Ventimiglia è legata da sempre al Principato di Monaco, non solo da un punto di vista commerciale e territoriale, ma anche da quello umano, che scrive le parole iniziali della sua storia sulle pagine del Museo dei Balzi Rossi, bacino e culla delle prime civiltà locali.
Recentemente il Museo Preistorico è stato teatro di un'importante commemorazione in onore del Centenario di Alberto I di Monaco, precursore dell'archelogia moderna, fautore della ripresa dei primi scavi secondo principi stratigrafici. Spettacolari immagini acquisite con sistema di modellazione tridimensionale con laser scanner capace di ricreare gli ambienti in maniera virtuale, girate dalla tecnologia del drone, in collaborazione con l'Università di Genova che si è occupata del modello di realtà virtuale in cui si può viaggiare nel tempo, il Ministero della Cultura, la Direzione Regionale Musei Liguria e il Museo dei Balzi Rossi, rivelano le grotte che scivolano a picco sul mare, luoghi pregni di significato storico, dal fascino ammaliante. Perle di un passato da studiare, da proteggere. La tecnologia odierna, attraverso complessi software, consente di ricostruire gli ambienti in cui gli antenati hanno mosso i loro passi, permettendo di vedere ciò che apparteneva a quel mondo rendendo impossibile non emozionarsi.
La direttrice degli scavi dei Balzi Rossi e del sito di Luni, la Dottoressa Antonella Traverso ci ha raccontato con entusiasmo la giornata e l'importanza delle riprese del drone: "L'iniziativa di quei giorni - ha detto la direttrice - rientra nell'ambito delle celebrazioni relative al centenario della morte del principe Alberto I di Monaco, precursore dell'archeologia moderna, perché effettua ricerche in piena età positivista e applica per la prima volta questi principi positivistici di analisi del terreno, di scavo stratigrafico alle grotte dei Balzi Rossi. L'occasione di quel giorno è stata eccezionale, la finestra concessaci da un accordo tra Ferrovie dello Stato italiane e Ferrovie dello Stato francesi, ha permesso di interrompere il percorso dei treni per poter accedere a questa grotta, scavata dal Principe Alberto e che si trova proprio al limite della linea ferroviaria. Ovviamente non è visitabile, la si vede dai condomini di fronte ma non si può accedere. Da questa grotta - ha continuato - derivano una serie di sepolture importanti, tutte del Paleolitico Superiore, della fine del Paleolitico, quindi segnano l'avvento dell'uomo moderno che è l'argomento che per cui i Balzi Rossi sono importanti. Quindi il fatto che le celebrazioni ad Alberto I si siano concluse ai Balzi Rossi è segno di legame costante tra il Principato e queste grotte. Principato che continua a lavorare, attraverso il Museo di Antropologia Preistorica di Monaco, all'interno della grotta del Principe".
La Direttrice ha poi sottolineato l'importanza delle immagini catturate dal drone, fondamentali da un punto di vista commerciale, scientifico e della tutela del luogo: "La possibilità di vedere la Grotta - ha raccontato - che fa parte del progetto che il Museo dei Balzi Rossi, la Direzione Musei Regionale Liguria sta realizzando insieme all'Università di Genova, al centro droni dell'Università di Genova, è di rendere visibile ciò che visibile non è, accessibile al pubblico, ma anche monitorarne lo stato di conservazione. Ci sono tanti aspetti, la comunicazione prima di tutto e la tutela soprattutto, che ci consentono queste nuove tecnologie, perché fotografano lo stato attuale monitorando eventuali cambiamenti ed eventuali danni o alterazioni. Poi c'è un aspetto, non solo di visibilità ma anche di valorizzazione perché la ripresa di immagini consente poi di elaborare attraverso dei software una ricostruzione di come poteva essere il mondo dell'antichità. La spiaggia dei balzi rossi, ora è spiaggia, ma c'è stata una fase, durante l'ultima glaciazione, la glaciazione di Würm, in cui era una grande pianura. Questo - ha concluso - consentiva di cacciare gli animali in una specie di corridoio, gli animali venivano spinti verso la falesia e non avevano via di scampo, com'è successo al cucciolo di elefante che è stato trovato all'interno della Barma Grande. Tutto conservato ed esposto al museo".
Le ricostruzioni, uniche nel loro genere, sono opera del Dottor Massimo Perotti, pilota del drone, della scuola specializzata Eurodrone di Boves, che effettuata anche corsi di volo per chi volesse approcciare a questa affascinante pratica, che ci ha spiegato la tecnologia laser scanner, un sistema che lavora sui volumi oltre che sulle immagini, software di modellazione tridimensionale che grazie alla realtà virtuale ci fa viaggiare nel tempo.
Perotti è stato l'occhio che ci ha regalato la visione dei Balzi Rossi attraverso i secoli: "Una pubblicazione scientifica - ha esordito il pilota - che ha avuto un'eco pazzesco perché permette di avvicinare non solo i ragazzi o le persone alla storia ma permette di virtualizzare, di immaginare quello che era un determinato territorio, a partire da 400mila anni fa in avanti. Dal punto di vista tecnico della ricostruzione tridimensionale, ha il vantaggio che lasciamo ai posteri uno stato dell'arte, una fotografia di quelli che sono oggi i Balzi Rossi. Questo consente di fare dei confronti, da qui a un secolo, due secoli, di com'era e di com'è nel momento in cui andranno a visionare. Immaginiamo una cava - ha concluso - posso volare a prima che venisse fatta, e poi volando di tanto in tanto durante i lavori della cava ho la cronistoria di quello che è successo parlando di volumi e non di fotografie".
Esempio applicabile quindi anche allo studio dei giacchiai, ad esempio, per capire realmente e cronologicamente quanti metri hanno perso nel corso del tempo o stabilire l'altezza di un palazzo che visto dall'alto, con un'immagine sarebbe soltanto la foto di un quadrato. Un modo per ripercorrere la storia osservandone i cambiamenti, i volumi, le forme. Un viaggio ancora più concreto grazie alla ricerca scientifica e alla tecnologia contemporanea.
































