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| 11 settembre 2008, 07:11

Il Punto: via Dante Alighieri 103, l'Oasi di Libereso

Al numero civico 103 di via Dante Alighieri, una via lunga e stretta del popoloso quartiere di Baragallo in Sanremo, abita Libereso Guglielmi, conosciuto come il giardiniere di Mario Calvino, il padre di Italo.

Il Punto: via Dante Alighieri 103, l'Oasi di Libereso

Al numero civico 103 di via Dante Alighieri, una via lunga e stretta del popoloso quartiere di Baragallo in Sanremo, abita Libereso Guglielmi, conosciuto come il giardiniere di Mario Calvino, il padre di Italo. Varcando il cancello, nascosto da due varietà di passiflora dai colori stupendi e dai gustosissimi frutti, si scopre una vera e propria oasi tropicale circondata, anzi assediata, dai palazzi e dalle auto parcheggiate ovunque.

 

In una giornata calda di agosto passeggio in sua compagnia in questo piccolo fazzoletto di terra miracolosamente sottratto alla speculazione edilizia e custodito, o meglio difeso, con energia e vigore dall'ultraottantenne giardiniere. Al fondo della scala, accanto al giardino si trova nascosta dalla fitta vegetazione una piccola casa a due piani, di cui il primo è abitato da Libereso ed il piano terra occupato dal fratello Germinale. In quest'oasi, dall'aspetto più di una giungla che di un giardino, crescono spontanee oltre 400 varietà di piante provenienti da tutto il mondo, all'apparenza disordinate e intrecciate, ma propense ad offrire in ogni stagione coloratissimi fiori e dolcissimi frutti, insieme ad erbe dai gusti e sapori incredibili.

 

Su tutta l'area campeggia uno splendido albero di avocado, che dispensa frutti dal mese dicembre ininterrottamente fino alla fine dell'estate. Ne vedo ancora alcuni esemplari sulle cime più alte,sono di una varietà particolare introdotta in Italia da Calvino Mario. Libereso mi ricorda come oggi quella pianta di Avocado rappresenti una sorta di monumento in ricordo delle centinaia di esemplari piantati da Calvino, che davano grandi frutti, ma che sono stati tagliati tutti per far posto alle case. Fra le tante piante calviniane presenti nell'oasi merita una citazione straordinaria l'Erythrina crista-galli, alta più di 4 metri, che in estate presenta meravigliosi fiori rosso scarlatto e che separa il giardino dalla casa. Da sola merita una visita.

 

Libereso, nato nel 1925 a Bordighera, dopo aver lavorato nella stazione sperimentale diretta dal padre dello scrittore, ha poi diretto aziende nel meridione, è stato in Inghilterra, ha girato il mondo ed oggi insegna a disegnare ai bambini delle scuole, scrive o ispira articoli per riviste specializzate, tiene conferenze, spedisce ricette e semi in tutto il mondo, ma soprattutto ama definirsi un libero pensatore. Lo ascolteresti parlare per ore e ore e senza provare noia per via del suo modo di parlare lento e da incantatore. Il giro per l'oasi è un susseguirsi di scoperte: fiori incredibili, dei quali ti spiega con calma e precisione la provenienza, l'uso medicinale o culinario e le leggende popolari. Di alcuni fiori ci sono cartellini artigianali con l'indicazione del nome e della famiglia, ma ogni pianta racchiude una storia.

 

E' il ricordo di un viaggio o il dono ricevuto dai tanti amici che da ogni parte del mondo vengono a trovarlo o testimoniano gli esperimenti riusciti di acclimatamento degli anni passati con Italo Calvino, che lo invitò a lavorare nella stazione sperimentale da giovanissimo. I suoi racconti contengono insegnamenti sempre moderni, le sue lezioni e conferenze appartengono al presente e mai al passato, anche se il suo amore per la natura e la sua attenzione puntata sempre sulla bellezza del paesaggio lo portano spesso a ricordare il tempo passato. "Come era bello, prima" sospira spesso riferendosi o alla zona di Caponero che scendeva al mare con ripidi sentieri immersi nella macchia mediterranea profumatissima o alla Villa Meridiana, che oggi è diventata un parcheggio, o ad altri paesaggi da lui conosciuti ed amati e che sono stati distrutti dall'asfalto e dal cemento. Un suo grande cruccio è anche quello di continuare a veder piantare palme ovunque "quando abbiamo alberi come il leccio o il carrubo che crescono spontaneamente" e che sono un aspetto fondamentale del paesaggio ligure, sempre in primo piano nei suoi discorsi. Cita Biamonti e Orengo più di Calvino, a cui non riesce a perdonare di aver venduto la villa ed i terreni, che sono stati distrutti dalla speculazione selvaggia che ha travolto la città. Anche a lui hanno fatto grandi offerte in denaro per vendere la casa ed il giardino, ma ricorda con orgoglio che le ha sempre rifiutate.

 

La visita dell'oasi comprende un assaggio delle erbe, che si incontrano nel piccolo sentiero: indimenticabile il sapore dolcissimo di un'erba messicana dal nome impronunciabile insieme a quello di un'erba usata per aromatizzare i fagioli dal gusto davvero terribile. Ed al termine della visita in giardino, seduti sul piccolo terrazzo ama mostrare gli acquerelli, i disegni e gli appunti di tanti anni di ricerche, che lo hanno portato ad essere uno dei più grandi esperti italiani di piante e profondo conoscitore dei segreti della flora spontanea. Quando girava per il mondo e non possedeva una macchina fotografica il disegno era l'unico strumento per fissare colori e forme, nomi e caratteristiche dei suoi incontri con la natura, non solo piante ma anche animali, in particolare insetti. Ma nei suoi disegni ci sono anche uomini e donne, disegnati con simpatia e ironia e con uno stile che ricorda quello del suo vicino di casa, il grande disegnatore Antonio Rubino, che quando lo ha visto disegnare la prima volta si era arrabbiato moltissimo perchè pensava che lo avesse copiato e gli volesse rubare un personaggio. Ci è voluto molto tempo prima che lo prendesse in simpatia e diventassero grandi amici.

 

Oggi Libereso ricorda con piacere il rapporto con questo grande artista. Con la sua criniera bianca ed un sorriso rassicurante ti saluta e ti da appuntamento per finire di raccontarti le tante storie lasciate a metà, ma prima ti salutarti, chiede ancora una volta se hai letto "Un pomeriggio, Adamo", il primo racconto di Italo Calvino. Se non lo avessi ancora letto, ti inviterà a leggerlo sorridendo e sussurrando: "Guarda che Adamo sono io".

 

Per vedere le immagini del giardino puoi cliccare qui

 

claudio.porchia@sanremonews.it

Claudio Porchia

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