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Politica | 30 novembre 2016, 11:21

Imperia: il capogruppo di Imperia Cambia Paolo Re per il sì al referendum."Questa riforma è un segnale di rottura con la casta"

Di lui non si può dire sia vicino al Partito Democratico, ma sul referendum voterà convintamente alla riforma proposta dal governo Renzi

Imperia: il capogruppo di Imperia Cambia Paolo Re per il sì al referendum."Questa riforma è un segnale di rottura con la casta"

Era presente all’incontro con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando (leggi QUI), come fermo sostenitore del sì alla riforma costituzionale. Paolo Re, capogruppo in Consiglio Comunale di Imperia Cambia. Di lui non si può dire sia vicino al Partito Democratico, ma sul referendum voterà convintamente alla riforma proposta dal governo Renzi.  

Il passaggio fondamentale è il messaggio di rottura con la casta, - spiega Re a Sanremo News - i partiti e le vecchie lobbies. Votare no significa non volere cambiare nulla. Sono quarant’anni che la gente si lamenta perché le cose non vanno. Ora c’è l’occasione di dare un segnale di cambiamento importante. Dall’altra parte c’è la certezza di un non cambiamento, qui la speranza che il cambiamento significhi delle nuove prospettive. Inoltre, francamente sentir parlare di Berlusconi, Grillo o Salvini, di paura di dittatura, mi fa sorridere. Dobbiamo ricordarci che la vera forma di dittatura è l’oligarchia dei partiti, una forma di dittatura delle lobbies e dei partiti stessi che difendono un sistema. Mi viene in mente il film ‘Quo vado’ di Checco Zalone quando si parla della difesa del posto fisso”.

Nel merito, Re è convinto dei temi della riforma.

Alcune competenze, come la sanità, che passino allo Stato è più che giusto e doveroso, perché devono essere affrontate con più uguaglianze. Lo Stato deve fare in modo che il sistema sanitario sia garantito in maniera uniforme in tutta Italia. Questo finto federalismo ha portato solo danni. Lo Stato ha tolto risorse agli enti periferici i quali hanno aumentato le tasse. Il governo ha cercato di fare una riforma di tipo amministrativo che poteva dare un inizio per incidere sulle funzioni dei dirigenti ma è stato bloccato perché siamo un Paese bloccato. I risparmi sono una goccia nel mare ma un segnale, un’inversione di tendenza importante. Sulla raccolta firme, aumentano le firme necessarie per indire i referendum, ma il sistema garantisce un quorum più basso”.

Credo – conclude Re – che su questo referendum ci sia speculazione da entrambe le parti. Io non sono in grado come tanti, di capire se gli scenari che prospettano i fautori del sì e quelli del no siano veri o no, o se è speculazione, ma una cosa è certa e intuitiva: nel momento in cui andasse a casa Renzi, è molto probabile che arrivi un governo tecnico e a me viene in mente il governo Monti-Fornero e non credo ci sia bisogno di commentare cosa vuol dire questo”.

Se sul referendum vota con il Pd, sui temi di casa nostra, Re è spesso critico con la maggioranza.

E’ la dimostrazione che noi non seguiamo diktat di nessun partito, siamo veramente liberi, non perché connotati da una sigla, ma agiamo secondo coscienza, secondo il mandato che ci viene dato dai cittadini, portando avanti le pratiche, unendo critica a propositività. Siamo stati i primi a fare le proposte alla maggioranza. La dimostrazione è che affrontiamo le pratiche, come Rivieracqua, il bio digestore, una battaglia anche nostra che sta dando frutti, infatti stanno apportando delle modifiche, quindi battaglie ambientali di sinistra, ma le abbiamo fatte perché giusto. Viceversa, abbiamo votato il progetto sulla Sairo, che è dell’amministrazione, perché lo riteniamo un buon progetto. Ieri sera invece su Tradeco o in altre occasioni, vedi la Ztl al Parasio, siamo stati vicini all’opposizione. Ovviamente abbiamo anche i nostri cavalli battaglia: manutenzione e arredo, in prospettiva turistica. Una prospettiva che non c’è, perché non c’è la programmazione. Come si può fare turismo in una città così degradata?”.

Non è mistero che Re stia preparando un nuovo progetto politico. Lo aveva annunciato in un’intervista proprio al nostro giornale (leggi QUI), ma per adesso deve fare i conti con una defezione in Consiglio, quello della consigliera Susanna Palma, passata al gruppo “Per Imperia”, con Alessandro Savioli.

Lei ha sempre fatto altre scelte. È sempre stata defilata rispetto al nostro modo di procedere, è sempre più fedelissima di Capacci e questa parola in politica non mi piace perché vuol dire essere succubi dei partiti e senza una libertà di scelta e mandato nei confronti dei cittadini”.

Francesco Li Noce

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