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Eventi | 03 febbraio 2020, 00:00

'Festival in Bianco e Nero': 1951, al Salone delle Feste nasce il Festival della Canzone Italiana (Foto)

In gara vanno le canzoni e non i cantanti!!!

FOTO ARCHIVIO MORESCHI SANREMO

FOTO ARCHIVIO MORESCHI SANREMO

Il Festival nasce il 29 gennaio 1951. E’ il primo giorno della settimana, e tutti sanno che il lunedì la casa da gioco registra scarse presenze di pubblico e deboli incassi. La partenza è prudente, e non si corrono grandi rischi. Lo spettacolo è all’esordio, ancora da pubblicizzare ed il gradimento ancora da verificare. In sala la scenografia è assente ed al pubblico si chiede di pagare 500 lire per assistere al festival seduto ai tavolini da bar, con tanto di camerieri che vanno e vengono, tra un tavolino e l’altro, stile café-chantant.

Il salone delle Feste del Casinò di Sanremo

Le cronache nazionali ignorano l’evento, mentre quelle locali parlano di una scarsa presenza di spettatori, ma gli organizzatori non se ne preoccupano perché il pubblico vero non è quello presente in sala, ma quello della radio. Il festival nasce come concorso radiofonico e trasmesso dalla radio, sul secondo programma  la mitica “Rete Rossa”, che affianca l’ammiraglia Rai, la “Rete Blu”. Il pubblico potenziale è molto vasto, parliamo di milioni di persone che non si possono paragonare alle poche centinaia presenti in sala.

Nilla Pizza, Achille Togliani e il maestro Cinico Angelini

La sede scelta per la manifestazione, il salone delle feste del Casinò di Sanremo, era un luogo conosciuto dal pubblico per le manifestazioni di carattere culturale come premi letterari e stagioni di prosa o per i balli e le danze.

Al primo festival ci sono solo due fotografi: quello della Rai, che, dopo aver fotografato le strutture prima dell’inizio della manifestazione, lascia il campo al fotografo di sala del Casinò. Quest’ultimo in realtà considera come suoi veri clienti gli spettatori seduti ai tavoli, e non i cantanti e l’orchestra. Nonostante questa impostazione, “spreca” qualche scatto a quanto accade sul palco e per i primi anni realizza interessanti servizi fotografici della manifestazione, che  prova a vendere prima alla Rai, poi ai cantanti e infine alla direzione del Casinò, che tuttavia si dichiareranno poco interessati all’acquisto di queste foto. Con suo personale disappunto tutto il materiale fotografico verrà distrutto. Per questo motivo sono pochissime le immagini delle prime edizioni in circolazione ed il maggior numero di immagini è custodito dall’Archivio Moreschi, grazie al lavoro dell’allora giovanissimo Alfredo Moreschi.

Nel primo dopoguerra, la canzone italiana non era molto conosciuta. Nel mondo la canzone italiana veniva identificata con la canzone Napoletana, tanto che lo stesso Casinò fra le sue credenziali per ospitare la manifestazione annovera proprio il festival della Canzone napoletana del 1931.

La canzone in lingua italiana muoveva i suoi passi incerti, potendo contare anche su qualche discreto successo, ma era poco amata in un paese indietro con l’alfabetizzazione ( vi ricordate il maestro Manzi?) e che in casa parlava normalmente il dialetto.

La Rai per la prima edizione invita tutte le case editrici musicali italiane, con una canzone ciascuna, per un totale di 240 brani pervenuti. Una commissione li esamina e sceglie le 20 migliori, che saranno cantate da tre artisti: Nilla Pizzi, Achille Togliani, salito alle cronache rosa per una relazione con Sophia Loren, e le gemelle Dina e Delfina Fasano.

In gara vanno le canzoni e non i cantanti!!!

Achille Togliani canta una canzone, leggendo il testo....  

Alle 22 il conduttore Nunzio Filogamo apre il Festival della canzone italiana così: “Signori e signore, benvenuti al Casinò di Sanremo per un’eccezionale serata organizzata dalla Rai, una serata della canzone con l’orchestra di Cinico Angelini. Premieremo, tra le 240 composizioni inviate da altrettanti autori italiani, la più bella canzone dell’anno”. 

La serate finale va in onda dalle 22 alle 22.30. I quotidiani dedicano solo poche righe all’evento, ma ecco il primo miracolo: la canzone strappalacrime della Pizzi diventa immediatamente un cult popolare, tutti la cantano e tutti parlano del Festival. 

Nilla Pizzi commenta così la vittoria: “Mi sembrò una cosa fatta in famiglia. Cantai nove canzoni con il foglietto del testo in mano: anche se ho avuto sempre buona memoria quella sera temevo di dimenticare le parole. Quando mi dissero che aveva vinto Grazie dei fior non provai nessuna emozione, lo avevano previsto tutti, a cominciare da Achille Togliani”

Nunzio Filogamo

Per registrare la prima gaffe del festival non dobbiamo aspetta Mike Bongiorno, ci pensa il bravissimo Filogamo, che al  momento della premiazione chiama sul palco il maestro Seracini, autore della canzone vincitrice, senza ottenere risposta.  Il presentatore lo sollecita nuovamente a salire sul palco e lo attende in silenzio fino a quando  interviene il maestro Cinico Angelini che rende pubblico il fatto che il maestro Seracini non è in sala perché pochi giorni dopo aver composto il brano ha perso la vista. Un attimo di grande gelo avvolge la sala, che supera il momento di imbarazzo tributando al vincitore assente un grande e commosso applauso. 

Le immagini di questo articolo sono dell'archivio Moreschi e si trovano nel libro Sanremo Story edizioni Zem di Vallecrosia

Oggi l'archivio Moreschi è chiuso, ma è possibile contattarlo ai numeri 3469436915 o 3497396715 se avete foto da ritoccare o volete rivedere le preziose immagini dell'archivio.

CLAUDIO PORCHIA

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