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Attualità | 29 gennaio 2025, 07:08

Sanremo: alla Federazione Operaia l'incontro 'Quale memoria?' per ribadire l'importanza di ricordare la storia

L'evento, organizzato dall'Anpi, è stato occasione per ragionare su come sia cambiato il modo di rapportarsi negli anni ai fatti legati alla persecuzione razziale, e come sia crescita col tempo la necessità di ricordare

Sanremo: alla Federazione Operaia l'incontro 'Quale memoria?' per ribadire l'importanza di ricordare la storia

L'importanza di ricordare al centro dell'incontro "Quale memoria" tenuto alla Fos di Sanremo organizzato dall'Anpi, durante il quale Gustavo Ottolenghi, divenuto partigiano ad appena 11 anni, ha raccontato attraverso la sua esperienza quelli che erano gli anni della persecuzione nazifascista nei confronti degli ebrei.

"Tutti i giorni si parla di memoria - ha esordito Amelia Narciso, presidente dell'Anpi locale - Ma ci siamo detti: come si può per un ragazzo di oggi parlare di memoria? I ragazzi sentono logicamente meno essendo passati diversi anni. Di qui l'idea di questo incontro, per sottolineare come ricordare sia importante, attraverso le testimonianze di chi certe cose le ha vissute".

Poco prima dell'inizio ha preso la parola anche il vicesindaco Fulvio Fellegara: "La giornata della memoria aiuta a ricordare. Abbiamo voluto parlare ai ragazzi di un tema importante come quello dello sterminio, sottolineando anche come ne siano stati colpiti i più giovani, un aspetto che a volte passa in secondo piano. Raccontare la storia permette di passare da una memoria individuale a una collettiva. Sono aspetti da avere presente nella vita quotidiana e non solo nelle giornate commemorative".

L'incontro è stato poi aperto ufficialmente dalla relatrice Loretta Marchi, che si è soffermata su quanto sia importante ricordare, e come col tempo un capitolo di storia su cui i superstiti sono stati inizialmente più chiusi, abbia poi trovato sempre più testimonianze, nella necessità di evitare che fatti del genere potessero nuovamente accadere: "Il problema della generazione nostra e quelle successive è aver sottovalutato un possibile ritorno a posizioni estreme e suprematiste. Abbiamo sempre curato il giorno della memoria e le attività culturali in merito. La preparazione sulla Shoah è cresciuta andando anche a istituire luoghi culturali dedicati alla memoria, superando la distanza che si crea dagli eventi quando trascorre del tempo. Tutte le storie che raccontiamo sono scaturite dalle testimonianze dei testimoni. Partendo dai primi libri di Primo Levi e Anna Frank, che sono stati gli apripista. In seguito molti hanno, come sottolinea Liliana Segre, hanno sentito la necessità di raccontare".

Arriva poi il turno di Ottolenghi, che ha iniziato a raccontare la sua gioventù, e di come la sua vita sia cambiata con le leggi razziali. Un racconto particolarmente sentito, che ha toccato tutti i presenti. Tra i fatti più curiosi, uno legato agli esami scolastici: "Ricordo che per studiare per gli esami delle scuole, portavo con me dei libri durante gli appostamenti per la brigata del Monferrato di cui facevo parte. Al momento dell'esame di terza media, fu un professore partigiano a promuovermi, senza che facessi l'esame. Se durante l'appello della professoressa mi fossi alzato, il mio cognome mi avrebbe tradito. Lui mi prese per un braccio, e non mi fece rispondere, salvandomi".

Anche Ottolenghi ha riflettuto sul perché col tempo sia stato sentito sempre più da chi aveva vissuto quell'epoca il bisogno di ricordare questi fatti: "All'inizio non si aveva voglia di parlare di quello che era successo nel corso degli anni, per questo molti non hanno detto nulla. Col passare degli anni ci si è resi conto che la fiamma dell'antisemitismo non si era spenta, e ciò ha indotto a ripensare alle nostre motivazioni".

Una parte dell'incontro è stata poi spesa per ricordare le altre vittime dei campi di sterminio, non solo gli ebrei, ma anche prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, (zingari, omosessuali,apolidi, testimoni di Geova), ovvero quelle categorie di persone "indesiderate" secondo il Reich, con moltissime vittime nei campi di sterminio.

Elia Folco

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