Il 25 aprile del '45 fu trovato il corpo senza vita del partigiano 'Moretto', torturato e ucciso nella caserma Crespi. La storia

La caserma Crespi, probabile prossimo comando provinciale dei carabinieri è stata teatro di un atroce delitto nei confronti di Angelo Orlando, il partigiano 'Moretto', che ha trovato la morte nella primavera del 1945, poco prima della Liberazione, giorno in cui il suo corpo fu rinvenuto dai suoi compagni di lotta.

Lo racconta lo storico Pino Fragalà, iscritto all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia che quasi ogni giorno pubblica sulla propria pagina Facebook storie sui partigiani della provincia di Imperia.

La tragica storia di Moretto, nato a Taggia il 21 ottobre del 1925, inizia il 21 aprile del 1945, quando, racconta Fragalà “si era recato presso la caserma Crespi perché gli era stato detto che qualche soldato repubblicano voleva disertare e aveva bisogno di qualcuno che lo accompagnasse.

È un tranello: Orlando è catturato dai  militi della Brigata Nera del capitano Vandone i quali lo torturano, gli cavano gli occhi, gli strappano lo scalpo che appendono ad un paletto, il suo corpo martoriato sarà rinvenuto il giorno della Liberazione dai suoi compagni di lotta.

(II Vandone Aldo Mario segretario comunale e maggiore della 32° Brigata Nera 'Antonio Padoan' di Imperia... nato a Ventimiglia nel 1894 venne ucciso e poi impiccato a Prato Fiorito nel comune di Diano Marina il 7 maggio 1945)”.

Per celebrare il sacrificio di Moretto e di tutti coloro che morirono durante gli anni del nazifascismo, oggi si ricorda la Liberazione con piccole cerimonie, dovute alle restrizioni anticovid, a Imperia in piazza della Vittoria, a Sanremo al monumento dei caduti a Pian di Nave.