/ Attualità

Attualità | 20 aprile 2013, 07:21

Scoperta a San Bernardo di Vallebona con una scultura arenaria che rappresenta il sole

Da parte dal gruppo ricerche archeologiche di superficie composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri e Paolo Ciarma.

Scoperta a San Bernardo di Vallebona con una scultura arenaria che rappresenta il sole

Recenti attività di ricognizione in località San Bernardo (Vallebona) da parte dal gruppo ricerche archeologiche di superficie composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri e Paolo Ciarma, hanno portato alla scoperta di una scultura in arenaria quarzifera a forma sferica di proporzioni enormi che rappresenta il sole.

Una nuova sorprendente testimonianza di religiosità arcaica che va ad arricchire il considerevole patrimonio archeologico scoperto negli ultimi anni tra i boschi dell'entroterra del comprensorio Intemelio destinato a cambiare le nostre conoscenze e le idee sulle origini della nostra civiltà. Il monumento religioso riconducibile al culto solare, misura cm.109 di diametro e si caratterizza per avere sulla superficie due incisioni antropomorfe da interpretare come la firma degli esecutori simili ad alcuni petroglifi riconducibili all'età del Bronzo, II-I millennio a.C. presenti sulle rocce della Valle delle Meraviglie.

Una ulteriore testimonianza del culto solare praticato dai nostri lontani progenitori che va ad aggiungersi alla scoperta avvenuta in passato in località Alpicella ( Dolceacqua ) ad una scultura  a forma sferica  del diametro di 56 centimetri  rappresentazione del sole sulla quale, per rafforzarne il contenuto simbolico, è stato inciso un cerchio. Le recenti scoperte trovano un confronto con una masso di grandi dimensioni lavorato a forma sferica classificato come la rappresentazione del sole presente nel sito archeologico di Monte

d'Accoddi presso Sassari. Relazioni di scambio che potrebbero giustificare influssi culturali di carattere religioso tra Sardegna e il continente, sono testimoniate dal ritrovamento in ambiente pastorale, località Paù (Rocchetta Nervina), da scarti di lavorazione di ossidiana proveniente dalle rocce vulcaniche del monte Arci in Sardegna e da raschiatoi, cuspidi di freccia, coltelli e lame in 17 stazioni archeologiche del sud della Francia tra cui la  vicina grotta di Castellar nei pressi di Mentone.

L'ossidiana, vetro vulcanico, oro nero dell'antichità, assente sul continente, nel III millennio a.C., prima della scoperta dei metalli era molto ricercata per essere più tagliente della selce. Il culto del sole fa la sua comparsa tra i popoli dell'antichità in ambiti geografici diversi dopo  l' invenzione da parte dell'uomo della produzione del cibo attraverso le pratiche agricole e l'allevamento del bestiame. Una pagina importante dell'avventura umana  destinata ad aprire  nuovi orizzonti nell'assetto sociale e nella sfera del pensiero religioso dell'umanità  che a giusto titolo è stata definita rivoluzione Neolitica.

Un avvenimento che farà maturare nell'uomo, sempre più attento ai fenomeni celesti, la consapevolezza che la sua certezza di vita non è più debitrice come in passato dall'estenuante attività di cacciatore e raccoglitore nomade ma dai movimenti del sole. L'astro del celo che feconda la Terra Madre, l' organo supremo di una regia cosmica che detta la morte e la rinascita della natura, il raccolto dei cereali, le nuove nascite nelle greggi, le cacce stagionali, i giorni della luce e delle tenebre, del freddo e del calore. Una consapevolezza che trova espressione nell'arte rupestre della Val Camonica e della Valle delle Meraviglie attraverso l'incisione di cerchi, spirali, rosoni e in ambito locale con grandiose opere scultoree, un particolarismo prettamente locale.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium