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Attualità | 08 settembre 2019, 12:14

La vita e le opere del grande scrittore sanremese Italo Calvino raccontate dallo storico Andrea Gandolfo

Alcuni suoi romanzi sono entrati a far parte dei grandi capolavori della letteratura italiana, come Il barone rampante, La speculazione edilizia e Il sentiero dei nidi di ragno

Italo Calvino

Italo Calvino

Italo Calvino nacque a Santiago de las Vegas, presso L’Avana, il 15 ottobre 1923 dall’agronomo sanremese Mario e dalla scienziata di origini sassaresi Giuliana Eva Mameli. Nel 1925 la famiglia Calvino fece ritorno a Sanremo stabilendosi nella Villa Meridiana e gestendo la campagna avita di San Giovanni. Il padre dirigeva allora la Stazione sperimentale di floricoltura "Orazio Raimondo" e, in seguito al fallimento della Banca Garibaldi, mise a disposizione il parco della sua villa per la prosecuzione dell’attività di ricerca e d’insegnamento del suo istituto.

    Nel 1927 Calvino frequentò l’asilo infantile al St. George College, in seguito frequentò, tra il 1929 e il 1933, le Scuole Valdesi in via Roma, diventando anche balilla negli ultimi anni delle scuole elementari. Nel 1934, superato l’esame di ammissione, si iscrisse al Liceo-Ginnasio “G.D. Cassini”, dove nel 1941 conseguì la licenza liceale. Si iscrisse quindi alla facoltà di Agraria dell’Università di Torino superando quattro esami del primo anno. Nel gennaio 1943 si trasferì poi alla Facoltà di Agraria e Forestale dell’Università di Firenze, dove sostenne tre esami. 

    Dopo l’8 settembre 1943, renitente alla leva della Repubblica di Salò, passò alcuni mesi nascosto fino a quando, appresa la notizia della morte in combattimento del giovane medico comunista Felice Cascione, decise di entrare nell’organizzazione del Pci, partecipando quindi alla Resistenza nelle Alpi Marittime in forza alla II Divisione d’assalto Garibaldi "Felice Cascione".

    Terminata l’esperienza partigiana, nel settembre 1945 si iscrisse al terzo anno della Facoltà di Lettere all’Università di Torino, dove si trasferì stabilmente. Attivista del PCI in provincia di Imperia, scrisse su vari periodici locali tra i quali "La Voce della Democrazia" (organo del CLN di Sanremo), "La nostra lotta" (organo della sezione matuziana del PCI) e "Il Garibaldino" (organo della Divisione "Felice Cascione"). Nel primo dopoguerra divenne anche amico di Cesare Pavese e cominciò a collaborare con la rivista «Il Politecnico» di Elio Vittorini.

    Nel 1946 cominciò a gravitare intorno alla casa editrice Einaudi di Torino, vendendo libri a rate e pubblicando contemporaneamente articoli sull’"Unità". Nel 1947 uscì presso Einaudi il suo primo romanzo: Il sentiero dei nidi di ragno, ambientato nei luoghi dell’estremo Ponente ligure durante la guerra partigiana. Addetto all’ufficio stampa e pubblicità dell’Einaudi, strinse legami di amicizia non soltanto con letterati come Pavese, Vittorini e Natalia Ginzburg, ma anche con storici come Delio Cantimori e Franco Venturi e filosofi, tra i quali Norberto Bobbio e Felice Balbo.

    Nel 1948 lasciò momentaneamente l’Einaudi per lavorare all’edizione torinese dell’"Unità", dove si occupò della redazione della terza pagina, collaborando nello stesso tempo al settimanale comunista "Rinascita". L’anno successivo uscì invece la raccolta di racconti Ultimo viene il corvo. Il 1° gennaio 1950 fu assunto da Einaudi come redattore stabile, addetto all’ufficio stampa e direttore letterario della nuova collana "Piccola Biblioteca Scientifico-Letteraria". Il 27 agosto rimase particolarmente colpito dal suicidio di Cesare Pavese, suo fraterno amico e sul quale aveva progettato di pubblicare una raccolta di scritti e interventi vari.

    Tra l’ottobre e il novembre del 1951 compì un viaggio in Unione Sovietica, da cui trasse il diario Taccuino di viaggio in Urss di Italo Calvino, pubblicato sull’"Unità" del febbraio-marzo dell’anno dopo e che gli avrebbe valso il Premio Saint Vincent. Nel 1952 venne pubblicato nella collana einaudiana «I gettoni», diretta da Vittorini, il romanzo fantastico Il visconte dimezzato, che ottenne un notevole successo suscitando peraltro reazioni contrastanti nella critica di sinistra. Nel maggio del ’52 uscì anche il primo numero del "Notiziario Einaudi", di cui Calvino divenne formalmente direttore responsabile a partire dal n. 7 dello stesso anno. Sempre nel 1952 pubblicò anche il racconto La formica argentinasulla rivista letteraria romana "Botteghe Oscure".

    Nel 1953 uscì invece, sulla rivista romana "Nuovi Argomenti", il racconto Avanguardisti a Mentone, mentre l’anno successivo sarebbe uscito nei "Gettoni" L’entrata in guerra. Il 1° gennaio 1955 divenne dirigente dell’Einaudi, mantenendo tale carica fino al 30 giugno 1961, dopodiché sarebbe passato alla funzione di consulente editoriale. Nel 1956 apparve nella collana einaudiana «I Millenni» la raccolta delle Fiabe italiane, da lui curata avvalendosi della collaborazione dell’etnologo Giuseppe Cocchiara. In occasione dei fatti d’Ungheria e del XX Congresso del Pcus, assunse una posizione estremamente critica nei confronti della linea adottata dalla Direzione nazionale del Pci, dissociandosi in particolare dall’interpretazione avanzata dall’"Unità" in merito agli avvenimenti ungheresi.

    Dopo l’abbandono del Pci da parte di Antonio Giolitti, il 1° agosto 1957 rassegnò le dimissioni dal partito con una lettera al Comitato federale di Torino, del quale faceva parte, pubblicata il 7 agosto sull’«Unità». Nello stesso anno uscì anche Il barone rampante, sempre presso Einaudi, e il racconto La speculazione edilizia sul fascicolo XX di «Botteghe Oscure». Nel 1958 pubblicò invece su «Nuovi Argomenti» La nuvola di smog, a cui seguì nello stesso anno il grande volume antologico dei Racconti, a cui sarebbe stato assegnato l’anno dopo il premio Bagutta.

    Nel 1959 uscì il romanzo Il cavaliere inesistente, che Calvino avrebbe poi raccolto, con il Visconte dimezzato e il Barone rampante, nella trilogia I nostri antenati, pubblicata nel 1960 con una sua importante introduzione. Nel ’59 assunse pure la condirezione della rivista «Il Menabò» insieme a Elio Vittorini. Nel mese di settembre venne messo in scena alla Fenice di Venezia il racconto mimico Allez-hop, musicato da Luciano Berio. A novembre partì per gli Stati Uniti, dove si trattenne per sei mesi, di cui quattro trascorsi a New York. Nell’aprile 1962, mentre la sua notorietà andava sempre più consolidandosi, conobbe a Parigi la traduttrice argentina Esther Judith Singer, detta Chichita, nel frattempo Calvino continuava a spostarsi tra Roma, Torino, Parigi e Sanremo. 

    Nel 1963 cominciò a seguire con interesse gli sviluppi del movimento della cosiddetta neoavanguardia, rappresentata in particolare dal Gruppo 63. Nello stesso anno pubblicò nella collana einaudiana «Libri per ragazzi» la raccolta Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, illustrata da ventitré tavole di Sergio Tofano. Sempre nel 1963 uscirono La giornata d’uno scrutatore e l’edizione in volume autonomo della Speculazione edilizia. Il 19 febbraio dell’anno successivo sposò a L’Avana Chichita, recandosi quindi a visitare i luoghi natali e la casa dove abitavano i genitori a Cuba, dove ebbe anche un incontro personale con Ernesto "Che" Guevara. Dopo l’estate si trasferì con la moglie a Roma, da dove si spostava comunque ogni due settimane a Torino per le riunioni einaudiane e per occuparsi della corrispondenza.

    Nel 1965 nacque a Roma la figlia Giovanna e nello stesso anno pubblicò Le Cosmicomiche. Il 12 febbraio 1966 rimase profondamente colpito dalla morte di Elio Vittorini, a cui lo legavano profondi legami umani oltre che professionali. Nel luglio 1967 si trasferì con la famiglia a Parigi, dove sarebbe rimasto fino al 1980. Nella capitale francese frequentò lo scrittore Raymond Queneau, che lo avrebbe presentato ad altri membri dell’Ouvrir de littérature potentielle, tra i quali Georges Perec, François Le Lionnais, Jacques Roubaud e Paul Fournel. Nel ’68 uscì anche la raccolta di racconti Ti con zero, al quale sarebbe stato assegnato il premio Viareggio, che Calvino avrebbe però rifiutato in aperta polemica con le istituzioni letterarie “ufficiali”. 

    Nel 1970 venne pubblicato il volume di racconti Gli amori difficili, mentre, dalla rielaborazione del materiale di un ciclo di trasmissioni radiofoniche, avrebbe tratto una scelta di brani del poema ariostesco, pubblicati nello stesso anno sotto il titolo Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino. Nel 1972 uscirono invece Le città invisibili, seguite l’anno dopo dal Castello dei destini incrociati

    Nel 1974 iniziò a scrivere sul «Corriere della Sera» racconti, resoconti di viaggio e una fitta serie di interventi sulla realtà politica e sociale del paese. Nel 1976 tenne conferenze in varie Università degli Stati Uniti e ricevette a Vienna lo Staatpreis. Tre anni dopo pubblicò invece il romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore, iniziando nello stesso tempo una nutrita collaborazione con il quotidiano "la Repubblica", diretto dal suo vecchio compagno liceale Eugenio Scalfari. 

    Nel 1980 si trasferì a Roma in piazza Campo Marzio e raccolse nel volume Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, la parte più significativa dei suoi interventi saggistici dal 1955 in poi. Nel 1981 venne insignito della Legion d’Onore e presiedette la giuria della XXIX Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 1983 uscì presso Einaudi il romanzo Palomar, mentre Calvino veniva nominato per un mese "directeur d’études" presso l’École des Hautes Studes di Parigi. Nel 1984, in seguito alla grave crisi in cui versava la casa editrice Einaudi, decise di accettare l’offerta dell’editore milanese Garzanti, presso il quale sarebbero state pubblicate Collezione di sabbia e Cosmicomiche vecchie e nuove.

    Nell’estate del 1985 lavorò a un ciclo di sei conferenze che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard nell’anno accademico 1985-86, e che sarebbero state pubblicate nell’opera postuma Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, uscita nel 1988. Colpito da ictus il 6 settembre a Castiglione della Pescaia, venne ricoverato all’ospedale Santa Maria della Scala di Siena, dove si spense in seguito a emorragia cerebrale nella notte tra il 18 e il 19 settembre 1985. 

    Dopo la sua scomparsa sarebbero uscite varie opere postume, tra le quali Sotto il sole giaguaro (1988), Sulla fiaba (1988), La strada di San Giovanni(1990), Perché leggere i classici (1991), Prima che tu dica “pronto” (1993) ed Eremita a Parigi (1994). In occasione della festa della Liberazione del 25 aprile 1988, il Comune di Sanremo fece collocare una lapide commemorativa in suo ricordo sulla facciata dell’edificio che aveva ospitato il Liceo “Cassini” in piazza Nota. Il 13 ottobre 1963 Calvino era stato inoltre nominato “Cittadino benemerito” di Sanremo dall’Amministrazione municipale per i suoi meriti in campo letterario e culturale.

Redazione

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