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Economia | 09 aprile 2020, 17:13

Intesa Sanpaolo: "Avanti con l'Ops su Ubi Banca, puntando sui territori e sostenendo le attività sociali"

Il ceo Messina: "Andiamo avanti con grande determinazione: lo scenario bancario cambierà profondamente quest'anno". Il Cuneese al centro dell'attenzione: nuova direzione e 300-400 filiali

Carlo Messina

Carlo Messina

Non sarà certo il Coronavirus a fermare un progetto dall'enorme portata - economica e strategica - e con importanti ricadute sui territori. Continuano infatti i passi nella direzione di un matrimonio tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca. Lo strumento? Quello della Ops, ovvero un'offerta pubblica di sottoscrizione, per dare vita a una realtà ancora più autorevole nel mondo del credito. La conferma è arrivata nelle scorse ore dallo stesso amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ha ribadito: "Andiamo avanti con grande determinazione, l'Ops è più che mai valida. E puntiamo su una maggiore offerta di credito, sulla valorizzazione delle persone e dei territori, accompagnandola con la tutela occupazionale e interventi per il sociale". 

D'altra parte, proprio queste settimane confermano l'ipotesi che nel futuro poche cose saranno uguali a come le conoscevamo in passato. "Lo scenario bancario italiano cambierà profondamente quest'anno - ha detto Messina - e la dimensione sarà ancora più importante. Una componente necessaria per poter resistere alle insidie, garantire adeguata redditività agli azionisti e supportare al meglio la clientela".

Di certo, però, lo scenario attuale nel rapporto tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca lascia spazio a numerose considerazioni e prese di posizione. E proprio su queste, lo stesso Messina ha sottolineato come lo lasciano perplesso "gli imprenditori che comprano azioni Ubi e parlano della banca come se fosse la loro, pretendendo di intervenire in maniera pesante sulla governance". Se non una patologia "è certamente un'anomalia - prosegue Messina - visto che non hanno mai fatto il bene delle banche quegli azionisti che intervengono nella governance". L'attuale ceo di Intesa sceglie il mercato: "Sarà lui a stabilire ciò che è meglio per Ubi Banca".

Tornando invece al tema della valorizzazione dei territori, particolarmente interessato - proprio in chiave Ubi - sarà il Cuneese: nei piani, infatti, accanto a una nuova direzione regionale a Cuneo, ci saranno anche 300-400 filiali, il tutto guidato da management Ubi e con il mantenimento di personale Ubi. Non solo: sarà costituito anche un Consiglio del Territorio  – una «cabina di regia» per il coordinamento degli interventi, composto da esponenti della banca e personalità di spicco del tessuto locale – e una Impact Bank leader con sede a Cuneo. 

Ma i progetti per la provincia non finiscono qui: è in cantiere anche il raddoppio degli interventi di sostenibilità e sostegno sociale previsti da Ubi, così come la stipula di nuovi accordi a beneficio delle comunità locali. Nei territori che rappresentano il cuore del mondo Ubi (tra cui ovviamente Cuneo), si procederà anche all'assunzione di oltre metà dei 2.500 giovani previsti in ingresso. E lo stesso marchio Ubi sarà valorizzato al massimo. Si stimano poi 10 miliardi di ulteriori erogazioni di credito all’anno nel triennio 2021-2023, con benefici pro-quota per il territorio della provincia di Cuneo, e nessuna riduzione di credito concesso ai clienti comuni.

Sempre in termini di numeri e credito, Intesa Sanpaolo nel corso del mese di marzo ha erogato 5 miliardi di euro di nuovi crediti: senza garanzie di alcun tipo, proprio nelle settimane in cui si è assistito all'esplosione del contagio. Ma non solo "Abbiamo messo a disposizione un plafond da 15 miliardi per il nuovo credito e le misure varate dal governo lunedì ci consentono di aumentare subito la dotazione a 50 miliardi - sottolinea Messina -. Inoltre lanceremo presto il cosiddetto Prestito d'impatto, ovvero un prestito con tasso zero e scadenze lunghe destinato a quelle attività che hanno un forte impatto sociale, così prezioso in questi giorni. Dalla ricerca scientifica al sostegno per poveri e malati, fino alla costruzione di ospedali e strutture sanitarie".

E per quanto riguarda il dividendo? Messina è fiducioso: "Saremo in grado di pagarlo ai nostri azionisti. E non saranno in tanti a farlo, nel mondo delle banche".

Redazione

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