Un corteo per dire basta alla repressione, per affermare la dignità, la sicurezza ed i diritti dei venditori ambulanti. Erano poco più di una ventina i rappresentanti della Comunità senegalese giunti stamani a Ventimiglia. La manifestazione, organizzata dall’Associazione antirazzista interetnica “3 febbraio”, si è svolta a poche decine di metri dalla Marina, dove lo scorso 19 luglio perse la vita Mame Mor Diop, venditore ambulante che è annegato nella foce del fiume Roja, nel tentativo di fuga spaventato da un possibile controllo delle forze dell’ordine.
“Libertà, dignità, solidarietà e permesso di soggiorno per tutti. Basta repressione”, recita un lungo striscione giallo, seguito da un altro: "Diritto al lavoro e dignità per tutti i lavoratori ambulanti." I manifestanti hanno ricordato il loro giovane connazionale 25enne scomparso rivolgendo un pensiero alla famiglia: “Siamo vicini a loro e ai cari amici. Sappiamo che le nostre parole non potranno allietare il grande dolore che stanno provando, ma vogliamo fargli sentire comunque la nostra vicinanza”.
L’affondo su un razzismo latente: “Non c’è alcuna tolleranza verso persone che stanno cercando di vivere meglio senza fare male a nessuno. Vengono umiliati, trattati male, insultati da persone che sono apertamente razziste. In questo paese il razzismo sta crescendo in tutte le parti della società. I drammi e le tragedie si possono evitare. Possiamo scegliere di accogliere gli immigrati, un’accoglienza umana per tutti e le libera circolazione ci farebbe essere più buoni, tolleranti, aperti e si eviterebbero tante tragedie. Schierarsi contro ogni razzismo significa essere tutti più liberi, più giusti, più umani. A Napoli, a Palermo, a Genova i venditori ambulanti hanno iniziato lotte importanti e significative. Hanno scelto di unirsi, di cominciare a credere nell’unione solidale e cosi hanno cominciato a vincere la paura, l'egoismo, la rassegnazione."
E ancora: "L'unione solidale sta facendo emergere il coraggio e la dignità di chi non vuole più subire ingiustizie ed umiliazioni a causa di leggi e politiche inumane e razziste. Sono un esempio per tutti coloro che non vogliono rassegnarsi a sopravvivere giorno dopo giorno, senza più speranza per un futuro migliore. Si stanno conoscendo come persone, come esseri umani perché l'unione solidale abbatte le divisioni etniche, religiose, politiche e favorisce i motivi di amicizia e fratellanza. Questa tragedia, questa morte insensata, ci spinge e sollecita ad essere ancora più determinati e vicini, uniti e solidali, ad immaginare come potrà essere il futuro se ne siamo protagonisti, a progettare la vita e l'organizzazione dell'unione solidale. Siamo convinti che questa sia la strada per conservare nei nostri cuori il ricordo di Mor e per evitare nuove tragedie."