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Attualità | 08 giugno 2020, 11:33

Sanremo: fognatura di fine '700 emerge dal cantiere di via Mameli “Potrà essere demolita solo dopo un attento esame”

La Soprintendenza interviene a seguito delle notizie uscite in relazione al rinvenimento della canaletta

I lavori di via Mameli

I lavori di via Mameli

A seguito del nostro articolo dello scorso 30 maggio, la Soprintendenza interviene per fare chiarezza in merito alla canaletta fognaria rinvenuta durante i lavori per la riqualificazione di via Mameli. Inizialmente, stando a quanto riferito dai responsabili del cantiere, pareva che il reperto avesse poca valenza e che, quindi, non fosse di interesse.

Oggi la Soprintendenza invia una nota per fare chiarezza in merito al valore storico della struttura emersa dal cantiere: “Dal 4 maggio scorso via Mameli, nel centro di Sanremo, è interessata dai lavori per la riqualificazione di piazza Borea d’Olmo e delle vie circostanti. Avviati nel 2019, i lavori sono stati autorizzati dalla Soprintendenza sia per l’interesse monumentale della piazza e delle vie, sia per il potenziale archeologico di quest’area. Per questo motivo, il cantiere procede con la costante assistenza di un archeologo professionista che opera sotto la direzione della Soprintendenza stessa. Viste le numerose inesattezze riportate nell’articolo “Sanremo: sospiro di sollievo in via Mameli, trovato un muro di una vecchia fognatura ma non ha valenza storica” riteniamo opportuno fornire una giusta restituzione dei fatti. Anzitutto, come è ben noto a tutti gli operatori presenti sul cantiere, la Soprintendenza con il proprio personale segue quotidianamente l'avanzamento dei lavori e dei ritrovamenti (grandi e piccoli): in particolare la canaletta fognaria è emersa mercoledì 27 durante la rimozione dello strato di terreno sotto la pavimentazione stradale. L’assistenza archeologica è una prassi diffusa e ben nota a tutti i professionisti dell’edilizia e dei lavori pubblici: nel caso di ritrovamenti di potenziale interesse archeologico, le opere di scavo passano sotto la direzione della Soprintendenza che dà le indicazioni utili a documentare strutture e altri elementi prima di valutare se e come autorizzare una demolizione. Questa operazione di messa in luce, iniziata il giorno 27 stesso, è proseguita nei giorni successivi con i tempi debiti di un cantiere complesso e venerdì 29, vista l'urgenza manifestata dai commercianti della strada, la direzione lavori ha deciso di proseguire i lavori anche sabato 30, sempre con l'assistenza dell’archeologo. Nelle giornate di lunedì 1 giugno e mercoledì 3 giugno è stato eseguito il rilievo fotografico con il posizionamento della struttura”.

La canaletta fognaria in mattoni - prosegue la nota stampa - è stata costruita poco più di 200 anni fa. Possiamo dirlo con ragionevole certezza sulla base di un sondaggio stratigrafico, effettuato nella giornata di sabato 30: per costruire la fognatura si scavò in un terreno contenente frammenti di maiolica ligure settecentesca, una ceramica ben conosciuta. Sanremo ha il privilegio di essere uno dei luoghi più avanzati nell'archeologia urbana post-medievale: solo un anno fa sono state inaugurate al museo civico di Palazzo Nota due nuove sale, una dedicata agli edifici demoliti nel 1754 per la costruzione del forte di Santa Tecla, una alle distruzioni del terremoto del 1887. Una fognatura di fine '700 non solo può essere di interesse archeologico ma è anzi un elemento importante per comprendere l’evoluzione della città e la progressiva estensione delle strutture igieniche.  È bene quindi ricordare che a norma di legge, proprio per le specifiche competenze che ricopre e di cui dispone, spetta alla Soprintendenza e alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale stabilire la sussistenza dell’interesse culturale di un bene”. 

Stefano Costa, funzionario archeologo, conclude: “Questa fognatura potrà pertanto eventualmente essere demolita solo a seguito di esplicita autorizzazione e non prima di essere esaminata e documentata in dettaglio, come nel corso del 2019 si è proceduto due volte per le strutture del teatro ottocentesco venute alla luce sotto la pavimentazione della vicina piazza Borea d’Olmo”.

Redazione

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