a chi è più giovane per tramandare la testimonianza nel futuro".
































