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Economia | 03 febbraio 2020, 06:53

Come curare la diastasi addominale? La chirurgia robotica è la soluzione più avanzata

La diastasi addominale è una patologia che affligge soprattutto le donne, poiché tende a manifestarsi specialmente dopo il parto

Come curare la diastasi addominale? La chirurgia robotica è la soluzione più avanzata

La diastasi addominale è una patologia che affligge soprattutto le donne, poiché tende a manifestarsi specialmente dopo il parto. Cerchiamo, quindi, di fare un po' di chiarezza in merito a questo disturbo poco conosciuto, ma ampiamente diffuso, in modo da imparare a riconoscerne i sintomi ed a ricorrere al metodo di intervento più all’avanguardia.

La diastasi addominale comporta l'allontanamento progressivo dei muscoli retti addominali, a seguito dell'assottigliamento e dello sfibramento della linea alba. Questa struttura tendinea, di fatto, tende a “stirarsi” a tal punto da non poter più tornare alla sua forma originaria. Con il lento avanzare della malattia l'addome subisce delle evidenti modificazioni, a cui si aggiunge il precoce invecchiamento dei tessuti superficiali e, in alcuni casi, la comparsa di ernie ombelicali o della linea mediana.

La diastasi addominale è una patologia scarsamente conosciuta, di cui si è cominciato a parlare solo negli ultimi anni. Può essere causata da un'eccessiva attività fisica in atleti professionisti o da repentini aumenti o diminuzioni di volume adiposo viscerale. Tuttavia nella maggior parte dei casi la diastasi si manifesta a seguito di una gravidanza, per via dell'aumento del volume endo-addominale, in tutti i casi è presente comunque una debolezza dei tessuti congenita.

La diastasi addominale, una volta in atto, non può essere guarita con l’esercizio fisico. Bisogna, infatti, considerare che questa malattia colpisce i tendini addominali, che una volta danneggiati possono essere riportati alla forma originaria solo tramite un intervento chirurgico.

Ricorrere all'autovalutazione per individuare la diastasi addominale

Per valutare la presenza della diastasi addominale è possibile ricorrere all'autodiagnosi, anche se sarà comunque necessaria la conferma di uno specialista corredata da un’ecografia. In genere i pazienti normopeso affetti da diastasi durante il movimento di flessione del busto in avanti o di sollevamento del capo da sdraiati mettono in evidenza una deformazione allungata e di forma ovale nell'area che si trova tra l'ombelico e la parte bassa dello sterno, che tende a scomparire una volta fatto ritorno nella posizione di riposo.

Tuttavia può essere utile anche posizionare una mano in corrispondenza della zona interessata. Infatti coloro che soffrono di tale patologia tendono a rilevare al tatto un'anomala debolezza dei tessuti e, in alcuni casi, anche la pulsazione dell'aorta addominale. Inoltre sempre in quest’area è possibile vedere innaturali movimenti intestinali.

Una volta in piedi invece la diastasi addominale fa assumere anche in persone relativamente magre l’aspetto dell’addome “ancora incinta” in quanto la parete addominale risulta complessivamente rilassata e cedevole sotto il peso dei visceri.

Imparare a riconoscere i sintomi della diastasi addominale

Valutare una cura in caso di diastasi addominale è molto importante, poiché consente di evitare spiacevoli conseguenze. Fondamentale, dunque, è imparare a riconoscerne i sintomi. Uno dei più sottovalutati è il gonfiore che si manifesta a livello del ventre, soprattutto dopo i pasti, e che talvolta viene attribuito a problemi intestinali o improbabili allergie.

E’ bene sottolineare che l'allontanamento dei due muscoli retti addominali determina anche problemi di postura e, a lungo andare, anche locomotori. A ciò si aggiunge anche il fatto che i muscoli dell'addome, non essendo più in grado di svolgere al meglio la funzione di contenimento degli organi endoaddominali li espongono al pericolo maggiormente in caso di traumi.

La diastasi, inoltre, può portare anche alla comparsa di altri problemi, come la formazione di ernie ombelicali o della linea mediana. Alcuni pazienti percepiscono anche mal di schiena, hanno difficoltà a digerire e devono fare i conti anche con un'aumentata frequenza urinaria, in quanto lo svuotamento della vescica talvolta non avviene in maniera adeguata. Si capisce, quindi, che questa patologia non deve essere curata solo per motivi di natura estetica, ma anche funzionali.

Curare la diastasi addominale con il Robot Da Vinci

Spesso capita che i soggetti affetti da diastasi addominale cerchino di risolvere i problemi estetici causati dalla patologia, intensificando l'attività fisica. In realtà si tratta di un errore, che può portare anche ad un aggravamento del disturbo, in quanto la malattia non colpisce in maniera diretta i muscoli retti, come si potrebbe immaginare, bensì i tendini addominali che li avvolgono e che li uniscono nella linea alba. Questi, una volta danneggiati, non riescono più a tornare allo stadio originario, se non attraverso un'operazione chirurgica.

Nella maggior parte delle strutture sanitarie presenti in Italia, i pazienti affetti da diastasi vengono sottoposti ad un intervento a cielo aperto, che oltre ad essere molto invasivo talvolta può rivelarsi inefficace. Infatti, l'addominoplastica, nonostante negli anni sia stata perfezionata prevede l'attuazione di grandi incisioni e dissezioni, ma l’avvicinamento dei muscoli retti può risultare fragile. Inoltre a risentirne è anche l'estetica, poiché oltre alle ampie cicatrici, nei soggetti più magri le reti posizionate sotto cute durante l'intervento tendono a vedersi o ad essere percepite al tatto.

Poco efficaci per trattare la diastasi addominale sono anche le tecniche endoscopiche e laparoscopiche che pensate anni fa nel tentativo di essere meno invasive possiedono limiti strutturali ed estetici.

Attualmente il modo più avanzato per trattare la diastasi addominale è fare ricorso alla chirurgia robotica, che può essere attuata solo da chirurghi iper-specializzati.

Infatti per eseguire questo tipo di intervento è necessario utilizzare il Robot Da Vinci, uno strumento di ultima generazione che permette di agire nel sottilissimo spazio pre-peritoneale, in cui è impossibile intervenire con strumenti manuali. Tuttavia è bene sottolineare che questo macchinario non opera in maniera autonoma, come si potrebbe pensare, ma deve essere guidato dalla mano esperta del chirurgo, con cui agisce all'unisono.

Attualmente sono pochi i centri che dispongono di questa innovativa tecnologia, ma soprattutto sono pochi i chirurghi che hanno la formazione e l'esperienza necessarie per avvalersi in maniera adeguata di questo strumento. Ciò vale soprattutto per chirurghi della "vecchia guardia", che sono abituati a tecniche tradizionali. La tecnica di ricostruzione robotica di parete addominale per il trattamento della diastasi più all'avanguardia ed attualmente più eseguita è stata sviluppata dal dottor Antonio Darecchio, direttore dell’Abominal Wall Robotic Unit presso la Clinica Columbus di Milano.

Grazie al nuovo standard nel trattamento di questa patologia dettato dal dottor Darecchio, che vanta la più ampia casistica operatoria e la maggiore esperienza nel settore, i pazienti possono contare su risultati estetici e funzionali d'eccellenza. Infatti vengono evitate cicatrici vistose e reti innaturali sotto cute. Inoltre, dopo l'intervento è possibile recuperare la taglia che si aveva prima della comparsa della patologia, i sintomi percepiti tendono a scomparire, i tessuti superficiali ringiovaniscono e l'ombelico riacquisisce la sua forma naturale senza incisioni, e sarà possibile riprendere le normali attività in maniera rapida.

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