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Politica | 20 marzo 2020, 11:22

Regione: contagio da Coronavirus equiparabile ad un infortunio sul lavoro, i sindacati denunciano carenze di DPI

"Ribadiamo la denuncia della carenza di idonei Dispositivi di Protezione Individuale, a tutela degli iscritti nonché di tutti i lavoratori che operano nei servizi accreditati della sanità privata – socio sanitari e riabilitativi".

Regione: contagio da Coronavirus equiparabile ad un infortunio sul lavoro, i sindacati denunciano carenze di DPI

"Ribadiamo la denuncia della carenza di idonei Dispositivi di Protezione Individuale, a tutela degli iscritti nonché di tutti i lavoratori che operano nei servizi accreditati della sanità privata – socio sanitari e riabilitativi".

Questa la denuncia delle Segreterie Regionali di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL, pubblicata in una lettera indirizzata all'assessore regionale alla sanità, Sonia Viale, al Direttore Generale di ALISA ed al Direttore Dipartimento Salute e Servizi Sociali Regione Liguria.  "Tale richiamo è d’obbligo alla luce di quanto disposto dall'INAIL con la nota prot. n. 3675 del 17 marzo 2020 che all’ articolo 42 del D.L. 17 marzo 2020 n. 18 (decreto Cura Italia), ha comunicato che i contagi da nuovo Coronavirus di medici, infermieri e altri operatori dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (e di qualsiasi altra struttura sanitaria pubblica o privata assicurata con l’Inail), avvenuti nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, sono tutelati a tutti gli effetti come infortuni sul lavoro dalla data di attestazione dell’avvenuto contagio da parte delle autorità sanitarie tramite il test specifico di conferma" - spiegano i sindacati.

"Viene ivi altresì precisato che detta tutela si estende anche ai casi in cui l’identificazione delle precise cause e modalità lavorative del contagio si presenti problematica e pertanto, se l’episodio che lo ha determinato non può essere provato dal lavoratore, si presume che il contagio sia una conseguenza delle mansioni svolte. - aggiungono - La tutela INAIL, come sopra anticipato, decorre dalla data di attestazione dell’avvenuto contagio da parte delle autorità sanitarie tramite il test specifico di conferma, il cosiddetto tampone".

"In ragione di quanto sopra le Scriventi OO.SS. chiedono agli organismi preposti di sottoporre anche gli operatori dei servizi accreditati della sanità privata – socio sanitari e riabilitativi che siano stati a contatto, durante l'attività assistenziale, a paziente confermato Covid 19 e/o a contatto con altro lavoratore, poi risultato positivo al tampone, al test specifico di conferma del Covid 19, come obbligo di sorveglianza sanitaria sui lavoratori e come contenimento della diffusione del virus per la Salute pubblica. - precisano - Quanto sopra allo scopo, in caso di riscontrata positività, non solo di poter tutelare lo stato di salute dei predetti operatori sanitari (e con essi anche dei pazienti ricoverati e dei familiari), ma di poter garantire loro la tutela INAIL afferente sia l’assenza lavorativa sia il periodo eventualmente successivo, dovuto a prolungamento di malattia che determini una inabilità temporanea assoluta, nonché di fruire delle tutele previste dalla normativa in materia di infortunio sul lavoro".

"Si coglie l’occasione per ribadire che la mancanza di idonei DPI, così come previsto dall’INAIL, potrebbe mettere gli operatori nella condizione di dover scegliere tra erogare la prestazione lavorativa e la tutela della propria salute secondo le linee guida emesse dalle varie normative che si sono succedute per contenere la diffusione del virus e tutelare la salute degli operatori"  - concludono i sindacati.

C.S.

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