Bella lei, simpatico lui e divertita tutta la sala Radio e Tv Private. Così si può descrivere l’intervento, stamattina al Palafiori, di Luca Barbarossa con Raquel del Rosario. La loro canzone ‘Fino in fondo’ questa sera si gioca la finale.
“Sono un produttore indipendente dal lontano 1999 – ha ricordato Barbarossa - e negli anni sono diventato sempre più ‘indi’. Mi dà una grande libertà espressiva e, poi, oggi le major mi negherebbero perfino il minimo indispensabile, vista la crisi. Così, invece, ho prodotto un lavoro impegnativo, di 23 pezzi: 3 cover, 4 inediti e 16 brani del mio repertorio. Ci sono ospiti internazionali, come Raquel, e italiani, come Neri Marcorè, che ieri sera abbiamo invitato sul palco. Non si è sentita la sua battuta finale, rivolta a me e al maestro Fio Zanotti: ‘Che Dio perdoni il vostro guardaroba’. Per via dei tempi ristretti hanno chiuso prima l’audio, ma la scaletta ‘disorganizzata’ mi diverte di più, c’è spazio per l’improvvisazione, lo spettacolo deve avere una parte imprevista.
Appartengo alla seconda generazione dei cantautori. Negli ultimi tempi non c’è stato quel ricambio auspicabile, perché oggi si lavora in altri modi, non c'è più l'aggregazione geografica intorno ad uno studio, come accadeva con la scuola genovese, milanese, romana. I nuovi talenti vanno scovati davanti al computer. Ai giovani, che raggiungono la fama velocemente in tv, bisogna perdonare l'incapacità di gestire il successo. Io l’ho vissuto a 18 anni, è stato un macigno, si ha un approccio problematico con la comunicazione. Il talent show è un'occasione, ma si rischia di creare solo il fenomeno momentaneo. La radio, piuttosto, è diventata un punto di riferimento per gli artisti, anche per gli inarrivabili, come Morandi. Si raccontato attraverso l’intervista ed il gioco, insieme a dei comici di razza, come non possono farlo in televisione.
Per me è già un privilegio essere di nuovo qui, a 30 anni dal mio debutto nel 1981 con ‘Roma spogliata’. Non sono mai stato interessato al podio in quanto tale. Con ‘Via Margutta’ ero arrivato penultimo e dopo è stato un successo totale”.
“Ho partecipato ad un evento, che non mi aspettavo così – è intervenuta Raquel -. Mi è piaciuto il calore, con cui mi hanno accolta gli Italiani, e… le scarpe! In Spagna non abbiamo un simile festival della canzone e mi sembra molto buono dedicare un’intera settimana soltanto alla musica e agli artisti. Stiamo già curando la versione spagnola della canzone e speriamo che abbia successo in tutto il mercato latino-americano, dove il cd si vende ancora. La cosa più bella dell’Italia? Luca Barbarossa!”
“Sono dichiarazioni spontanee – ha retto il gioco Luca -. In realtà, la parola che mi dice più spesso è cabrón!”











