Pasquale Indulgenza, capo gruppo P.R.C. in Comune ad Imperia invia alcune considerazioni su un manifesto apparso ad Imperia.
"Manifesti e Favole.
E' comprensibile, dato il sempre più grave sbandamento del PdL, che suoi esponenti locali e regionali si augurino, nell'ansia da cui devono esser presi, un ritorno dell'on. Scajola ad un impegno politico diretto, ma le affermazioni contenute nel manifesto che abbiamo visto affisso in città in questi giorni contrastano clamorosamente con la realtà delle cose. Il testo, firmato dalla 'Fondazione Targa Florio Onlus', è intitolato 'RIDATECI SCAJOLA' e sostiene che l'ex ministro fosse l'unico capace di contrastare la Fiat, attualmente scatenata nello smantellare gli stabilimenti italiani e trasferirsi opportunisticamente all'estero - senza che alcuno le resista - dopo aver 'mangiato' per decenni soldi pubblici.
E' la stessa tragedia che stanno vivendo gli operai di Termini Imerese e di Pomigliano, peraltro protagonisti di prove di straordinaria capacità di resistenza e di lotta in una situazione di grande solitudine, ma in generale i lavoratori di tutta l'industria nazionale, ad imporre un discorso di verità rispetto alle affermazioni del sodalizio, conosciuto soprattutto per la promozione dei fasti delle auto d'epoca, di cui è notoriamente appassionato l'onorevole. Questi è tuttora deputato alla Camera, non essendosi certo dimesso da quella carica, e come parlamentare, con le prerogative e gli strumenti istituzionali di cui dispone, ben potrebbe intervenire, se fosse vero ciò che si dice nel manifesto, nel merito della vicenda in argomento e a favore dei lavoratori e dei loro diritti, nonché della causa dell'industria automobilistica italiana.
Nessuno infatti gli impedisce di pronunciarsi e di attivarsi contro il ricatto di Marchionne, l'aberrante progetto di 'Fabbrica Italia', e la distruzione del sistema di contrattazione collettivo nazionale, cosa che sarebbe di grande significato proprio nell'attuale sua posizione, che secondo i sottoscrittori del manifesto è di 'segato da un trappolone', ma che, stando ai fatti finora noti, è di dimissionario volontario a seguito di una vicenda pesante e sconcertante caduta nell'ambito dell'inchiesta 'Grandi Eventi'. Soggiungiamo che se oggi tanti si sono abituati - soprattutto grazie alla disinvoltura del partito berlusconiano nella gestione del proprio potere - a ritenere semplicemente doverose le dimissioni solo a seguito di un avviso di garanzia, una volta non era certo così, bastando un semplice motivo di sospetto, un'ombra che minasse la credibilità, per indurre un alto rappresentante delle istituzioni a lasciare i propri incarichi.
In secondo luogo: l'on. Scajola è stato membro dello stesso Governo di Destra che oggi va sostenendo apertamente le scelte antioperaie e antipopolari della Fiat, insieme alla Confindustria di Marcegaglia, con cui, quando egli era impegnato a prepararci il 'regalo' del ritorno al nucleare, era già abbondantemente maturato il terreno su cui l'amministratore delegato del gruppo (fu) torinese può ora comodamente affondare la propria cinica strategia. Onestà intellettuale vorrebbe che fossero riconosciute queste cose, o, al limite, si tacesse, al posto di una propaganda, chiaramente parte di una campagna di sostegno, provinciale al punto da non badare nemmeno al fatto - cosa assai sorprendente per una prestigiosa fondazione - che il titolo e il refrain del manifesto riecheggino lo stesso detto che nell'originale romanesco storicamente ha assunto ben più greve significato".














