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Attualità | 21 febbraio 2022, 16:30

Nell'imperiese mancano 43 medici di famiglia, Alberti: "Situazione preoccupante. La troppa burocrazia ha portato a un fuggi fuggi verso la pensione"

Il distretto con maggiore criticità è quello sanremese: -20 rispetto a quanto servirebbe. "A Ponente, evidenzia il presidente dell'ordine, c'è una carenza maggiore rispetto a Genova". Nonostante l'apporto dei giovani il gap non si riesce a colmare

Nell'imperiese mancano 43 medici di famiglia, Alberti: "Situazione preoccupante. La troppa burocrazia ha portato a un fuggi fuggi verso la pensione"

Mancano 43 medici di medicina generale in tutta la provincia di Imperia. Una situazione drammatica questa, che si ripercuote sui cittadini e sui colleghi in servizio, verso la quale al momento è difficile trovare una soluzione nell’immediato. 

A gravare sulla categoria sono stati, almeno negli ultimi sei mesi, i pensionamenti e inoltre, la pandemia ha snaturato la professione ponendo ostacoli su ostacoli. “C’è stato un fuggi fuggi, dice al nostro giornale il presidente dell’ordine dei medici di Imperia Francesco Alberti. Purtroppo tra quelli che dovevano andare in pensione per età anagrafica e quelli che l’hanno anticipata per motivi personali la situazione è abbastanza preoccupante. A causa della pandemia da covid-19 poi, il ruolo si è ulteriormente burocratizzato e chi aveva i margini per andare in pensione ci è andato. Uno scenario drammatico questo che si registra non solo nella nostra provincia bensì in tutta Italia”.

A soffrire maggiormente della carenza è il distretto sanremese dove mancano tra i 16 e i 20 medici di famiglia, mentre 13 in quello ventimigliese e 16 nel distretto sanitario del capoluogo. L’As 1 ha cercato di fornire, per tamponare l’emergenza, un aiuto e l’organico adesso conta 10 corsisti, di cui 1 a Imperia, 5 a Sanremo e 4 Ventimiglia, oltre ai sanitari della guardia medica che forniscono una continuità assistenziale. 

“Grazie a queste possibilità, spiega Alberti, con la convenzione temporanea con i colleghi giovani o i corsisti, il tetto è salito da 1.500 a 1.800 ma occorre ricordare che queste categorie possono prendere in carico al massimo 650 mutuati. Sono comunque delle opzioni, soprattutto quello dei nostri giovani laureati per colmare la carenza”. Il sistema formativo infatti, non riesce e non può sopperire da solo a questo gap. 

“In questo momento storico, prosegue il presidente dell’ordine, c’è meno piacere ad accedere alla medicina generale. Alcuni giovani abilitati alla professione preferiscono fare l’emergenza 118 anziché questo percorso. Anche da altre regioni potrebbero venire nella nostra provincia a svolgere l’attività di medici di medicina generale, ma a causa del sistema trasporti e della viabilità carente ciò è difficile che avvenga”.

Ma come potrebbe terminare questa emergenza? Al momento una riposta non c’è. Occorre solo sperare che vi sia un maggior accesso alla professione e soprattutto che vengano attuate politiche di incentivo alla stessa. 

“E' difficile oggi rispondere a questo interrogativo, evidenzia Alberti. L’esame di ammissione per accedere alla medicina generale è molto difficile. Per l’anno accademico 2021-2022 per le specializzazioni sono state concesse 4mila borse di studio in più passando quindi da 13 a 17 mila. Sicuramente questa è una boccata d’ossigeno, ma che noi avremo al termine del percorso formativo degli studenti quindi tra 3-5 anni. Per fare medicina generale la regione ha aumentato un po’ i posti, ma la carenza si registra da anni. Inoltre, alcuni bandi vanno deserti perché nessuno vi partecipa. Le regioni sovvenzionano ogni mese le borse di studio e ciò implica un investimento di fondi e le politiche di investimento, sia per la medicina generale che per le specialità, hanno già registrato battute d’arresto. Purtroppo la politica del risparmio dei tagli non ha investito solo le strutture territoriali e gli ospedali, ma anche la formazione dei futuri medici. Con l’emergenza covid-19 queste situazioni si sono ancora più accentuate e a Ponente riscontriamo maggiore sofferenza rispetto ad altre zone della Liguria. Basti pensare che Imperia ha una carenza di medici di medicina generale molto maggiore rispetto a Genova e questo dice tutto”. 

Angela Panzera

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