Chiedono maggiore dialogo e confronto i dipendenti del Casinò di Sanremo al secondo giorno di sciopero con una adesione oltre il 75%. La protesta è stata indetta da Fisascat-Cisl, Ugl Terziario e Snalc. Tre sigle diverse ma un pensiero unanime di denuncia verso la casa da gioco che, a detta dei sindacalisti, non si è interessata di comprendere quali fossero le ragioni che hanno portato a questa defezione in massa.
Il risultato? in un weekend chiave i tavoli dei giochi francesi sono stati chiusi. La clientela si è riversata sui giochi americani. In più, l’azienda per far fronte alla situazione ha chiamato in massa i lavoratori interinali. Intanto trapelano alcune indiscrezioni sull'andamento di questi giorni per le casse della casa da gioco. Per l'azienda, nonostante lo sciopero, ci sarebbe un risultato positivo. Scettica al riguardo la posizione dei lavoratori.
A scatenare la dura reazione dei lavoratori è stata la scelta dell’azienda di abbassare le puntate minime ai tavoli. I lavoratori presenti hanno bollato questa scelta come sbagliata in un ponte importante come questo, a scapito tanto della qualità della clientela della casa da gioco quanto dei guadagni dei singoli croupier ai tavoli. Ne abbiamo parlato con Marilena Semeria e Massimiliano Scialanca, per Fisascat Cisl, che ci hanno spiegato la loro posizione: "Siamo preoccupati per i lavoratori. - sottolineano - I minimi del tavolo sono stati solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Abbiamo subito indetto una assemblea che ha chiesto di fermare tutto, perchè ritenevamo che per una azienda in crisi, con 1.200.000 euro di buco rispetto all’anno precedente ed 11mila presenze in meno ed oltre 2milioni di euro di consulenze fatte in 3 anni, avesse esigenza di un rilancio con altre basi, non certo diminuendo, addirittura dimezzando i minimi nel periodo di massima affluenza. E’ stata una cosa inaccettabile perchè dimostra una chiara incapacità gestionale".
Le fa eco Scialanca che aggiunge: "Come Cisl abbiamo proclamato lo stato di agitazione oltre 1 mese e mezzo fa, anche per i ragazzi del bar e ristorante. Sono 50 famiglie che non percepiscono lo stipendio dal mese di marzo ed alcuni addirittura da febbraio. Chiediamo che si rispettino le relazioni sindacali. Da quando c’è questa dirigenza le relazioni sono dettate unilateralmente senza rispettare il contratto. L’azienda avrebbe dovuto contattare le organizzazioni sindacali. Questo non è stato fatto e mi sembra già un atteggiamento strano ed anomalo. Chiediamo che si torni al tavolo e vengano valorizzate le relazioni sindacali".
"Troviamo inopportuno l’atteggiamento del sindaco. - denuncia Marilena Semeria - Non possiamo accettare un confronto di questo genere. Vogliamo sederci intorno ad un tavolo e valutare le prospettive per salvare questa azienda, un bene per tutta la città. Abbiamo diritto e dovere di pretendere che questa amministrazione non faccia andare di nuovo in crisi un’azienda che dà da lavorare a tanti e crea indotto. Volevamo un confronto anche con le associazioni degli albergatori perchè siamo tutti dalla stessa parte perchè se il Casinò funziona gli alberghi sono pieni. Non dobbiamo gestire la cosa pubblica a compartimenti stagni. Dobbiamo fare un progetto comune per rilanciare la città ed ovviamente la casa da gioco".
Lo sciopero ha avuto delle ripercussioni, economiche per i lavoratori ma anche di immagine per la casa da gioco e la città. Claudio De Tomi, rappresentante di UGL Terziario, analizza la situazione: “Oggi ci troviamo obbligati a questo tipo di lotta. Ci spiace aver dovuto indire questi tre giorni di sciopero. Siamo partecipi nell’interesse dell’azienda per gli incassi ma abbiamo provato in tutti i modi a cercare di trovare un tavolo di confronto. - precisa il sindacalista - Abbiamo fatto e protocollato richieste di incontro dove non abbiamo mai avuto risposte. Aspettiamo da tempo di trovare una formula più consona per le relazioni sindacali. Chiediamo che ci sia trasparenza. Abbiamo dovuto fare ricorso al segretario comunale per avere l’accesso agli atti che ci spettava per legge”.
All’orizzonte lo spettro di una situazione generale di crisi che colpisce l’intero comparto su scala nazionale, anche negli altri Casinò. "Dopo un incontro con le altre case da gioco capiamo che c’è una situazione di difficoltà nel settore. - conferma De Tomi - Le altre aziende non sono messe bene, devono affrontare tagli drastici e noi cerchiamo di mettere l'azienda in sicurezza per gli attuali posti di lavoro e le future generazioni. Vogliamo che l’azienda continui a rimanere in una situazione di tranquillità finanziaria. Auspichiamo un confronto sereno sia con il sindaco e soprattutto con il cda ed i dirigenti in modo da ristabilire delle corrette relazioni sindacali".
Dietro alla protesta di questi giorni tutti confermano un pregresso che ha portato i lavoratori a non trovare alternative se non quella dello sciopero. “L’azienda non ha usato un metodo giusto nei confronti dei dipendenti. - dice Davide Borea, Snalc Cisal - Ha fatto delle scelte senza concertare con i sindacati. Non è la prima volta. Siamo usciti con comunicati sulle spese delle consulenze, le sale rifatte che sono due anni che sono chiuse, per poi essere oggi ad 1milione e 100mila euro sotto. Noi non possiamo più permettere che questa azienda faccia di testa propria e ci abbassi i livelli dei minimi e dei massimi nelle sale in un ponte così importante e per poi arrivare a dei risultati negativi”.
In questi lavoratori è ancora vivo il ricordo dei tempi del contratto di solidarietà. Una condizioni oggi che nessuno di loro vorrebbe più ritrovarsi costretto a dover percorrere. "Non vogliamo più ritrovarci a dover pagare di tasca nostra come abbiamo fatto due anni fa con il contratto di solidarietà dove abbiamo messo le mani in tasca a noi dipendenti non ai vari dirigenti dell’epoca. - conclude Borea - Non vogliamo più trovarci in questa situazione. Siamo aperti al dialogo ma nessuno ci ha chiamato e loro vanno avanti con le loro idee. Non siamo più disponibili a questo trattamento, perchè abbiamo una dignità come lavoratori e sigle sindacali”.
La pioggia non ha fermato questo picchetto di protesta in corso Inglesi. Intanto c’è grande attesa per domani quando lo sciopero dovrebbe terminare. Prima di poter mettere la parola fine sull’accaduto ci sarà un’assemblea. I sindacati hanno invitato i rappresentanti della casa da gioco ed anche il sindaco di Sanremo. L’obiettivo? Dialogare e trovare qualche certezza sul futuro.


















