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Attualità | 13 dicembre 2019, 07:31

Camporosso: scomparso ieri il poeta contadino Mario Saredi, il ricordo dell'associazione 'caARTEiv' di Millesimo (Video)

Si va così alla riscoperta delle sue emozioni dalla sua voce delicata e gentile, che ha suggellato vita quotidiana dei nostri anziani saggi contadini liguri, dai suoi ricordi ora sbocciata alla nostra meraviglia.

Camporosso: scomparso ieri il poeta contadino Mario Saredi, il ricordo dell'associazione 'caARTEiv' di Millesimo (Video)

L’associazione ‘caARTEiv’ di Millesimo nel savonese ricorda il poeta contadino Mario Saredi di Camporosso, 90enne scomparso ieri, attraverso la lettura di alcune sue poesie in vernacolo.

Si va così alla riscoperta delle sue emozioni dalla sua voce delicata e gentile, che ha suggellato vita quotidiana dei nostri anziani saggi contadini liguri, dai suoi ricordi ora sbocciata alla nostra meraviglia. I semplici versi veritieri e fantasiosi recitati in dialetto di Camporosso, che fanno amare sacrificio e frutti della terra, sono indelebili baluardi delle nostre sane origini.

“Un onore è stato per me averlo conosciuto e premiato – commenta la Presidente Simona Bellone - ed ora è un privilegio rendergli omaggio con questo prezioso reperto storico di dialetto ligure, per renderlo immortale ai posteri. La poesia "Chela taragnà", (Quella ragnatela), con cui vinse il 1° premio di poesia dialettale in "Poetando alle pendici del Monte Camulera" a Riofreddo di Murialdo il 6 luglio 2003, è quasi un presagio del viaggio che ora per destino sta percorrendo verso l'aldilà, ricongiungendosi con la sua amata moglie, ma nella sua essenza spirituale rimarrà sempre il pensiero ai suoi cari e alla sua amata terra ligure. Buon viaggio Mario.

Mario Saredi scrisse oltre 1000 poesie in vernacolo ligure ed altrettante in italiano, oltre 800 brani, ricette e modi di dire, qualche racconto e persino alcune canzoni. Fu sostenitore del Premio di poesia dialettale intemelia "U Giacuré", con il riconoscimento "Premio di civiltà contadina "Maddalena de funtane'". Tra i libri pubblicati: “U Mautûrà” (vecchia misura per la raccolta delle olive), "L'incumènsu". Partecipò ai concorsi letterari sin dagli anni '50 in tutta la Liguria, e più di 40 volte raggiunse il podio, con una quindicina di primi premi. Sotto una delle sue opere

Chela taragnà
Me ne vàgu sènsa bigliétu
e cun u trèn ch’u partirá,
forsci, demàn.
Averòn e scarpe de prìa
pè andà ciû adàixu
e u segelìn sgarbàu pe’ nu pesà.
Sènsa beve, se pô sussà
l’amé de sciùre,
mangèndu i regòrdi
apési a chela taragnà stesa
intu caminetu d’a matin.
Se e scàrpe i se desbrenegheràn
e u segelìn u se incerà, forsci,
returneròn pe’ sarsì chela taragnà
ch’a me vuràva tègne
insème ai regordi d’a mia vita.

Quella ragnatela
Me ne vado senza biglietto e con il treno
che partirà, forse, domani.
Avrò le scarpe di pietra per andare più piano,
e il secchio bucato, per non pensare.
Senza bere, si può succhiare il miele dei fiori,
mangiando i ricordi appesi a quella ragnatela
tesa nel caminetto del mattino.
Se le scarpe si bucheranno
e il secchio si riempirà,
forse, ritornerò per rammendare quella ragnatela
che mi voleva tenere insieme ai ricordi della mia vita.

Redazione

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