Gli alunni delle classi 2a B e 3a A della scuola secondaria di primo grado G. Ruffini di Taggia, hanno partecipato ad 'una lezione' di legalità. Protagonista dell'incontro: Rocco Mangiardi, testimone di giustizia, un piccolo imprenditore di Lamezia Terme (provincia di Catanzaro) o più semplicemente 'Un cittadino responsabile', così come ama definirsi.
Era il 2006 quando lui scelse di ribellarsi al pagamento del 'pizzo' denunciando i mafiosi ed andando contro il 'sistema' e le numerose intimidazioni. “Rocco ci ha coinvolto raccontando tutta la sua vicenda nei particolari, facendo riferimento più volte alla sua mancanza di coraggio, al suo essere uomo normale, che, comunque, non gli ha impedito di denunciare e di 'abitare la vita pienamente'” - raccontano i giovanissimi bimbi tabiesi che hanno colto pienamente le sfumature del racconto di Rocco Mangiardi.
L’incontro è stato organizzato nell’ambito delle attività provinciali coordinate da LIBERA, Associazione contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti e che si propone un’attenzione particolare ai giovani. Il testimone di giustizia in queste settimane ha visitato numerosi istituti scolastici della provincia di Imperia. “Per noi alunni della Scuola Media Ruffini di Taggia è stato un importante contributo a coronamento di un percorso di educazione alla legalità compiuto attraverso: brani antologici, film, libri della biblioteca scolastica, video, ricerche di approfondimento. - commentano i bambini delle due classi.
Nei prossimi giorni, presso la scuola tabiese proseguiranno le iniziative legate a questo percorso nella legalità. “Incontreremo un uomo che arriva dalla Colombia dei narcos e che potremmo definire un 'esperto' in fatto di criminalità. Inoltre parteciperemo al concorso: Follow the money. Da Giovanni Falcone alla Convenzione ONU di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale”.
Che cosa vi ha lasciato questo incontro con Rocco Mangiardi: “Tante le riflessioni ma preferiamo concludere con le parole scritte da Rocco... 'Noi non dimentichiamo'" - hanno concluso dalla scuola.
"Noi non dimentichiamo
perché vogliamo che
al sangue
delle vittime innocenti
non si aggiunga altro sangue.
Noi non dimentichiamo
perché vogliamo
che la verità diventi giustizia.
Coscienti tuttavia
che il sangue versato
non sarà mai più raccolto
dall’asfalto delle strade.
Coscienti
che questi padri
che queste madri
che i fratelli
e le sorelle
ritroveranno
quei bei sorrisi
soltanto nei ricordi.
Coscienti che
ricordare quei sorrisi
fermerà altri pianti
perché mantenere
la memoria è resurrezione
per le vittime innocenti
per tutti gli altri esseri
degni di considerarsi
Uomini viventi”.
In Breve
martedì 23 aprile
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Attualità
Attualità
Sport