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Attualità | 11 giugno 2021, 15:25

Bordighera: futuro dell'ospedale Saint Charles, Mara Lorenzi "Si ripensi alla struttura della nostra città"

"Un’inversione di rotta anche per il Saint Charles sarebbe ampiamente giustificata dalla necessità di utilizzare la struttura per implementare tempestivamente le riforme previste dal PNRR”.

Bordighera: futuro dell'ospedale Saint Charles, Mara Lorenzi "Si ripensi alla struttura della nostra città"

“Scrivo da medico e consigliere comunale della città di Bordighera, che è proprietaria dell’Ospedale Saint Charles. Passato il momento più acuto dell’emergenza Covid e rimanendo vivissima la gratitudine per l’abnegazione del personale sanitario, riaffiora il bisogno di pensare all’organizzazione della sanità in Liguria e nel Ponente Ligure in particolare. Dove persiste il cronico grave problema della carenza di specialisti, e dove il COVID ha evidenziato come altrove la necessità di rafforzare gli Ospedali con letti di terapia intensiva e la medicina territoriale con nuove soluzioni. Il PNRR si rivolge a tali necessità con investimenti per 15,63 miliardi di Euro, da utilizzarsi entro il 2026 e con l’obbligo di produrre progressiva evidenza di implementazione degli interventi”.

Interviene in questo modo Mara Lorenzi, Consigliere comunale di Bordighera e medico, parlando dell’Ospedale Saint Charles di Bordighera. “In questo contesto – prosegue - di riforme sanitarie con ottimi investimenti ma tempistiche accelerate, diventa urgente sollecitare una ri-valutazione del destino del Saint Charles. Era l’agosto 2018 quando si concretizzò un’offerta per la privatizzazione del Saint Charles voluta dalla Regione Liguria, e ad oggi non c’è notizia di un contratto firmato e dei servizi che l’Ospedale privatizzato intende offrire. Non solo, proprio in questi giorni la Regione sta revocando i piani di privatizzazione degli Ospedali di Albenga e di Cairo che erano partiti contemporaneamente a quello per il Saint Charles. Un’inversione di rotta anche per il Saint Charles sarebbe ampiamente giustificata dalla necessità di utilizzare la struttura per implementare tempestivamente le riforme previste dal PNRR”.

“Sette miliardi di Euro del PNRR saranno dedicati alla ristrutturazione dell’assistenza territoriale. Il primo pilastro saranno le ‘Case della Comunità’. Queste sono descritte come “strutture fisiche, in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti (con strumentazione polispecialistica), infermieri di comunità, e altri professionisti della salute. Un buon funzionamento di team multidisciplinari e’ una garanzia per i pazienti e un’opportunità di crescita professionale per gli operatori, che potrebbe migliorare l’attrattiva del nostro territorio come ci aspettiamo dal Nuovo Ospedale. Il secondo pilastro della nuova Sanità sul territorio saranno gli Ospedali di Comunità, da utilizzare per ricoveri brevi e media-bassa intensità di cure, e per facilitare la transizione dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio. Il terzo pilastro saranno le cure domiciliari potenziate attraverso la telemedicina, che permette diagnosi e monitoraggio da remoto; la disponibilità del fascicolo sanitario elettronico che permette di avere sott’occhio tutta la storia clinica del paziente e aggiornarla in tempo reale; e la realizzazione presso ogni ASL di un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici in tempo reale. I due ultimi interventi sono compresi nel capitolo della digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale, che insieme a ricerca, innovazione, e incremento dei contratti di formazione specialistica avra’ a disposizione 8,63 miliardi”.

“Gli investimenti del PNRR – termina Mara Lorenzi - devono trovare realtà in cui calarsi, e anche velocemente date le rigide tempistiche. Il PNRR prevede l’attivazione di ben 1288 ‘Case della Comunità’ entro il 2026 e la realizzazione di 381 Ospedali di Comunita’. L’Ospedale Saint Charles di Bordighera, con la sua posizione baricentrica per l’estremo ponente e i suoi molteplici fabbricati, potrebbe essere destinazione per una Casa della Salute di alto livello e per un Ospedale di Comunità, mantenendo altri servizi ospedalieri funzionali al territorio e complementari a quanto offrira’ il Nuovo Ospedale. Avendo anche un Punto di Primo Intervento diventerebbe un servizio di riferimento completo per il vasto territorio. La sotto-utilizzazione del Saint Charles è durata troppo tempo, e cosi la reticenza delle istituzioni nell’informare i cittadini sul suo futuro. Lanciamo un appello perchè gli obiettivi e gli investimenti del PNRR siano usati per restituire al Saint Charles l’importante ruolo che la struttura merita nella sanità pubblica dell’estremo ponente”.  

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