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Politica | 11 marzo 2025, 12:53

Decreto Bollette, CNA Imperia denuncia l'ennesima beffa per le piccole imprese: "Necessaria una vera concorrenza nel mercato dell'energia"

Vazzano: "Siamo stanchi di un mercato drogato e sbilanciato a favore dei grandi gruppi energetici, mentre le piccole imprese vengono lasciate alla deriva"

Luciano Vazzano

Luciano Vazzano

Il recente decreto sulle bollette rappresenta un'illusione di attenzione nei confronti del sistema produttivo italiano, ma ancora una volta a pagare il prezzo più alto sono le micro e piccole imprese. Oltre un milione di attività rimangono escluse dalle misure previste, nonostante siano loro a sostenere il 50% degli oneri generali di sistema, per un totale di ben 6 miliardi di euro all'anno. CNA Imperia denuncia questa ingiustizia e chiede con forza l'estensione delle agevolazioni anche alle imprese con potenza installata inferiore a 16,5 kW.

Un colpo basso per il cuore pulsante dell'economia locale

In provincia di Imperia, al 31 dicembre 2023, si contano 24.971 imprese registrate, con un saldo positivo di sole 17 unità rispetto all'anno precedente, segnale di un'economia che fatica a ripartire. La stragrande maggioranza di queste attività sono micro e piccole imprese che, nonostante la burocrazia asfissiante, il costo del lavoro elevato e un accesso al credito sempre più difficile, continuano a garantire lavoro e servizi essenziali al territorio. Il mancato accesso alle agevolazioni del decreto bollette rappresenta un altro duro colpo per queste realtà, che già si trovano in estrema difficoltà.

Aumenti insostenibili e una concorrenza che non esiste

L'azzeramento della componente Asos, seppur positivo, risulta del tutto insufficiente di fronte all'aumento vertiginoso del 44% dei costi energetici registrato negli ultimi mesi. Per le piccole e medie imprese con potenza superiore a 16,5 kW, l'incremento delle bollette sarà di circa il 35%, un dato inaccettabile per attività già al limite della sopravvivenza. CNA Imperia denuncia con forza la mancanza di una reale concorrenza nei mercati dell'energia, dove i benefici della riduzione dei prezzi all'ingrosso non si traducono in risparmi per imprese e famiglie.

"Siamo stanchi di un mercato drogato e sbilanciato a favore dei grandi gruppi energetici, mentre le piccole imprese vengono lasciate alla deriva" tuona Luciano Vazzano, Segretario di CNA Imperia. "I costi dell'energia continuano a essere legati alle fonti fossili, penalizzando le rinnovabili che invece garantirebbero un costo di produzione inferiore. Questa è una distorsione del mercato che deve essere corretta immediatamente!"

Fondo sociale per il clima: un miraggio per le piccole imprese

Il decreto prevede che il 50% delle risorse destinate al Fondo sociale per il clima, pari a circa 3,5 miliardi di euro, vada a famiglie e micro imprese vulnerabili. Tuttavia, i tempi di attuazione di questa misura sono troppo lunghi rispetto alle necessità immediate di chi ogni giorno deve affrontare costi fuori controllo. Inoltre, la definizione stessa di "micro impresa vulnerabile" prevista dal Regolamento UE è vaga e priva di criteri chiari, lasciando molte imprese nell'incertezza più assoluta.

"Non possiamo accettare che si continui a prendere tempo sulla pelle delle imprese!" aggiunge Vazzano. "Qui non si tratta di numeri su un bilancio, ma di aziende che ogni giorno combattono per restare aperte, di lavoratori che rischiano di perdere il posto, di famiglie che vivono con l'angoscia del domani. CNA Imperia non starà a guardare!"

CNA Imperia: basta promesse, servono interventi concreti

CNA Imperia continuerà a battersi affinché le piccole imprese del territorio ottengano la tutela che meritano. Il Governo deve intervenire con misure più eque ed efficaci, garantendo un accesso immediato alle agevolazioni per tutte le imprese, promuovendo una reale concorrenza nel mercato energetico e riducendo la dipendenza dalle fonti fossili.

"Le micro e piccole imprese sono la spina dorsale dell'economia italiana e locale. Se si continua a ignorarle, si mette a rischio l'intero sistema produttivo del Paese" conclude Vazzano. "Non vogliamo più parole, vogliamo fatti!"

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