Il Monte Abelio torna a far parlare di sé grazie a una scoperta che intreccia archeologia e antropologia. Sul suo versante è stato individuato un altare sacrificale, la cui parte frontale rivela dettagli di grande interesse.
Come sottolinea Andrea Eremita nel suo blog Archeonervia (934.000 visualizzazioni), la freccia in alto indica il colatoio per il sangue, mentre una seconda segnalazione evidenzia un piccolo foro destinato a contenere offerte votive.
Particolarmente significativi sono i due fori rettangolari collocati in basso: secondo Eremita, essi rappresentano una forma visiva di proto-scrittura, riscontrata su decine di altri altari e utile a certificare la funzione liturgica del manufatto.
Questo altare trova un parallelo con altre scoperte effettuate nei pressi della chiesa di San Bernardo a Dolceacqua e sulle alture di Seborga. Non si tratta di raffigurazioni oscene o erotiche, ma di simboli legati alla parte del corpo femminile che, dopo la gravidanza, compie il miracolo di dare vita.
Eremita sottolinea come il potere straordinario della donna, capace di generare, abbia suscitato nei secoli invidia e rancore da parte dell’uomo. Solo con la consapevolezza che le nascite nel gregge erano dovute all’accoppiamento, l’uomo si liberò dal senso di inferiorità che lo aveva a lungo umiliato, scoprendo di avere un ruolo fondamentale attraverso l’inseminazione.
Questa nuova coscienza portò inevitabilmente a ridimensionare il ruolo preminente della donna nell’assetto sociale, segnando la fine del matriarcato.














