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Festival di Sanremo | 03 marzo 2021, 10:46

71° Festival di Sanremo: il riassunto della prima serata tra poltroncine animate e Ibra in versione assessore all’Urbanistica

La coppia Amadeus-Fiorello tiene banco nell’edizione del divieto di contatto

Amadeus e Zlatan Ibrahimović ieri sera sul palco dell'Ariston

Amadeus e Zlatan Ibrahimović ieri sera sul palco dell'Ariston

Nonostante le mille avversità il 71° Festival di Sanremo, quello in cui “nessuno può toccare niente” è partito. 

In zona gialla mentre ad est sono di colore arancione rinforzato, ma giovedì anche la città dei fiori ritornerà alla tinta più scura e il resto della nazione continua a brillare a intermittenza come l’insegna di un kebabbaro. Senza pubblico in un teatro Ariston vuoto la coppia Amadeus-Fiorello incanta. Il talento dello showman siciliano basta e avanza a riempire le poltroncine inoccupate della platea, il suo “su i braccioli, giù i braccioli!” rivolto alle poltroncine è geniale quanto drammatico. La nota positiva, volendo utilizzare termini musicali, è che nessuno quest’anno potrà certamente minacciare di lanciarsi di sotto dalla galleria, tanto non c’è nessuno…

Apre la kermesse cantando un “Grazie dei fior” in versione alternative rock a tratti dark che Nilla Pizzi “first reaction shock because”, vestito con un pesantissimo mantello ricoperto di fiori appunto, omaggio alla riviera dei fiori, appunto. Amadeus è il presentatore della porta accanto, educato, elegante, misurato, spalla e complice anche di quell’immenso (1,95cm) Ibrahimovic che in veste di co-conduttore entra con l’aria da duro e a mo’ di assessore all’urbanistica senza scrupoli propone di abbattere, cambiare, rifare e poi detta le sue regole del Festival con quella lieve mania di onnipotenza che si percepisce proprio appena appena. I duetti dei mattatori siciliani stile varietà funzionano sempre e le incursioni comiche di Fiorello hanno l’effetto desiderato: risate sul divano assicurate. Non c’è storia.

Prima i giovani, nuove proposte, quattro, e ne restano solo due dopo la votazione. La legge di Sanremo è sempre crudele. Poi c’è ospite Diodato che ripropone il brano con cui ha vinto l’ultima edizione della competizione “Fai rumore”, meraviglioso brano cinematografico, come la voce dell’artista che insieme ai conduttori ricorda i bei tempi in cui ci si poteva stringere alla “volemose bene”, ahinoi! Comincia la gara. Prima cantante Arisa. Segue l’ingresso di Matilda De Angelis, versione valletta. E che valletta. Una donna che sa il fatto suo, che si prende poco sul serio nonostante poco tempo fa condividesse le scene con Nicole Kidman e Hugh Grant, non proprio il teatro della parrocchia, ecco. Brava, spiritosa, talentuosa. I suoi monologhi sono ironici senza strafare, romantici, Amadeus l’accompagna e tutto funziona abbastanza nel silenzio irreale della sala. Poi Colapesce e Di Martino si esibiscono. Poi Aiello e il momento di Alessia Bonari l’infermiera simbolo della lotta al covid. Esempio di abnegazione e sacrificio. Cantano Francesca Michielin e Fedez.

Tocca all’incommensurabile Loredana Berté dai capelli blu adornati di farfalle stile creatura dei boschi dall’anima rock, alto che folletti, che illumina il palco con i suoi successi e una sua nuova hit. Fiorello propone giustamente filmato standing ovation del 1995. Max Gazzè travestito da Leonardo, poi Noemi che è dimagrita (per chi si fosse perso la notizia). Ritorna la Berté, no è Achille Lauro anche lui coi capelli blu. L’esibizione poetica dell’eclettico artista si apre con una una lettera “dal mondo all’umanità”. Vestito di piume canta “Solo noi” mescolando sacro e profano. Piange lacrime di sangue, rischiando di diventare splatter tanto che ci lascia letteralmente le penne, (quelle del costume) sul palco dell’Ariston. Piume che finiranno fra i capelli di Fiorello gentilmente acconciate da Amadeus. C’è Madame che canta senza scarpe. Poi i Maneskin, poi Ghemon. Duetto canoro Fiorello e Matilda, quella ragazza farà strada (e già l’ha fatta, ripetiamo Nicole Kidman come collega eh). Cantano i Coma_Cose, e poi Annalisa. Di nuovo Diodato e poi Francesco Renga, poi ultimo in gara Fasma che passa fra i big. Chiude la prima serata la banda della Polizia di Stato suonando un meraviglioso tango argentino dalle radici italiane. E allora via tutti a trasgredire il coprifuoco e il decreto, (tanto sono tutti lì) come la Berti inseguita dalla Polizia.

Diego Lombardi

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