Ad una donna incinta viene rifiutato di avere una “esenzione dal ticket” all’Asl in quanto non iscritta al centro per l’impiego. Succede in Liguria, nell'Asl 1 Imperiese. A complicare le cose è un secondo aspetto, infatti secondo il centro per l’impiego “per l'esenzione dal ticket non è necessaria l'iscrizione”. Un rompicapo che ha portato una donna incinta a rivolgersi al sindacato, in particolare al Coordinatore del Sistema Servizi della Camera del Lavoro di Imperia, Francesco Rossello.
Il sindacalista racconta la vicenda della donna sul profilo Facebook, come una storia, una delle tante di cattiva burocrazia in Italia: “Una donna incinta deve compilare la domanda di esenzione dal ticket. Ne ha diritto in quanto disoccupata. Allora va all'Asl, compila la domanda ma l'impiegata gliela rifiuta perché non è iscritta al centro per l'impiego. Allora la nostra amica va ad iscriversi al centro per l'impiego e le dicono che non può iscriversi perché non può dare l'immediata disponibilità al lavoro in quanto incinta. Comunque la rassicurano perché, le dicono, per l'esenzione dal ticket non è necessaria l'iscrizione. Rassicurata la nostra eroina torna all'Asl, ma l'impiegata le smonta ogni entusiasmo. Se non sei iscritta per me non sei disoccupata. Così torna al centro per l'impiego ma non parla con nessuno perché sulla porta trova un cartello "per l'esenzione dal ticket non occorre l'iscrizione".
A questo punto la ragazza si rivolge al sindacalista. Sul fatto afferma Francesco Rossello: “Domani chiamerò ASL e centro per l'impiego, mi ripasserò l'opera omnia di Bach in attesa, rispiegherò la cosa a 100 persone diverse, tutte mi spiegheranno che ho torto ma dopo qualche giorno la cosa sarà risolta perché pur non ammettendolo si accorgeranno, scusate il tecnicismo, di avere il culo sporco. Il punto però è un altro, possibile che a nessuno dell'ASL o del centro per l'impiego (parlo di funzionari e dirigenti) non sia venuto in mente di chiamarsi e provare a risolvere il problema? Possibile che il problema dell'uno e dell'altro sia quello di avere ragione e di non avere rotture di coglioni anziché risolvere il problema di un po' di gente (se hanno addirittura messo un cartello) che va avanti e indietro senza sapere cosa fare? La mia non è un'invettiva contro il pubblico impiego. Ci mancherebbe, sono sempre meno e sempre meno pagati e fanno quello che possono. La mia è un'invettiva contro tutti quelli che non ne vogliono sapere, mentre sta succedendo tutto questo”.














