Ha chiuso dopo oltre 100 anni di attività il negozio di alimentari di Torrazza nell’immediato entroterra di Imperia. “Mi manca una parte della mia vita. Mi sveglio tutte le notti di soprassalto e ripenso al mio negozio, ma, purtroppo non era più possibile continuare". Parla con le lacrime che le solcano il viso Ottavia Clavio, 68 anni, oltre cinquanta trascorsi dietro al banco del negozio di alimentari e tabacchino nel carruggio di Torrazza, il delizioso borgo alle spalle di Porto Maurizio, in via Redoro all’incrocio con il budello dedicato a una gloria locale, monsignor Bracco.
Dal 1° gennaio, infatti, ha cessato l’attività dopo oltre 100 anni di apertura il negozietto di alimentari che aveva fondato il nonno della signora Ottavia e che prima di essere gestito direttamente da lei era stato del papà. "Era diventato impossibile proseguire. In paese non ci vivono più che una cinquantina di anime. Quasi tutti hanno la macchina e la concorrenza dei supermercati a valle è difficile da reggere per noi. Per la verità c’era una ragazza che avrebbe voluto rilevare il negozio, date anche le difficoltà che ci sono a trovare un lavoro, ma non me la sono sentita di consigliarglielo. Le tasse, ormai, si mangiano tutto il guadagno. Non è che il fisco sia particolarmente oppressivo è che proprio il guadagno della giornata era diventato insufficiente senza rischiare di rimetterci. E poi ci sono le spese fisse".
Ottavia Clavio ha appeso un cartello che sa di amaro 'Questo negozio ha chiuso per sempre', che solo coloro che hanno frequentato il suo esercizio aperto a tutte le ore, sanno quanto le sia costato affiggere. Dietro a quel banco tra merce ordinatamente appoggiata sugli scaffali sempre ricchi di ogni ben di Dio e anche, in stagione, di primizie dell’orto e di prodotti tipici come il prelibato olio di produzione propria, Ottavia Clavio ha cresciuto i suoi due figli Paolo e Roberto e ha accudito fino all’ultimo l’anziana madre mancata nel 2007. "Potevo permettermelo - perché la nostra cucina è il retro e le stanze da letto sono di sopra, quindi, come si dice, veramente casa e bottega". E pensare che fino a non molto tempo fa Torrazza come tutto l’entroterra portorino era presa d’assalto dai turisti soprattutto tedeschi. "Non c’era –ricorda con nostalgia Ottavia Clavio – un vecchio fienile che non fosse trasformato in abitazione per le vacanze. I tedeschi si litigavano ogni angolo del paese e d’estate era una festa multicolore. Ho visto venire grandi tanti ragazzi biondi. Adesso tendono ad andarsene anche gli extracomunitari, tunisini e turchi. I tedeschi non solo non comprano più, ma ci sono addirittura 5- 6 abitazioni che sono state, e da tempo, messe in vendita senza che nessuno se le sia comprate".
La tendenza al progressivo spopolamento dell’entroterra, anche quello più vicino alla costa e del disinteresse da parte dei turisti stranieri, in particolare tedeschi, è confermata da Roberta Paglieri dell’omonimo studio immobiliare di via Cascione:«In effetti saranno 3 o 4 anni che un tedesco non entra più in agenzia per chiedere informazioni. Una volta non era così. E’ vero che oggi ci sono altri canali di contatto tipo internet, ma se uno vuole affittare o acquistare, un salto in agenzia, magari tanto per informarsi meglio, normalmente lo fa. Oggi, però, noto che il fenomeno è in via di sparizione». Secondo gli ultimi dati recentemente forniti dal centro studi di Tecnocasa nell’ entroterra di Porto Maurizio, appunto, gli affitti vanno da 350 a 400 euro mensili (i prezzi aumentano in caso di affitti stagionali) a seconda che si tratti di un bilocale o di una casa con tre vani. Da 300 a 450 , invece, se parliamo della vallata di Dolcedo, in località come Vasia o Prelà.






















