Il Tribunale ha riconosciuto le ragioni dei cittadini di Andora, stabilendo che sono dovuti rimborsi per la fornitura di acqua salata e non potabile e per un servizio di depurazione mai realmente garantito. Una sentenza che, secondo il MoVimento 5 Stelle di Ventimiglia, mette fine a anni di minimizzazioni e smentisce le rassicurazioni fornite in passato dalle istituzioni competenti.
Per lungo tempo, viene ricordato nel comunicato del M5S, Claudio Scajola – figura centrale nell’ATO Idrico Imperiese e nella Provincia di Imperia – aveva escluso l’esistenza di un’emergenza strutturale, sostenendo la sostanziale conformità dell’acqua e definendo le criticità come episodiche e sotto controllo, senza dunque ravvisare motivi per rimborsi o allarmismi. Una ricostruzione che la realtà quotidiana avrebbe smentito: rubinetti con acqua salata, famiglie costrette ad acquistare acqua in bottiglia e bollette considerate eccessive. Come sottolineato dall’onorevole Roberto Traversi, il MoVimento 5 Stelle afferma di essere stato al fianco dei cittadini, dei comitati e delle associazioni dei consumatori, portando la questione nelle sedi istituzionali, dalla Commissione Europea alla Camera dei Deputati fino al Consiglio Regionale, mentre – secondo il movimento – altri avrebbero continuato a difendere una gestione giudicata indifendibile.
Nel comunicato viene definita “gravissima” anche la vicenda del dissalatore di Andora, osteggiato politicamente e bloccato da pressioni istituzionali, un fatto che avrebbe contribuito a prolungare l’emergenza idrica e che potrebbe ora aprire la strada a richieste di risarcimento danni.
Per il M5S, la sentenza non si limita a condannare un gestore, ma mette in discussione un intero metodo di governo del servizio idrico, accusato di non aver ascoltato i cittadini. Il prossimo 30 dicembre, all’assemblea pubblica di Andora, non verrà celebrata una vittoria politica, ma – conclude il movimento – il riconoscimento di una verità: i cittadini avevano ragione e chi li ha ignorati per anni deve ora risponderne sul piano politico. L’acqua, ribadiscono, è un diritto fondamentale.











