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Politica | 23 novembre 2014, 11:34

Valle Arroscia: secco no dei gruppi di minoranza allo statuto per l'unione dei Comuni della valle

Alla decisione, presa al termine di una riunione (alla quale hanno partecipato anche consiglieri di maggioranza) svolta nell'ultima settimana, hanno aderito le minoranze di: Pieve di Teco, Vessalico, Borghetto d’Arroscia, Armo, Mendatica e Cosio d’Arroscia.

Valle Arroscia: secco no dei gruppi di minoranza allo statuto per l'unione dei Comuni della valle

I Gruppi di minoranza formalmente costituiti nei Comuni della Valle Arroscia hanno detto no allo statuto relativo all’Unione dei Comuni della Valle, approvato dai Consigli Comunali. Alla decisione, presa al termine di una riunione (alla quale hanno partecipato anche consiglieri di maggioranza) svolta nell'ultima settimana, hanno aderito le minoranze di: Pieve di Teco, Vessalico, Borghetto d’Arroscia, Armo, Mendatica e Cosio d’Arroscia.

Erano presenti: Renzo Brunengo, Sabrina Sasso, Nino Martini, Giuliano Anfosso, Sara Maffone, Ivo Richermo, Luciano Rovere, Andrea Floccia, Alberto Molinari, Marino Ferrara, Roberto Gravagno. Matteo Bonifazio e Paola Mereu in teleconferenza. "Siamo tutti favorevoli all’Unione dei Comuni - dicono in primis i consiglieri di minoranza - ciò per evitare la strumentalizzazione della nostra posizione. Riteniamo, però, che sia stato approvato uno Statuto in tutta fretta, perché non presentato in tempo utile a tutti i consiglieri in modo da essere recepito e discusso. Approvato quindi senza conoscerlo bene. Riteniamo questo Statuto antidemocratico, vecchio e superato già prima di nascere perché non consente la crescita e non tutela le potenzialità e specificità del territorio. Noi invece vogliamo un’unione paritaria, nel segno dello sviluppo e del progresso, dato che ogni Comune cederà a questa Unione una parte del proprio potere e autonomia. Potere che dovrà essere gestito nel migliore dei modi con pari dignità di rappresentanza. Bisognava e bisognerà discuterne tutti insieme. Questa era ed è ancora la strada da percorrere, se vogliamo costruire qualcosa di serio, utile e duraturo".

"Questo Statuto - proseguono - contiene norme illegittime, come quella che non consente ai Consigli Comunali di nominare i propri rappresentanti di minoranza e quella che  assegna i voti in modo predeterminato ai consiglieri dell’Unione (art. 12 dello Statuto). Alcuni valgono 22 voti, altri 2. In pratica si dice che i consiglieri ci sono, ma alcuni, quando si vota, non contano nulla.  Riteniamo queste norme arbitrarie, lesive della democrazia e non conformi alla Legge (art. 32 comma 3 della Legge 267/2000 Enti Locali). Siamo convinti che tutti i Comuni debbano avere pari dignità di rappresentanza anche perché sono tutti di piccole dimensioni e con lo stesso numero di consiglieri comunali. La Legge va rispettata ed è chiarissima: ogni singolo Consiglio Comunale dei Comuni associati elegge i propri rappresentanti nel rispetto delle minoranze, come stabilisce la Legge Delrio del 2014. Cosa che non avviene con questo Statuto".

"Gli esempi sono molti - terminano - e le Unioni già costituite, compresa quella del Golfo Dianese, sono tutte ispirate a principi di cooperazione, tutte (ripetiamo tutte) con pari dignità di rappresentanza sia della maggioranza che della minoranza di tutti i Comuni associati. Riteniamo pertanto illegittima l’eventuale riunione del Consiglio dell’Unione e dell’assemblea delle minoranze, così come ipotizzato nello Statuto, perché palesemente fuori legge". 

Carlo Alessi

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