ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
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Politica | 24 giugno 2020, 08:14

Elezioni regionali: le 'Sardine ponentine' chiedono che il candidato del centrosinistra sia una donna

"La miglior Presidente, questo perché crediamo che già il fatto che il Presidente possa essere una figura femminile, sarebbe in qualche modo innovativo e vincente".

Elezioni regionali: le 'Sardine ponentine' chiedono che il candidato del centrosinistra sia una donna

“Apprezziamo, come ‘sardine Liguri’, il lavoro che le forze politiche stanno facendo nella ricerca del miglior candidato possibile per la nostra regione. Apprezziamo meno il balletto di nomi che rimbalza di giorno in giorno fino a trasformare gli stessi in nomi vetusti nella più alta accezione della parola”.

Interviene in questo modo il movimento delle ‘Sardine ponentine’ sulla scelta del candidato alla carica di presidente della Regione nel centro sinistra. “Non sta alle sardine promuovere il nome del candidato, alle sardine spetta il compito di suggerirne eventualmente le caratteristiche. Le sardine non si concentrano sul miglior candidato possibile, le sardine aspirano ad aver ‘La’ miglior Presidente possibile. La miglior Presidente, questo perché crediamo che già il fatto che il Presidente possa essere una figura femminile, sarebbe in qualche modo innovativo e vincente. E se in più fosse una capace e seria amministratrice, e se avesse un profondo senso delle Istituzioni ed una altissima competenza territoriale, e se fosse progressista, inclusiva, preparata, e avesse elevate doti morali, se fosse davvero empatica nei confronti delle persone di qualunque estrazione sociale, se avesse dimostrato in tutto il suo percorso qualità specifiche, condivisione dei progetti e realizzazione degli stessi. Se avesse sempre dimostrato di saper gestire il bene comune per il fine comune”.

“Lo chiediamo – terminano - perché la nostra Regione non continui ad essere vandalizzata da chi all'interesse pubblico preferisce quello privatistico. Perché la nostra Regione è attenzionata dalla malavita organizzata come dimostrano le ultime paurose notizie di stampa riguardanti il Levante ligure, ma non solo. Perché togliere la garanzia del certificato anti-mafia dal codice degli appalti significa aprire le porte al malaffare, significherebbe cancellare il lavoro di persone che nella lotta alla mafia hanno dato tutto loro stessi, e anche di più, molto di più.  Perché la nostra Regione oltre che all'emergenza covid appena passata, ma non finita, in autunno vedrà deflagrare quella in campo sanitario, economico e lavorativo in generale. Perché la perpetua privatizzazione della sanità ha reso anche più precario il lavoro del personale e la crisi economica richiederà che ad amministrare ci sia chi è più vicino all’ interesse e alla tutela dei lavoratori. Perché la gestione di una Regione non dovrà più apparire come una celebrazione del bello e del buono, nascondendo sotto i tappeti rossi le criticità che vi sono e che saranno maggiormente ampliate nell'autunno post elettorale”.

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