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Attualità | 07 giugno 2023, 11:25

L'Alberghiero di Taggia omaggia Eleonora Curlo Ruffini, dalle cene con delitto al progetto di educazione alimentare

Dal progetto didattico che integra storia e gastronomia nasce un’iniziativa di service learning in tema di educazione alimentare

L'Alberghiero di Taggia omaggia Eleonora Curlo Ruffini, dalle cene con delitto al progetto di educazione alimentare

Nella villa storica dell’Istituto Alberghiero di Taggia si è chiusa la trilogia di cene con delitto a tema storico per celebrare la figura di Eleonora Curlo Ruffini. Una iniziativa con finalità sociali e con l'obiettivo di usare i fondi raccolti per un nuovo progetto che vede la collaborazione tra la scuola, Asl 1 e la sezione provinciale della LILT. 

Con questa progettualità, ideata e coordinata dalla prof.ssa Barbara  Antenucci, la scuola ha voluto ampliare gli orizzonti tradizionali di divulgazione della cultura gastronomica integrando gli aspetti storici nella gastronomia. L’Istituto Alberghiero in partnership con Asl1 e la sezione provinciale Lilt attiverà dal prossimo anno scolastico un’iniziativa di service learning sotto la guida dei professionisti di Asl1 e Lilt. Una iniziativa finalizzata a sensibilizzare gli allievi dei circuiti scolastici di grado inferiore sui principi di sana e corretta alimentazione. L’ambizioso progetto di educazione alimentare da realizzare in modalità ludica si avvale del contributo del dottor Claudio Battaglia, della dott.ssa Stefania De Montis e del supporto della vice sindaca del Comune di Sanremo, dott.ssa Costatanza Pireri.

Al termine di queste cene, dall'Istituto hanno spiegato la valenza dell'attività: "Un viaggio alla scoperta della gastronomia nella storia partito volutamente dal personaggio, cui è intitolato l’Istituto Alberghiero, una donna che ha vissuto nel territorio del Ponente, ricordata con l’appellativo di “madre della patria” per la sua religiosa convinzione negli ideali di libertà e indipendenza che l’hanno portata a impegnarsi attivamente nella causa risorgimentale, smistando segretamente la corrispondenza tra i dissidenti al regime assolutista". 

"Eleonora Curlo Ruffini educò i suoi figli all’amor di patria con un tale trasporto per cui tre di loro, Jacopo, Giovanni e Agostino sono stati consacrati alla storia come patrioti dell’indipendenza italiana, entrando nella Carboneria e poi nella Giovine Italia. Lo stesso Mazzini considerava Eleonora come una seconda madre, intrattenendo con lei, durante l’esilio insieme ai suoi figli, una profonda corrispondenza epistolare documentata nel museo del risorgimento a Genova" - aggiungono. 

Il progetto, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, è stato articolato in una rappresentazione teatrale di genere giallo, sviluppata grazie al contributo dello scrittore Davide Bergo che ha voluto far rivivere agli ospiti uno spaccato di vita ottocentesca a Taggia e in una cena a tema risorgimentale a base dei piatti che  Mazzini e i fratelli Ruffini  evocavano con nostalgia nelle loro lettere durante l’esilio. "Dalla fugassa alla salvia, alla torta pasqualina, ai pansotti,  per finire con il dolce oggi noto come “torta Mazzini”, scoperto dagli esuli durante il periodo svizzero e tramessa come ricetta alle famiglie lontane per potersi sentire vicini condividendo la degustazione degli stessi piatti. - ricordano - La cena è stata corredata dall’intrattenimento storico culturale finalizzato alla divulgazione di aneddoti, rinvenuti dalla corrispondenza epistolare conservata nel museo del Risorgimento a Genova".

"Sono emersi tematiche importanti quali la scoperta che la nostalgia e la mancanza del cibo italiano aveva portato gli esuli a chiedere alle loro famiglie la spedizione di alcuni prodotti che Giovanni Ruffini aveva pensato di rivendere in Inghilterra per rimpiguare le loro scarne finanze, convinto che “il progetto è così evidentemente ragionevole che ne risulta un’economia ed un’utilità cosi palpabili” (24 dicembre 1842); di fatto così precorrendo la pratica di esportazione di prodotti agroalimentari italiani che ha reso celebre nel mondo il made in Italy”.

Stefano Michero

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