Un incontro esclusivo a Villa Nobel con il premio Strega Antonio Scurati che presenterà gli ultimi suoi due lavori su M. “La fine e il principio”, “L’ora del destino” (Bompiani): è l’appuntamento di giovedì 11 dicembre, alle 17, in programma nella serra “La Fenice”.
A moderare l’incontro, Lucia Jacona, dirigente scolastica dell’istituto Colombo di Sanremo con Francesca Rotta Gentile.
Premiato nel 2019 con l’Ambrogino d’Oro, Scurati nel 2020 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
L’incontro si inserisce all’interno dei Nobel Days ed è realizzato in collaborazione con il festival letterario “Cervo in blu d' Inchiostro” ed ha il patrocinio del Comune di Sanremo (assessorato alla cultura).
Giovedì pomeriggio sono previsti intermezzi musicali a cura della band musicale del Liceo Cassini di Sanremo, diretta dal professore Claudio Iezzi
M. LA FINE E IL PRINCIPIO
All’indomani della seduta del Gran Consiglio che lo ha deposto, il 28 luglio 1943 Benito Mussolini viene deportato a Ponza. Ma su quell’isola dove il regime ha confinato decine di dissidenti il Duce rimane giusto il tempo per celebrare, solo, il suo sessantesimo compleanno; quindi viene spostato alla Maddalena e poi a Campo Imperatore, in cima al Gran Sasso. Ha perso tutto, non spera più niente. Liberato con un blitz dei paracadutisti del Führer, ricongiunto alla famiglia di cui fa parte uno dei suoi traditori, Galeazzo Ciano, Mussolini viene messo da Hitler a capo di uno Stato fantoccio immobile e plumbeo come le acque del lago di Garda da cui dovrebbe governarlo: la Repubblica sociale italiana. Ma la bestia ferita tenta il suo ultimo colpo di coda. Sono i seicento giorni, dal settembre del 1943 all’aprile del 1945, in cui il nostro Paese conosce la sua ora più buia: è l’ora della violenza più bassa e vile, della legione Muti e della banda Koch che portano il terrore nelle città, della caccia agli ebrei, dei bombardamenti a tappeto. Siamo all’ultimo atto della tragedia del fascismo e della guerra. Scurati si concentra su un luogo, Milano, dove la guerra civile tocca il suo acme di sangue e di freddezza, tra fascisti torturatori e gappisti che colpiscono i loro bersagli arrivando silenziosamente alle spalle, in bicicletta; un solo colpo alla nuca prima di scomparire nel vuoto di una città spettrale.
È la fine dell’impero, della monarchia, la fine dell’uomo che più di ogni altro ha marchiato a sangue il corpo della nostra storia, Benito Mussolini. È la fine di tutti i coprotagonisti, i cortigiani, i conniventi, quelli che fuggono e quelli che rimangono accanto al Duce fino all’ultimo; quelli che cercano “la bella morte” e quelli che hanno continuato a vivere nel dopoguerra cambiando pelle. Sotto il cielo di questo crepuscolo apocalittico, su questa terra devastata, germoglia, sorprendente, la giovane, tenace pianta della democrazia.
Alla vigilia dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, Antonio Scurati conclude l’impresa letteraria cominciata con M. Il figlio del secolo, ci mostra il fascismo repubblichino e lo scempio di piazzale Loreto come mai era stato fatto prima. Mettendo in campo tutta la potenza e la pietas della letteratura, ci racconta la tragica fine del dittatore e, con essa, il principio della libertà per l’Italia e per l’Europa.
Il cadavere tornerà, io tornerò perché i morti non pesano soltanto, i morti sopravvivono.
M. L’ORA DEL DESTINO
Sono trascorsi quarant’anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l’ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell’aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo da fuoco amico. Ma non c’è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l’immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato; Galeazzo Ciano, ossessionato dall’idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l’assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma; e la lunghissima sfilza di gerarchi, tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. Costretta a fare il proprio dovere è poi una generazione intera di italiani, uomini, donne, soldati, tra cui l’alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein. E infine c’è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo.
A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell’Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell’eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent’anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un’intera nazione, un uomo solo all’incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue.
Ha urlato per una vita invocando la storia. Nemmeno lui osa, però, abbaiare al destino
ANTONIO SCURATI
Docente all’Università IULM, editorialista di Repubblica, ha vinto i principali premi letterari italiani ed è tradotto in tutto il mondo. Esordisce nel 2002 con “Il rumore sordo della battaglia”, poi pubblica nel 2005 “Il sopravvissuto” (Premio Campiello) e negli anni seguenti “Una storia romantica” (Premio SuperMondello), “Il bambino che sognava la fine del mondo” (2009), “La seconda mezzanotte” (2011), “Il padre infedele” (2013), “Il tempo migliore della nostra vita” (Premio Viareggio Rèpaci e Premio Selezione Campiello). Del 2006 è il saggio “La letteratura dell’inesperienza”, seguito da altri studi, tra cui la monografia “Guerra. Il grande racconto delle armi da Omero ai giorni nostri”. Del 2018 è “M. Il figlio del secolo”, primo romanzo dedicato al fascismo e a Benito Mussolini: in vetta alle classifiche per due anni consecutivi, vincitore del Premio Strega 2019, è in corso di traduzione in quaranta paesi e diventerà una serie televisiva. Del 2020 è “M. L’uomo della provvidenza” (Prix du livre européen), e del 2022 “M. Gli ultimi giorni dell’Europa”. Nel 2023 è uscito “Fascismo e populismo. Mussolini oggi, manifesto per un nuovo antifascismo”. Per la sua opera di scrittore è stato insignito della croce di commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana e, dal Ministero della Cultura francese, della medaglia di chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres.














