Ogni anno aumentano le adesioni alla “Commemorazione dei caduti di Conio di tutte le guerre” del gruppo ANA di Conio (raggruppa alpini di Conio, Ville S. Pietro, Ville S. Sebastiano, Poggialto, Lucinasco, Montegrosso P.L.), sabato scorso vi hanno partecipato i rappresentanti di gruppi ANA di Imperia, Pontedassio, Diano Marina, Vasia, Pompeiana, Ceriana, Santo Stefano e San Lorenzo al Mare, Gavenola, Monte Guardia Bella, Colle Belenda, il gruppo Bersaglieri di Imperia, i Sindaci di Borgomaro, Cesio, Pontedassio, il Presidente del Consiglio della Provincia di Imperia, il Comandante della stazione Carabinieri di Borgomaro ed il Vicepresidente provinciale ANA Oreste Pastor, oltre ai cittadini di Conio e dei paesi vicini, più di 200 persone.
A cento anni dalla Grande Guerra sono stati letti i nomi dei caduti coniesi di tutte le guerre, ben 13 quelli della Prima Guerra Mondiale, alla proclamazione dei nomi i presenti hanno risposto “Presente!”. Toccanti parole sono state pronunciate dal Sindaco di Borgomaro Adolfo Ravani, dal Presidente del Consiglio della Provincia Alessandro Piana, da Oreste Pastor dell’ ANA , da Tino Bazzano, Maurizio Alberti e Paolo Mela di Conio. L’oratore ufficiale ha poi ricordato i tanti ventenni la cui vita si è drammaticamente interrotta in guerra nel fiore della vita ed ha affermato che dovere dei cittadini di oggi, in tempo di pace, è di onorare l’Italia e il sacrificio dei caduti nel rispetto delle leggi, nel lavoro, nelle Istituzioni, nell’ impegno civile e nel volontariato, necessari per una Italia che voglia uscire al più presto dalla crisi che per troppi anni ha penalizzato lavoro e giovani. L’oratore ha concluso soffermandosi su chi non è citato nei cippi e nei monumenti, non ha ricevuto medaglie, ma in silenzio in tempo di guerra ha allevato i figli, lavorato la terra, curato i vecchi tenuto il focolare acceso nell’attesa di “aprire la porta” ai reduci e di pregare per chi non era tornato: le mamme, le mogli, le sorelle…tutte le donne che in silenzio hanno forse sopportato il carico più gravoso di dolori, fatiche sofferenze comuni a tutte le guerre, senza mai nulla chiedere.
E’ stata infine posta una corona di alloro ai piedi del cippo caratterizzato da una roccia una aquila e, soprattutto, una fontana d’ acqua che scorre tutto l’anno e simboleggia la vita e la speranza che non si fermano, accompagnata dall’ Inno di Mameli e dal trombettiere alpino che ha suonato il 'silenzio'. La commozione e la partecipazione sono state grandi: molti gli occhi lucidi, non solo delle donne ma anche di rudi 'veci' e, a qualcuno è sembrato, anche dei Carabinieri. Commovente anche la Santa Messa cantata, come da tradizione, in gregoriano, in una chiesa gremita, con il nuovo Parroco Don Phanuel (essendo mancato da poco l’amatissimo Don Bonfante) un po’ stupito dagli squilli di tromba che hanno integrato l’armonium e cadenzato la cerimonia.
Come sempre la 'Cena al Castello e alle Stelle' ha concluso la nottata tra grida e corse di bimbi (numerosissimi), musica di chitarre, trombe, fisarmoniche che hanno accompagnato i cori, molti i canti della 'grande guerra', e che si sono sparsi da sotto Montegrande ai paesi, stupiti, dell’Alta Valle Impero. Sicuramente i 'caduti coniesi', in quel momento affacciati dalle stelle, saranno stati orgogliosi dei loro discendenti.