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Politica | 11 ottobre 2011, 00:35

Sanremo: Donzella "Il Comune deve avere coraggio e salvare le imprese e gli artigiani pagandoli subito"

Dura presa di posizione del consigliere d'opposizione Massimo Donzella, durante la discussione sugli equilibri di bilancio e il patto di stabilità, in merito ai ritardi nei pagamenti alle imprese. "Oltre a non ricevere denaro, le imprese che hanno acceso dei finanziamenti corrono il rischio di trovarsi a loro volta oggetto di azioni giudiziarie, non potendo far fronte agli impegni" ha detto.

Massimo Donzella

Massimo Donzella

Non ha tardato a scaldarsi il clima politoco durante il consiglio comunale di Sanremo dedicato agli equilibri di bilancio. Inevitabilmente il dibattito si è spostato presto sul patto di stabilità e sul problema dei ritardi dei pagamenti delle imprese. A sollevare la questione è stato il consigliere comunale d'opposizione Massimo Donzella che ha sottolineato come il Comune debba pagare 9 milioni di euro alle imprese per opere per opere già effettuate.

"Quello che bisogna assolutamente fare è salvare l'economia delle piccole imprese e degli artigiani – ha detto Donzella - un problema che ormai non è solo finanziario, ma è diventato anche di crisi sociale, relativo al mantenimento dei posti di lavoro e di sopravvivenza delle stesse imprese. Questi 10 milioni di euro devono essere pagati per dare un nuovo impulso alle imprese, nello stesso tempo è necessario finanziare nuove opere, investire sul casinò, e credere in un rilancio che può avvenire solo attraverso lo sviluppo dei vari sistemi produttivi. Il non rispetto del patto di stabilità determinerà, solamente per l’anno 2012 in virtù del nuovo decreto Premi e Sazioni, il mancato trasferimento da parte dello Stato del 3% delle entrate correnti, l’impossibilità di effettuare nuove assunzioni e la riduzione del 30% delle indennità agli amministratori".

"Salvando la nostra economia, e quindi onorando i pagamenti alle imprese - prosegue Donzella - si dimostrerebbe un grande senso di responsabilità verso i cittadini. Anche perché, in ogni caso, gli equilibri di bilancio non ci sono ed il fondo di riserva pari a poco più di 400 mila euro non è sufficiente a far fronte alle spese di giudizio derivanti dalle azioni giudiziarie, agli interessi legali che diventano interessi moratori per cui il tasso praticato alle imprese dalle Banche sarà il medesimo che dovrà essere corrisposto dal Comune alle imprese e che può essere quantificato, unitamente alle spese giudiziarie, in almeno 1 milione di euro. A tutto questo si dovranno sommare i danni indiretti che vengono provocati alle imprese creditrici per la mancata riscossione dei loro crediti".

"Così come per il bilancio di previsione (in cui vi erano state delle poste del tutto fuori luogo quali i 13,5 milioni per la cessione dell'usufrutto del Palafori, la sovrastima degli introiti del casinò, la previsione di un piano delle alienazioni irrealizzabile, una macroscopica previsione delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione) anche per gli equilibri di bilancio, a due mesi e 50 giorni da fine anno, e quindi ben dieci giorni oltre il previsto termine perentorio del 30 settembre, i conti non tornano. Innanzi tutto – aggiunge - perché gli introiti del casinò sono ancora una volta sovrastimati, dato che quest'anno, tenuto conto dell’attuale -12% rispetto all'anno scorso, potranno al massimo raggiungere i 64 milioni di euro. Anche per il piano delle alienazioni non è assolutamente credibile che il Comune di Sanremo, che in oltre 9 mesi ha incassato appena poco più di 200 mila euro, possa prevedere di introitare da qui a fine anno diversi milioni di euro".

"Non è pensabile che a fronte di una modifica del patto di stabilità, che a settembre con il decreto n. 149/2011 ha reso molto meno rigido lo sforamento, non si abbia il coraggio e la consapevolezza che con circa 45 milioni di euro in cassa, attualmente del tutto infruttiferi, non si possano pagare i debiti alle decine imprese ed artigiani che hanno svolto per il Comune di Sanremo centinaia di lavori tra l'anno 2010 e il 2011. Questo sarebbe evidente se solo ci si rendesse conto che i danni provocati all'economia cittadina vanno ben oltre il dato numerico, aggravato ovviamente dal continuo maturare degli interessi legali e delle spese di giudizio".

"Le imprese che non riescono a pagare gli operai ed i contributi, si trovano a non poter più partecipare a nuove gare d’appalto, poiché alle stesse è richiesto per ogni lavoro il Durc, ossia la regolarità contributiva, nei confronti dell'Inps, dell'Inail e della Cassa Edile, che ovviamente non possono presentare. Inoltre le imprese che hanno acceso dei finanziamenti per capannoni, magazzini, macchinari o altro, corrono il rischio di trovarsi a loro volta oggetto di azioni giudiziarie, non potendo far fronte agli impegni. La situazione è quindi di assoluta emergenza – conclude Donzella - e deve essere affrontata con coraggio e responsabilità da parte dell'Amministrazione Comunale".

Federico Marchi

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