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Politica | 20 febbraio 2013, 16:21

Sanremo: Casinò, proclamato lo stato d'agitazione al termine dell'assemblea SNALC-CISAL

Inoltre, è stato deciso di convocare per il giorno 27 febbraio un’assemblea generale dei dipendenti che lavorano nella casa da gioco, ed a seguire il 1° ed il 2 marzo, uno sciopero prima dei dipendenti della Casino S.p.A. e nel giorno successivo per tutti i lavoratori della casa da gioco.

Sanremo: Casinò, proclamato lo stato d'agitazione al termine dell'assemblea SNALC-CISAL

L’assemblea dei dipendenti della Casino S.p.A. convocata dallo Snalc-Cisal, ha proclamato lo stato di agitazione. In base alle decisioni emerse nell'assemblea odierna, saranno organizzati dei sit-in davanti al Comune di Sanremo e davanti alla sede della Casino S.p.A.. Inoltre, è stato deciso di convocare per il giorno 27 febbraio un’assemblea generale dei dipendenti che lavorano nella casa da gioco, ed a seguire il 1° ed il 2 marzo, uno sciopero prima dei dipendenti della Casino S.p.A. e nel giorno successivo per tutti i lavoratori della casa da gioco.

"L’assemblea generale dei dipendenti della Casino S.p.A. convocata dallo Snalc-Cisal, riunitasi in data odierna per discutere della crisi della Casinò S.p.A., delle responsabilità del management e del piano d'impresa, esprime forte preoccupazione per la continuità aziendale e per la continuità lavorativa dei dipendenti che prestano la loro attività nella casa da gioco".

"L’assemblea ritiene che il continuo peggioramento dei conti della Società sia dovuto principalmente al deficit di capacità gestionale del management e non, come da più parti si vuole far credere, soltanto alla crisi economica e finanziaria e ai cambiamenti nel mercato del gioco. La crisi della Casino S.p.A. si aggrava di giorno in giorno. I proventi dei giochi diminuiscono a vista d'occhio e costi gestionali rimangono alti e non più sostenibili. Il rischio di fallimento della Società è troppo elevato e le conseguenze per la città e per le lavoratrici e per i lavoratori sarebbero devastanti. - spiega Lorenzo Semeria - I dipendenti hanno figli da mantenere e mutui da pagare e non possono assolutamente correre un tale rischio. La Casino S.p.A. ha il dovere di mettere in sicurezza l'Azienda. Se la Casino S.p.A. non è in grado di farlo è del tutto evidente che per evitare le conseguenze dello stato di insolvenza dovrebbe esser estromessa dalla gestione della casa da gioco.

Il Ministero dell'Interno, che si configura sempre più come la scialuppa di salvataggio del Casino Municipale di Sanremo, dovrebbe (esistono già oggi i presupposti) nominare la gestione commissariale per poter assicurare la continuità aziendale e i rapporti di lavoro e per poter attuare un efficace piano di risanamento e di riorganizzazione della casa da gioco. Il piano d'impresa della Casino S. p. A. 2012-2014 non delinea politiche gestionali in grado di mettere in sicurezza l'Azienda. Non contiene progetti concreti idonei a fermare la continua diminuzione degli introiti di gioco né a ridurre i costi gestionali. La previsione contenuta nel piano di chiudere il bilancio della Società del 2013 con un attivo di 129.952 euro appare, dall'analisi dell'andamento degli introiti dei giochi, campata in aria.

Nel piano a pagina 43 viene dato ampio risalto all'incentivazione all'esodo. La Società scrive sul punto: “Lo strumento dell'esodo incentivato volontario di personale dipendente rappresenta di fatto il solo ammortizzatore sociale disponibile per scongiurare l'utilizzo degli strumenti previsti dalla normativa per la gestione delle eccedenze di personale. Il piano di incentivazione all'esodo è attualmente oggetto di confronto con le rappresentanze sindacali, con le quali si sta valutando l'utilizzo di nuove risorse per incrementare significativamente nel breve periodo il fondo di accantonamento straordinario esistente, onde addivenire ad un accordo che renda permanente l'utilizzo di detto strumento. La Società, per parte sua, ha allocato risorse per 1,36 milioni di Euro nel triennio da destinarsi all'esodo, in aggiunta all'accantonamento aziendale straordinario.” La Società contrariamente all'impegno assunto nel piano non ha destinato neanche un euro all'esodo.

Nell'ipotesi d'accordo sottoscritta il 23 maggio 2012 tra la Casino S.p.A. e le OO.SS. (contrario lo Snalc), l'importo quantificato dalle Parti da destinare all'incentivo all'esodo risulta inferiore di euro 504.173,14 rispetto a quello che la Società avrebbe dovuto versare nell'accantonamento aziendale straordinario in adempimento a precisi obblighi contrattuali. - proseguono dal sindacato - L'ipotesi d'accordo, all'opposto di quanto affermato dalla Società, anziché incrementare le risorse finanziarie dell'accantonamento straordinario aziendale li ha significativamente ed ingiustificatamente ridotte. Con l'ipotesi d'accordo saranno incentivati di fatto solo 18 dipendenti e nel contempo l'accantonamento straordinario aziendale cesserà la sua funzione di ammortizzatore sociale, lasciando tutti gli altri dipendenti nel pieno di una grave crisi aziendale senza alcuna tutela.

L’assemblea ritiene che la Società abbia l'obbligo, in applicazione del principio della parità di trattamento dei dipendenti e anche in considerazione dei notevoli risparmi sui costi del personale dichiarati, di assicurare a tutti i dipendenti che faranno in futuro domanda un importo a titolo di incentivo all'esodo calcolato applicando gli stessi coefficienti che saranno applicati per incentivare i suddetti 18 dipendenti. - aggiungono - L’assemblea ritiene che la Società abbia l'obbligo, in virtù dei patti sottoscritti, di versare nell'accantonamento aziendale straordinario l'importo di euro 504.173,14. L’assemblea ritiene necessaria la definizione immediata di un nuovo accordo per l’incentivo all’esodo. L’assemblea ritiene che per uscire dalla crisi aziendale sia necessario osservare con rigore i principi e le regole della buona gestione, eliminare ogni forma di spreco, impiegare bene le risorse umane e applicare i criteri di trasparenza, di efficienza ed economicità nell'impiego delle risorse finanziarie per l'acquisizione di beni e servizi.

L’assemblea ritiene che occorra: 1) che venga mandato a casa, nel più breve tempo possibile, l'attuale management (dirigenti e quadri) e venga nominato, sulla base di valutazioni meritocratiche, un nuovo management snello e autorevole; 2) che il Comune di Sanremo e la Casino S.p.A. concordino un piano sostenibile di investimenti per dare attuazione a progetti che abbiano per la casa da gioco un ritorno economico nel breve periodo; 3) che venga costituito, dal Comune di Sanremo, dalla Casino S.p.A, dall'Unione Industriali d'Imperia e dalle OO.SS. un tavolo istituzionale di gestione della crisi presieduto dal Prefetto d'Imperia; 4) che il tavolo di crisi, nella distinzione dei ruoli e delle responsabilità e in una linea di discontinuità e di cambiamento, definisca rapidamente un piano d’emergenza in cui tutti siano chiamati a fare la loro parte di sacrifici per assicurare l’equilibrio economico e finanziario dell’Azienda e la sicurezza dei posti di lavoro.

Il piano di emergenza dovrà perseguire due obbiettivi di fondamentale importanza per la continuità aziendale e la sicurezza dei posti di lavoro: 1) fermare la diminuzione degli introiti di gioco; 2) ridurre i costi gestionali. La Società dovrà, a titolo esemplificativo, impegnarsi: a metter subito in atto un efficace piano straordinario di iniziative promozionali per fidelizzare la clientela e di acquisirne di nuova, a organizzare in tutti i fine settimana e nelle festività manifestazioni ed eventi di gioco (gare, tornei ecc.), a riorganizzare e riqualificare l’offerta di gioco, a rivedere l’organizzazione del lavoro e a definire un nuovo layout delle sale da gioco. L’assemblea ritiene non più rinviabile una riorganizzazione complessiva dell'Azienda nell'ottica dell'efficienza produttiva e della riduzione dei costi, della flessibilità dell'organizzazione del lavoro, della qualità dei servizi alla clientela.

L’assemblea invita lo Snalc-Cisal, - chiosano - nell'ambito della definizione dell'accordo per il rinnovo del contratto di lavoro, a concordare con la Società una riduzione equa del costo del lavoro solo in presenza di un nuovo accordo per l’incentivo all’esodo, di un rafforzamento dell'accantonamento aziendale straordinario e di accresciute tutele per la sicurezza del posto di lavoro".

C.S.

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