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Attualità | 24 maggio 2022, 11:25

Sanremo: Comune chiuso nel giorno del matrimonio, arrivano le scuse dell’impresa incaricata “Profondo rammarico, ritardo dovuto a eventi di forza maggiore”

Nel caso l’episodio dovesse ripetersi la 'Sec. Pro Consulting Snc' rischierebbe la revoca dell’appalto

Le due coppie in attesa di fronte alla sala matrimoni chiusa

Le due coppie in attesa di fronte alla sala matrimoni chiusa

Primi strascichi della assurda vicenda che sabato ha visto sfortunate protagoniste due coppie di sposini pronte per il fatidico ‘sì’ nella sala matrimoni di palazzo Bellevue. La notizia ha fatto il giro di tutta la provincia e l'intervento del sindaco Alberto Biancheri è stato solo il primo atto di una vicenda destinata a lasciare strascichi.
Ieri mattina gli uffici e l’assessorato al Patrimonio hanno convocato la 'Sec. Pro Consulting Snc', azienda incaricata dell’apertura, per un primo confronto dal quale è emerso il comunicato pubblico di scuse.

Oggi l'impresa interviene con un comunicato ufficiale per spiegare quanto accaduto: “In relazione ai fatti occorsi in data 21 maggio inerente la ritardata apertura di palazzo Bellevue in occasione di due cerimonie nuziali la società che detiene regolarmente in appalto la gestione di apertura e chiusura degli stabili comunali esprime il suo profondo rammarico per quanto accaduto. Nella giornata di ieri la proprietà si è personalmente recata in Comune per esternare le più sentite scuse e precisando il massimo impegno in futuro affinché non si ripetano tali circostanze. Inoltre, ha annunciato che provvederà a contattare entrambe le coppie per rimarcare loro vicinanza e comprensione per l'accaduto”.
In particolare, la società si assume la propria responsabilità sul ritardo, sicché dovuto ad una concausa di eventi di forza maggiore, e sottolinea la totale estraneità dell'amministrazione comunale in merito all'accaduto” conclude la 'Sec. Pro Consulting Snc'.

Gli uffici di palazzo Bellevue hanno messo nero su bianco l’accaduto con una sanzione prevista tra i 100 e i 1.500 euro; nel caso l’episodio dovesse verificarsi ancora si potrebbe incorrere anche nella revoca dell’appalto.

Pietro Zampedroni

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