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Politica | 25 aprile 2022, 13:10

Festa della Liberazione a Taggia: il messaggio di ANPI e Comune, "La guerra non si risolve con le armi ma con la diplomazia"

Gli interventi sono stati affidati al rappresentante dell’ANPI locale (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) Massimo Corradi, al sindaco Mario Conio e come oratore ufficiale, Matteo Cagnacci.

Festa della Liberazione a Taggia: il messaggio di ANPI e Comune, "La guerra non si risolve con le armi ma con la diplomazia"

Stop alle divisioni, no alle armi in Ucraina e sì alla democrazia per la risoluzione della guerra. Questo il messaggio lanciato a Taggia, durante la cerimonia per la Festa della Liberazione.

Quest'anno il 25 aprile torna ad essere festeggiato in forma pubblica dopo gli anni della pandemia. Gli interventi sono stati affidati al rappresentante dell’ANPI locale (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) Massimo Corradi, al sindaco Mario Conio e come oratore ufficiale, Matteo Cagnacci. 

Dal contesto non poteva mancare un richiamo a quanto successo in questi giorni, con le polemiche nate intorno alle parole del presidente nazionale di ANPI, Gianfranco Pagliarulo, sulla guerra in Ucraina. Fake news, per sintetizzare, la posizione di Corradi che era presente all'assemblea nazionale dell'associazione, in rappresentanza della provincia di Imperia, quando il presidente Pagliarulo è intervenuto. 

L'INTERVISTA A MASSIMO CORRADI

“ANPI è un presidio di memoria. Combattiamo contro un revisionismo incipiente sempre più diffuso. Siamo un presidio contro le menzogne. Incredibile come nel congresso nazionale si dicessero alcune cose e sugli organi di stampa uscisse tutt’altro. - afferma Corradi - La linea di ANPI è chiara sulla guerra: noi siamo contrari all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Tre ore dopo l’invasione, il 24 febbraio, ANPI condannava fermamente quanto stava accadendo. Noi siamo contro le armi. La nostra posizione è la stessa di Papa Francesco. Ci saremmo aspettati maggiore coinvolgimento della Unione Europea a livello diplomatico. La strada maestra è questa e non inviare armi e altre miserie. Anpi condanna la guerra. La resistenza fu una lotta di popolo a cui parteciparono tutte le forze antifasciste di questo Paese. Io rivendico il ruolo di sentinella della Costituzione. Quindi chiudo dicendo Pace libertà e giustizia".

La guerra in Ucraina e il difficile momento vissuto con la pandemia negli ultimi due anni, sono stati al centro del discorso di Mario Conio. "Viviamo in un'epoca buia e triste come mai avremmo potuto immaginare. Usciamo da una crisi sanitaria inaudita e ora viviamo l'impensabile. Mai avrei pensato che saremmo diventati testimoni di un presente drammatico". 

"La resistenza è stata prima di tutto morale. I nostri nonni e cari hanno fatto una scelta difficile che metteva a rischio la loro vita e quella della loro famiglia però l’hanno fatta. Oggi mi sembra impensabile sentire parlare con tale facilità di Terza Guerra Mondiale. Ho compiuto 50 anni e ho avuto la fortuna di vivere in una società serena dove la guerra era un ricordo da tramandare per evitarla in futuro. Eppure oggi nel nostro Convento dei Domenicani ci sono i più fortunati, quelli che sono riusciti a scappare dalla guerra e non dimentichiamo invece i tanti altri civili che hanno pagato il prezzo per la follia di chi sta sopra di noi". 

"Nell’emergenza sanitaria ho vissuto divisioni folli per la paura. La comunità si e divisa. Non voglio altre divisioni. È il momento della responsabilità. Accentuiamo i punti di contatto e non di divisione. Anpi segue la posizione di Papa Francesco che è anche la mia e dovrebbe essere di tutti. La guerra non può essere la soluzione al posto della diplomazia. Oggi in Europa o c’è silenzio o ci sono posizioni irresponsabili. La diplomazia deve fare uno sforzo in più". 

 La cerimonia si è chiusa con la posa delle corone ai tre monumenti, quello ai caduti presso i giardini di via Anfossi, nei giardini Marinai d'Italia e in piazza Eroi Taggesi. 

Stefano Michero

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