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Politica | 02 febbraio 2014, 15:27

Insulti di Beppe Grillo alla Boldrini, il punto di vista di Gian Franco Grosso di 'Imperia Bene Comune'

"Se veramente Grillo a cuore il bene dell'Italia e della sua dignità di popolo dovrebbero avere il coraggio di fare proposte concrete, di promuovere la cultura del rispetto e della decenza, anziché quella dell'insulto da stadio"

Gian Franco Grosso

Gian Franco Grosso

"Ho letto con grande angoscia e ribrezzo quello che è stato postato sulla pagina Facebook di Beppe Grillo in merito alla Boldrini, a seguito della provocazione posta in essere proprio dal leader del Movimento 5 Stelle". Ad intervenire sull'argomento è Gian Franco Grosso di 'Imperia Bene Comune'.

"Una valanga di insulti sessuali e di inneggiamenti alla violenza fisica e sessuale su di lei - continua Grosso - che meriterebbe senz'altro l'apertura di un fascicolo penale a carico di tutti coloro che si sono espressi in tal senso, e non perché è il Presidente della Camera. Se i maschi italiani convivono con questa latente frustrazione sessuale verso le donne e riescono a liberarsi da tale patetica e pericolosa condizione psicologica postando tutte queste volgarità su una pagina facebook, allora capisco il motivo dell'innalzamento in Italia della soglia di violenza verso le donne, causa certamente di una cultura maschilista ignorante e razzista che pervade alcuni movimenti di sfigati privi di veri ideali politici.

L'Italia dovrebbe vergognarsi di avere un leader politico come Beppe Grillo e ogni italiano onesto e intelligente dovrebbe ormai aver chiaramente capito chi è quest'uomo e qual'è la sua cultura più profonda. Il rispetto di un popolo si guadagna sul campo dimostrando di portare in un paese alti i valori della democrazia, della solidarietà e del rispetto verso gli altri, uomini o donne, amici o nemici, cittadini italiani o stranieri, e di voler vincere in nome di quegli ideali. Quella di Beppe Grillo, invece, è l'ennesima deriva istituzionale e morale che l'Italia deve sopportare, dopo Berlusconi, a discapito della nostra immagine di popolo moderno e civile. Una deriva che mette in luce una strisciante cultura intollerante e razzista in coloro che non riescono a incanalare la rabbia e la frustrazione per una società troppo ingiusta in un'energia positiva di pensiero e di cambiamento. Così prende forma il qualunquismo e il populismo, la sfiducia nel sistema fa crescere il convincimento di potersi fare giustizia da sé, aiuta a vivere meglio la propria slealtà o la propria furbizia pensando che tutti siano egualmente sleali e furbi. Con la rabbia cresce anche la vigliaccheria di chi riesce a sfogarla sui più deboli, siano essi donne, immigrati, uomini e donne di colore. Non si accetta la diversità perché si ha paura del confronto ideale, pulito, onesto, con la propria realtà e il proprio conservatorismo di bottega. Tutto ciò non può certo far crescere e migliorare la nostra povera Italia, può solo sfinirla, avvilirla, prostrarla al servizio del più prepotente, del più disonesto, del più furbo. 


Se veramente Beppe Grillo e i suoi adepti avessero a cuore il bene dell'Italia e della sua dignità di popolo, se veramente volessero salvaguardare tutto ciò che ne rimane ancora di onesto, produttivo ed operoso dovrebbero avere il coraggio, quello vero, di fare proposte concrete, di promuovere la cultura del rispetto e della decenza, anziché quella dell'insulto da stadio".

C.S.

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