'Il senso di Sanremo', riflessione di un lettore sulle potenzialità della città dei fiori

"Gli economisti lo ripetono (e con loro il coro dei ben pensanti) come un mantra: cultura e turismo sono le uniche vitamine e anche proteine in grado di rivitalizzare il comatoso Pil del Bel Paese. Dall'assunto segue un corollario conseguente e per nulla marginale: una constatazione evidente, da quando l'Italia era la meta privilegiata del Gran Tour, se non prima, come la Storia ci insegna, e cioè che l'immenso patrimonio architettonico, artistico, culturale e paesaggistico poggia saldamente su un brand che non è solo il made in Italia.

In altri termini basta la parola, come recitava un felice adagio pubblicitario d'antan: Italia e ciò che evoca, non ultimo il suo richiamo canoro, anche quello delle canzoni, che ha segnato il rilancio, con la mitica 'Volare' de 'Il Blu dipinto di Blu', della nostra economia, conducendoci al miracolo che si ricorda ancora con nostalgia: un miracolo che passò per Sanremo e che anzi proprio da Sanremo trasse esercizio di stile e di capacità di successo.

Sanremo con la sua magia, anche se oggi appare sbiadita a causa della crisi, resta uno dei luoghi simbolo di questo Paese. E Sanremo è ancora in grado di fare da effetto moltiplicatore, con i suoi eventi, con la sua immagine intramontabile, creando una moltitudine di occasioni di spettacolo e non, per arricchire e suscitare entusiasmo. Sanremo può rivelarsi, se solo si volesse, costituire una sorta di pianificazione strategica, sperimentata con fortuna per rilanciare città come Barcellona o altri centri francesi, nordamericani e austriaci.

Sanremo, per vocazione, può favorire la Riviera e quindi l'Italia a raggiungere un obbiettivo comune: la Città dei Fiori, dunque, un propellente per la rinascita economica (e creativa) della Penisola. A quanti Sanremo sarà capace di far comprendere cosa nasconde la parola Sanremo, ma anche la parola Italia? Da questo dipenderà, in una certa misura, il nostro pane quotidiano.

Pierluigi Casalino".