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Attualità | 07 novembre 2017, 07:05

Match gambero rosso: Italia vs Francia 2° round, quattro studentesse intervistano l'avvocato Pier Mario Telmon

Il legale è impegnato nella difesa degli interessi economici dei Pescatori sanremesi contro lo stato francese, riguardo la pesca del Gambero Rosso. Un'eccellenza del nostro territorio anche riconosciuta da Slow Food.

Match gambero rosso: Italia vs Francia 2° round, quattro studentesse intervistano l'avvocato Pier Mario Telmon

Le quattro studentesse dell'università di Nizza Sophia Antipolis (Silvia Adorno, Valentina Bolli, Anastasia Centofanti e Marie Sedlmair) hanno intervistato l'avvocato Pier Mario Telmon, impegnato nella difesa degli interessi economici dei Pescatori sanremesi contro lo stato francese, riguardo la pesca del Gambero Rosso. Un'eccellenza del nostro territorio anche riconosciuta da Slow Food.

Due sono i fronti della controversia: il primo, che concerneva l'individuazione del confine marittimo tra Italia e Francia che si riteneva fissato dall'accordo di Mentone del 1892 e che ha portato diversi pescatori dinanzi a Tribunali penali italiani, con l'accusa di aver pescato in acque francesi. Sul punto l'Italia con la fondamentale sentenza del tribunale di Imperia numero 191 del 2017,  ha affermato il principio che non esiste ad oggi alcun valido accordo di delimitazione delle acque territoriali tra Italia e Francia, circostanza confermata dalla Farnesina con l'allora ministro degli Affari Esteri Gentiloni attuale capo del governo: è stato quindi riconosciuto che non esiste un confine certo, Inoltre è stato ritenuto applicabile il regolamento dell'Unione Europea con il quale è stato introdotto il principio della libera pesca,  nel senso che i pescherecci unionali hanno pari accesso in tutte le acque dell'Unione Europea Salvo alcune limitazioni.

È bene precisare per altro, che i pescherecci italiani non hanno mai pescato nelle acque francesi limitandosi esclusivamente ad effettuare delle manovre per il miglior posizionamento delle reti nelle acque italiane. Il secondo punto della controversia è nato invece dal nefando Trattato di Caen, firmato il 21 marzo 2015 tra l'Italia e la Francia con il quale il governo italiano senza interpellare organizzazioni del settore della pesca, ne le  regioni interessate e neppure il Parlamento aveva modificato i confini marittimi tra Italia e Francia:  in particolare in alcune zone della Sardegna e del Mar Ligure, rinunciando a consistenti aree di mare, di fatto arretrando i confini italiani a beneficio esclusivo della Francia.

Tra le aree di mare 'regalate' alla Francia vi sono proprio quelle dove la Marineria Italiana da quasi un secolo effettua la pesca al gambero rosso. Immediatamente dopo la firma di questo trattato sconosciuto a tutti La Marina francese sequestrava il noto peschereccio Mina trovato a pescare regolarmente nelle acque che fino a qualche giorno prima erano italiane. Il peschereccio veniva quindi abbordato dalla Marina francese e scortato nel porto di Nizza.  Mentre i giudici francesi confermavano la validità del sequestro solo a seguito dell'intervento della diplomazia lo Stato Francese riconosceva di aver commesso un deprecabile errore, in quanto i trattati internazionali firmati dal governo devono essere ratificati dal Parlamento per avere valore.

Peccato che il Parlamento italiano ne fosse completamente all'oscuro. Il peschereccio italiano è rientrato in Italia con tanto di scuse e sta per essere intentata una causa di risarcimento contro lo stato francese per richiedere i danni contro: l'abbordaggio, il sequestro e il mancato guadagno conseguente alla mancata attività di pesca. 

Carlo Alessi

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