Ci sono storie che sembrano smentire il tempo. Come se il passare degli anni non fosse che un pretesto per aggiungere nuove sfumature a un sogno che non smette mai di vivere. Così è stato ieri sera al teatro Ariston di Sanremo, dove i Bordigotti hanno celebrato i vent’anni di un’avventura che non è solo spettacolo, ma comunità, amicizia, solidarietà.
Il titolo della serata, “Venti di musica e allegria”, racchiudeva già il senso profondo di un evento che ha riempito la sala e il cuore di chi c’era. Per tre ore, il pubblico ha dimenticato i timori e le tensioni del presente e si è lasciato trascinare in un viaggio fatto di risate, emozioni e musica. Ha cantato, e si è commosso, insieme a Piero Cassano (componente dei Matia Bazar) lo storico brano “Stasera che sera”, si è divertito con l’ironia di Enzo Paci, si è sorpreso ad ascoltare l’economista Carlo Cottarelli intonare “Il ragazzo della via Gluck”. Un intreccio insolito e perfetto di leggerezza e profondità, di gioco e riflessione.
La forza dei Bordigotti sta tutta lì: nel trasformarsi, di volta in volta, in attori, cantanti, comici, ma senza mai smarrire la loro vera identità, quella di un gruppo di amici – o forse meglio, di una famiglia allargata – che da vent’anni sceglie di mettersi in gioco per donare qualcosa alla propria comunità. Non solo uno spettacolo, ma un abbraccio collettivo che ogni volta porta con sé una causa da sostenere. Quest’anno il ricavato è stato destinato alla Fondazione Passadore 1888, a sostegno della sanità pediatrica, con un occhio di riguardo per il Gaslini di Genova e i progetti di accoglienza per i familiari dei bambini ricoverati.
Ma la serata non è stata soltanto intrattenimento. I Bordigotti hanno scelto di legare il loro palcoscenico alla campagna della Fondazione Una Nessuna Centomila, con lo slogan “Se io non voglio, tu non puoi”, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Un momento di silenzio e di coraggio, che ha unito l’intera platea in un applauso lungo e sentito, ricordando come il teatro non sia mai solo evasione, ma anche responsabilità e testimonianza.
E pensare che tutto era nato il 20 maggio 2005 da cinque ragazzi di Bordighera, amici d’infanzia legati dal calcio e dal desiderio di stare insieme. Da allora, spettacolo dopo spettacolo, la loro passione è diventata impegno sociale: dai contributi per la pediatria di Sanremo all’acquisto di un’auto per l’Aism, dalle donazioni alla Lilt alle raccolte per case famiglia, dal sostegno al “Porto dei piccoli” fino agli aiuti concreti a realtà come la casetta di Bordighera o l’istituto Padre Semeria di Sanremo. Oltre 50mila euro raccolti negli anni e reinvestiti sul territorio, tra beneficenza e progetti concreti.
“Ogni volta è una sfida diversa – hanno raccontato i Bordigotti – ma la nostra filosofia è sempre la stessa: far divertire, cantare e sentire parte di una comunità chi siede in sala”. Ed è stato così anche ieri, tra i cori, i ballerini professionisti, gli undici musicisti e le 41 voci che hanno reso unica la serata.
“Un sogno che sembrava nato per gioco – ricordano – e che oggi ci porta a radunare 1700 persone all’Ariston, con ospiti da tutta Italia e persino dall’estero. È la dimostrazione che l’allegria, se condivisa, diventa forza”.
Vent’anni dopo, i Bordigotti non sono più soltanto un’associazione. Sono una promessa mantenuta: quella che la sindrome di Peter Pan, se vissuta insieme, può davvero cambiare il volto di una comunità.














































































































