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| 02 aprile 2011, 10:00

Un circuito fra gli ulivi e il mare

Ospedaletti, eternamente carezzata dal sole e fasciata di silenzio, ha vissuto domenica una grande giornata di entusiasmo sportivo

1956 Ospedaletti la partenza del Gran Premio Motociclistico

1956 Ospedaletti la partenza del Gran Premio Motociclistico

 

Le immagini dell’archivio Moreschi che vi proponiamo in questo articolo sono decisamente particolari.

A vederle e sfogliarle tutte insieme ho provato la sensazione di sentire un forte rombo di motori e di cogliere nell’aria un forte odore d’olio di ricino, che ha coperto un lontano profumo di pittosforo.

        

Sono le fotografie di alcuni dei gran premi motociclistici di Ospedaletti, che si sono svolti dal 1947 al 1972.

Immagini custodite in un grande faldone che in cima contiene anche il depliant di un Gran Premio automobilistico, che si è svolto a Sanremo nel 1937.

Era la formula 1 di allora che si svolgeva nel circuito cittadino della città dei fiori, che aveva la partenza dal piazzale della stazione e sostituiva quello del Berigo, formato dall'unione di Corso Imperatrice e Corso Inglesi, allora Corso Impero, e che era stato utilizzato nel 1926 per una gara di regolarità.

Sanremo, che ha ospitato molte gare motoristiche di livello internazionale e sulle quali ritorneremo quanto prima con immagini e notizie inedite, poteva contare su moltissimi appassionati dei motori e su un motocub particolarmente attivo.

Un motoclub di importanza nazionale e che ha sfilato a Roma con il capo del Governo di allora,  Benito Mussolini

 

Nel dopoguerra al tracciato cittadino fu preferito quello di Ospedaletti, inaugurato nel 1947, un percorso, quello della città delle rose rimasto immutato e che ancora oggi è conosciuto come il “circuito”.

La storia di questa avventura motoristica è stata recentemente riportata in luce grazie alla pubblicazione di un libro, “Un Gran Premio tra il mare e gli ulivi: la storia del Circuito di Ospedaletti" realizzato da un appassionato di moto, il sanremese Adriano D'Andrea, e pubblicato in occasione della rievocazione del circuito avvenuta nel 2008.

 

La pubblicazione, frutto di un lavoro di studio e raccolta durato oltre 20 anni, è l’ulteriore dimostrazione di come la memoria storica del ponente ligure sia stata “appaltata” ai privati da soggetti pubblici che si contendono con vigore l’esercizio dell’effimero.

Il libro, corredato con precisione da  foto e classifiche di tutti i gran premi, fin dall’introduzione svela la passione e l’amore dell’autore per il mondo dei motori. I ricordi apparentemente personali sono in realtà collettivi, di quanti con entusiasmo hanno seguito le gare che hanno segnato la storia del circuito.

 

Una storia che non è solo locale, ma travalica i confini nazionali.

Infatti alcuni mesi fa, Alfredo e Adriano sono stati contattati  da un appassionato studioso inglese, Mister Edward Youngs, che dal 2002 dedica il suo tempo libero alla catalogazione della storia dei circuiti motociclistici che hanno ottenuto un riconoscimento internazionale. La ricerca, che parte dal 1946, ha l’obiettivo di preparare un libro “'Motorcycle Road Racing Circuiti dal 1946 - Una storia dei circuiti stradali e delle piste di ogni parte del mondo” che sarà pubblicato non appena saranno raccolte informazioni sufficienti.

Sulla base dei progressi attuali della ricerca, il ricercatore mi ha anticipato la speranza di riuscire a completare l’opera nel 2014.

Grazie ad internet, Mister Young ha scoperto ed acquistato il libro di Adriano D'Andrea, che considera “eccellente” e che è stata la principale fonte di preziose informazioni sulla storia auto-motociclistica  di Sanremo-Ospedaletti. Successivamente si è rivolto all’Archivio Moreschi per ottenere le foto delle gare, che si sono svolte nel circuito tra il 1947 e il 1972.

“Purtroppo, -  mi ha scritto Edward Youngs nella sua mail - non ho ancora visitato il sito del circuito di Ospedaletti lungo 3,38 km. Tuttavia, da una revisione della mappa del circuito, dallo schema di profilo verticale e dalle foto di repertorio emerge chiaramente che si trattava di un tracciato spettacolare e tecnicamente impegnativo con numerose curve e significativi cambiamenti in elevazione. Il successo internazionale del circuito è dovuto al fatto che non hanno vinto i piloti con le moto più veloci, ma quelli che hanno mostrato maggiore abilità e capacità nell’affrontare le numerose sfide dei pericoli naturali che si trovavano lungo il tracciato. Con 25 anni di storia ospitando gare di livello nazionale e internazionale il circuito di Ospedaletti ha dato un significativo contributo allo sviluppo del motociclismo in Italia e in Europa. Per questo motivo, gli organizzatori della "rievocazione del Circuito" meritano elogi e complimenti per il loro forte impegno a mantenere la memoria di questo grande ed importante circuito”.  

 

Se dopo aver visto le immagini avete ancora un attimo di pazienza, vi segnalo l’articolo dell’Eco della Riviera con la cronaca del primo gran premio automobilistico che si è svolto nel nuovo circuito di Ospedaletti.

"Ospedaletti, eternamente carezzata dal sole e fasciata di silenzio, ha vissuto domenica, in occasione del primo circuito automobilistico di Sanremo, una grande giornata di entusiasmo sportivo. L’incantevole scenario naturale, risultante da una armonica fusione di verde, d’azzurro e d’oro, il fascino sempre crescente di questo nostro lembo di Riviera, le difficoltà del percorso, il numero di partecipanti alla gara e la foltissima cornice di pubblico hanno decretato alla prima edizione di questa gara, esemplarmente organizzata dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e dall’ A.C.I., un completo successo. Alle 15 hanno cominciato a sfrecciare fra le palme stagliatesi sul mare le rosse carrozzerie delle piccole cilindrate. Due i favoriti della categoria: Pesci e Leonardi, che già nelle prove avevano segnato i tempi migliori. Ad essa tenterà di opporsi Martignoni, che adotta un compressore volumetrico ideato dall’Ing. Cattaneo. Ma la macchina di Martignoni non è a punto, ed anche l’atteso duello tra Pesci e Leonardi si risolve in un monologo del secondo che, girando con regolarità quasi cronometrica, mantiene il primo posto da l’inizio alla fine della gara. Secondo è Pesci, terzo Avalle Piero.   Nella categoria sino a 1.100 cc. si prevedeva una vittoria dell’anziano Comirato, di Treviso, su Fiat 1.100; il cui avversario più pericoloso pare Scagliarini. Comirato infatti inizia a guidare il gruppo ed aumentare gradatamente il suo vantaggio di diversi secondi. Poco dopo la metà della gara uno spettacolare sbiellaggio del congegno di distribuzione, proprio davanti alla tribune, gli preclude la via della vittoria. Anche Scagliarini e Fiorenzi sono costretti al ritiro ed è Torelli che con una accorta condotta di gara, riesce ad aggiudicarsi il primo posto. Nuvolari, presente alla partenza sebbene indisposto, dovette ritirarsi al 10° giro e non riuscì ad animare la gara.   Viene quindi il turno delle grosse cilindrate. Vediamo schierarsi alla partenza la macchina azzurra di Giraud – una Delahaye 3.600 -, la vecchia Alfa 2.300 di Balestrero, la Fraser Nash di Moore. Queste macchine dovrebbero essere le protagoniste della gara. Tuttavia il concorso è mancato fra i tre piloti in quanto Moore era costretto al ritiro e Balestrero, pur battendosi animosamente, non poteva colmare il dislivello tecnico esistente fra le due macchine. Giraud aumentava progressivamente il suo vantaggio e segnava anche il miglior tempo assoluto sulla pista al 23° giro, percorso in 2’22” 3/5 alla media di Km. 77.080. Balestrero termina secondo, Ghersi – su Alfa 2.900 – terzo. Dopo il tradizionale omaggio di fiori ai tre vincitori, offerti dalla signora Bobba, dalla signorina Cataldo e dalla signora Vallée, attorniate da una folla di tifosi, iniziava l’esodo da Ospedaletti. Interminabili colonne di macchine e di pedoni si muovevano verso Sanremo. Gli albergatori non avevano certo da lamentarsi".   L’Eco della Riviera, Aprile 1947  

Il circuito di Ospedaletti è rimasto intatto, ma le foto dell'Archivio Moreschi documentano chiaramente la trasformazione di una città, che ha sostituito le rose con il cemento.

Claudio Porchia

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